TARANTO. Senso civico: una domenica pomeriggio

TARANTO. Senso civico: una domenica pomeriggio

Cassonetti stracolmi e manto stradale post bellico!

Domenica pomeriggio ore 16, a Taranto, il silenzio assolato dell’estate avvolge la città che ha interrotto, momentaneamente, le attività quotidiane e forse anche quelle dell’impegno sociale. Quell’impegno delle associazioni, dei gruppi di solidarietà, dei cittadini sempre più liberi e aggregati che, negli ultimi anni, grida e lotta contro i mostri, Eni ed Ilva, sguinzagliati dai potenti senza pietà sulla nostra città e senza resistenza alcuna, senza proteste e neanche troppe perplessità, se non negli ultimi anni.

Ma perché senza proteste e senza pretese di diritti? Manca il requisito numero uno a Taranto: l’amor proprio che deriva dall’assenza totale di senso civico. E tutto ciò si traduce nello spettacolo indecoroso che la città semivuota, nel pomeriggio di ieri, ha offerto con i rifiuti trasbordanti dagli insufficienti cassonetti, dove spesso quelli della differenziata sono totalmente assenti.

In un’aiuola, in prossimità dell’ospedale SS. Annunziata, tra il verde delle piantine, diffuso, risultava il colore del cartaceo e come grossi coriandoli, rifiuti di vario genere, davano tangibilmente prova di un ‘amministrazione assente e di cittadini dai costumi poco urbani.

 In via Alfieri, accanto ai cassonetti stracolmi erano per terra vestiti, cartoni ed un frigorifero: sembrava Capodanno.

Ma qualcos’altro saltava agli occhi, approfittando della desolazione nelle strade: un manto stradale totalmente privo della minima manutenzione, con dei veri e propri crateri sotto marciapiedi, a loro volta deturpati, sconnessi, con buche rovinosamente pericolose, soprattutto se immaginiamo persone anziane, magari munite di accessori per deambulare o passanti  che dimenticano di guardare continuamente i propri piedi, dovendo invece, prevedere  il pericolo sull’asfalto, sempre in agguato; ed in effetti, la definizione giuridica è di “danno da insidia”.

Ed è altissimo il rischio di subire incidenti per gli utenti della strada; ancor più rischioso diventa per i ciclisti e per i motociclisti. Veri e propri crateri costringono gli automobilisti a subire danni a pneumatici, cerchi o all’asse dell’auto.  Via Dante, via Giovine e molte strade perpendicolari a Corso Italia sono piene di buche e sconnessioni dei marciapiedi. Inutile dire che tutta la città è nelle stesse condizioni.

 La cosa più grave però, tornando all’amor proprio, è la mancanza totale di rivendicazione nei confronti di questo vergognoso stato di cose. E’ vero, questo è il momento cruciale della rivolta civile contro la sopraffazione ambientale;  sono  urgenti  l’impegno ed il clamore in questo settore, ma diventa necessario acquisire un senso civico in tutti i campi.

Colpevole è l’amministrazione di Taranto che non effettua la manutenzione ordinaria della strada, così come è colpevole nel non fornire i cassonetti della differenziata in molte vie della città o di consentire che vi sia un solo cassonetto a fronte di condomini di 12 piani, con scala A e scala B. Ma i cittadini? Nulla di nulla: il silenzio della denuncia mai effettuata. Mi riferisco soprattutto a quei cittadini che hanno strumenti culturali maggiori o che addirittura svolgono delle attività che gli consentirebbero maggiore attenzione da parte delle istituzioni.

 

Devo ammettere, però, che per pretendere il rispetto dei propri diritti bisogna anche essere consci di come dovrebbe funzionare una comunità; sarebbe necessario conoscere le regole della convivenza e del rispetto di un bene comune. Se un pomeriggio domenicale offre lo spettacolo di una discarica a cielo aperto e di strade d’asfalto post bellico, non sono certa di dover incriminare solo un’amministrazione mediocre. Forse un’evangelizzazione sul senso civico, anche porta a porta, potrebbe risolvere il degrado e l’apatia dei tarantini.

MARIA LASAPONARA

 

 

viv@voce

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