MANDURIA. “Come valorizzeresti i nostri luoghi?”, parte il secondo incontro del progetto Open Space “Un giorno nelle terre del Primitivo”

MANDURIA. “Come valorizzeresti i nostri luoghi?”, parte il secondo incontro del progetto Open Space “Un giorno nelle terre del Primitivo”

Promosso dall’ “Associazione Mondi Possibili – Confronto Creativo e Partecipazione Attiva”, con sede legale a Manduria, in collaborazione con l’Associazione SinP – Sociologia in Progress, di Brindisi. Sabato 11 aprile 2015, Via per Lecce 58, dalle 16,00 alle 20,00

I partecipanti,  cittadini e cittadine,  iscritti al laboratorio in occasione della fiera Pessima 2015, che  hanno curato liberamente  il primo incontro e gestito autonomamente lo spazio aperto di discussione, riceveranno il Report di quanto discusso in esso, e su questo, si attiveranno per selezionare le priorità realizzabili, assumendosi l’ulteriore  responsabilità di individuare, le modalità e le strategie più efficaci per garantire tali realizzazioni.

I sociologi e le sociologhe dell’associazione Mondi Possibili si impegneranno (come la metodologia solennemente prevede) ad  essere assolutamente presenti e completamente invisibili:

“Essere presenti significa essere lì in quel momento e riuscire a capire di cosa hanno veramente bisogno le persone che hanno creduto in questa nuova esperienza.  Significa riuscire a creare un ambiente di lavoro sicuro, in cui tu sei il garante di quella sicurezza.  Significa riconoscere la propria capacità di influenzare il gruppo ed utilizzarla in modo consapevole. 

Significa lasciare da parte ogni aspettativa, perché qualsiasi cosa accada è l’unica che possiamo avere. Significa essere autentici, avere fiducia nel gruppo e nella sua capacità di trovare la propria strada. Significa non rinunciare ad invitare le persone a volare alto, perché questo è esattamente quello per cui l’Open Space è nato.

Infine, essere invisibili significa non influenzare in alcun modo i lavori. Esserci, perché si è garanti dello spazio e del tempo in cui si svolge l’Open Space, ma con assoluta discrezione” (Gerardo de Luzenberger, uno dei primi facilitatori Italiani).

 

 

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