SAVA. Tra le scritte sui muri, le “minacce” e i balordi …

SAVA. Tra le scritte sui muri, le “minacce” e i balordi …

Ovvero, bombolette spray e foto di questi ultimissimi giorni

Credevo che nel precedente articolo denominato “soggetti pubblici” e “soggetti privati” avessi delineato le linee di demarcazione tra le due realtà. Invece, non è così. Non è colpa mia se ci sono gli “ignoranti” titolati, quelli che fanno finta di non capire e poi si prodigano con fare “inquisitorio”. Ma le regole del gioco le accettiamo, l’ignoranza, per volontà, no.

In questi giorni sono comparsi sui muri del paese due scritte e una foto che mi ritrare mentre eseguo dei lavori alla mia casa su di un balcone del piano terra. Andiamo prima alle due scritte che hanno un fare differente tra di loro. Quella rivolta al nostro giornale, “Periodico Viv@voce, fotogrami sta minchia” e quella rivolta al nostro collaboratore giornalista, e ambientalista, Mimmo Carrieri in cui si leggeva “Carrieri fatti li cazzi tua”. Quella rivolta al nostro giornale è stata “simpaticissima” per davvero. Non l’ho vista come una minaccia o un’accusa infamante. L’ho vista proprio come andava vista. Cioè, spiritosa. Io dall’altronde su facebook ho risposto così una volta che ho postato la foto e fatto il filmato: “Quando volete ve la fotografo”.

E’ stata una guasconata, come è giusto anche vederla solo, ed esclusivamente, sotto questo aspetto. Finita “Periodico Viv@voce, fotogrami sta minchia”, la seconda scritta sul muro è più seria. Sa di minaccia e di avvertimento e Carrieri ha fatto bene a chiamare i Carabinieri a mettere in luce questo “avvertimento”. Due scritte diverse, con toni diversi e per nulla simili tra di loro.

Andiamo alla foto che mi vede su di un ponteggio mobile. Allora, ero intento al ripristino strutturale del balcone di casa mia al piano terra. Altezza totale dalla superficie di calpestio al balcone? Circa tre metri. Prenda nota di queste misure chi legge questo articolo. Proseguo. Il ponteggio ritratto nella foto è un trabattello professionale che, come è montato, ha queste dimensioni e che portano ad un totale di altezza di circa m.1,80. La base è alta cm.20, la spallina è alta cm. 0,75. Sommando l’altezza della base, il montaggio delle due spalline laterali, abbiamo circa m. 1,80 da terra. Dove sta il problema? Il problema, secondo chi ha postato la foto, è il direttore di Viv@voce. Il quale, secondo il nostro fotografo, non ha tenuto in considerazione il piano di sicurezza. Addirittura! E dove sta scritto che il piano di sicurezza deve essere affine a un’altezza di meno due metri? Mah … Ho la fortuna di essere alto un metro e ottanta centimetri, forse è questa la colpa che ho? Non mi tocca proprio affatto. Mi tocca solo l’imbecillità dei soggetti della serie “E’ lui, la dobbiamo fare pagare”. E poi, altro particolare, la foto fatta alle mie  spalle. Questo è l’atteggiamento dei codardi, di quelli che non hanno il coraggio di mostrare il loro volto. Davvero, non mi tocca affatto. Assolutamente.

Una nota però, è doverosa. Lo scorso anno fu “inventato” su facebook un nick a risposta del nostro modo di informare. E presero di mira Viv@voce, in modo quasi velato ma intuibile. Personalmente la cosa non mi toccava più di tanto. Furono tanti gli amici che mi segnalavano questo. Mi toccò solo una cosa, anche se non era diretta a me. Questi “signori” parlavano di un certo “nano” caduto in “disgrazia” con la moglie.

Il lettore mi permetta una cosa: non entro nel merito delle vicende personali, lì è una cosa che riguarda solo il dramma di chi vive queste situazioni e che meritano rispetto e comprensione su tutto, ma vado al modo di come fu affrontato questo “caso” nei dialoghi tra gli “afecionados” di questo nick. Il “nano”, qualche tempo prima, faceva parte delle loro simpatie ma una volta che decise di uscire fuori dai loro ranghi non risparmiò critiche e modi di fare contraddittori delle vecchie amicizie. Andiamo a quelle “osservazioni indegne”.

Tema: l’adulterio della moglie del “nano”. Apriti cielo. Quante parole in libertà, dotate di una cattiveria senza fine. Ridicolizzavano il soggetto in questione, dandogli del “cornuto”. Il lettore mi perdomi se in qualche successivo passaggio mi lascio andare ad una terminologia “popolana”. Grazie. Bene, andiamo alle loro conversazioni che mi furono inviate come messaggio su facebook da più di qualche lettore di Viv@voce. Parole di fuoco, disegnavano scene hard particolari in luoghi di lavoro della “troia”, insomma non risparmiavano epiteti e sospiri vari. Sapete chi parlava con questa terminologia e con queste accuse? Parlavano proprio coloro che avevano per “troia” una moglie o una compagna o una fidanzata! Questi signori non ebbero manco la delicatezza di guardarsi allo specchio e dirsi: “Ma che sto facendo? Ma se sono anche io cornuto con che coraggio chiamo un’altro cornuto?”

Personalmente, credo, che  queste cose private fanno parte della vita delle persone che, a torto o a ragione, meritano solo riservatezza. I giudizi poi, sono quelli più facili. Alcuni decenni fa un savese, a proposito della guerra del “Corno d’Africa” in cui si affrontarono eritrei e somali fino all’ultimo sangue, disse: “Mà scjì pinzà alli corni ti l’Africa. Pinzamu alli corni nuestri!” Ecco, a quei signori che si lasciarono andare a giudizi gratuiti e offensivi diciamo, a chiare lettere, “pinzati alli corni uestri. Ca sò moti e sò puru cimati …”

Giovanni Caforio

 

viv@voce

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