TARANTO. Presidio ad oltranza dei lavoratori e dei sindacati per i tagli della Marina Militare ai servizi mensa e pulizie

TARANTO. Presidio ad oltranza dei lavoratori e dei sindacati per i tagli della Marina Militare ai servizi mensa e pulizie

Ridimensionati gli appalti del 60%

Hanno deciso di dare inizio ad un presidio h24 che procederà ad oltranza, i sindacati ed i lavoratori delle ditte addette ai servizi mensa e comparto pulizie all’interno delle strutture della Marina Militare. 150 famiglie rischiano di restare senza lavoro, a causa dei tagli agli appalti disposti dal Ministero della Difesa, in seno alla questione della spending review. Gli stanziamenti economici ridotti del 60%, riducono a loro volta i fondi disponibili da 4 milioni e 200 mila euro, a poco più di 2 milioni.

A Taranto sono già state chiuse le più grandi mense, ovvero quella di Mariscuola e quella di Maricentro, rispettivamente il 1 aprile e il gennaio. Tanta la rabbia dei lavoratori, i quali chiedono il sostegno e la vicinanza della città attraverso una raccolta firme.

Il sindacalista di Cisl Antonio Arcadio ci spiega che il progetto inerente questi tagli, sarebbe quello di chiudere tutte le mense, in quanto la Marina Militare avrebbe deciso di socializzare a sé il servizio impiegando, come accadeva un tempo, il personale interno addetto alla cucina.

Un pò diversa invece ma non meno spiacevole, la situazione dei lavoratori del comparto pulizie, i quali a fronte del ridimensionamento dell’appalto al 60%, sono sospesi tra il licenziamento di buona parte del personale oppure la riduzione delle tre ore lavorative giornaliere previste, ad appena un’ora e quindici minuti, fattore questo, che comprometterebbe il compenso previsto.

I lavoratori su Taranto e provincia coinvolti ammontano a 144 per il comparto pulizie (di cui circa 80 rischiano di perdere il posto di lavoro) e 108 per quanto riguarda il servizio mensa. Numeri questi, che si traducono in circa 150 potenziali famiglie destinate a patire la fame. Ed ecco che parte la protesta, bandiere e un gazebo per la raccolta firme di fronte l’Ammiragliato, nei pressi del Ponte Girevole, mirato a far sentire la propria voce e la disperazione di tutti quei lavoratori che a denti stretti hanno deciso di difendere il proprio posto di lavoro.

Inammissibile a dire dei sindacati, un provvedimento del genere quando proprio la politica vent’anni fa, ha deciso di introdurre questo servizio, motivo tra l’altro, di guadagno per queste famiglie. Il problema non si limita purtroppo e come ben sappiamo, al singolo lavoratore, poiché dietro ognuno di questi c’è una famiglia, una casa, un mutuo, un affitto e figli da crescere. Ed ecco Taranto per l’ennesima volta a fare i conti con la disperazione della gente, in uno scenario che ultimamente diventa sempre più triste e difficile.

Chiediamo assunzione di responsabilità da parte della Marina Militare e della politica. Qui ci sono in gioco 150 posti di lavoro” dichiara Antonio Arcadio spiegando nel dettaglio che la loro richiesta consiste nel ripristino da parte del Ministero della Difesa, dei finanziamenti destinati al comparto pulizie, e proroghe per quanto riguarda le mense, in attesa di soluzioni alternative.

Il presidio che ha avuto inizio stamane, durerà 24 ore su 24, procedendo ad oltranza. La città ha mostrato vicinanza e sostegno a questi lavoratori attraverso la raccolta firme. Un segnale di unità, importantissimo, per una città come Taranto, che come ormai noto sta morendo e che parla ultimamente di espansione, quando in realtà, l’unica espansione concreta, visibile giorno dopo giorno, è quella del malcontento cittadino, in particolar modo dei lavoratori che come in questo caso, difendono i loro diritti, e delle piccole imprese che non sanno, se al mattino seguente, esisteranno ancora.

Elena Ricci

viv@voce

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