Maria Michela Cerfeda: “Augurare il meglio a chi crede in ciò che fa”

Maria Michela Cerfeda: “Augurare il meglio a chi crede in ciò che fa”

La passione, le difficoltà, il riconoscimento degli sforzi fatti per affermarsi. Incontro la giovane violinista savese

Un suono particolare, un rumore strano: a volte è questo che mette in moto la passione, e l’attenzione, verso la musica. A te, come è cominciata?

Sin da piccola mio padre ha permesso a me e a mio fratello grazie alla passione che lui nutriva per la musica ad affacciarci a questo mondo. Si sa, i bambini son così cercano sempre ad ogni modo di imitare i fratelli maggiori. Da lì i miei primi ”capricci” per la musica, ascoltando mio fratello suonare la fisarmonica.

Tanti strumenti musicali attirano le diverse attenzioni degli interessati. Da subito il violino ti ha sedotto?

Il mio percorso musicale credo sia stato un pò insolito. Prima di arrivare al violino ho provato con lo studio di altri strumenti, ma nessuno di questi mi entusiasmava. Quindi un pò mi arresi e di seguito i miei decisero di farmi far altro. Poi per pura casualità all’età di 11 anni mi iscrissi alla sezione di musica della scuola media ”P.Giovanni XIII” e lì sotto la guida di Roberta Scardia, lei da subito ha creduto in me ed ha fatto si che mi innamorassi di questo strumento.

Andiamo a tanti anni fa. Come viene supportata questa dedizione musicale dai genitori della piccola Maria Michela Cerfeda?

Coloro che mi hanno sostenuto è stata sempre la mia famiglia. Tanti i sacrifici certo, ma anche tante soddisfazioni che poi vanno ad affievolire i sacrifici stessi.

A volte capita che davanti ad alcune difficoltà nelle proprie passioni, con la forte speranza di vederle realizzate, viene voglia di buttare la spugna. A te, questo è mai capitato?

Si. Ammetto che è successo durante i 10 anni di Conservatorio e anche quando ho iniziato ad approcciarmi al mando lavorativo. E’ possibile che durante il percorso formativo mi sia sentita tutelata, questo grazie alla passione a me inculcata da colui che mi ha sempre insegnato a non arrendermi mai, il mio M° Francesco Sabato. Certo, è sempre importante  non denaturare l’essenza stessa della musica che rappresenta la Gioia.

Moltissime attrici, musicali e artistische, nelle loro interviste rimarcano spesso che nella scalata verso l’affermazione hanno rinunicato ad una parte della loro adolescenza. Per te è stata la stessa cosa?

Già, proprio così. Affermarsi in qualcosa implica tanto studio ed inevitabilmente rinuncia in qualcosa. Sono delle rinunce che si fanno in modo consapevole e solo a volte fanno soffrire. E’ questa la regola per chi crede in quello che fa.

Sava, il paese natale, è una realtà molto piccola che si affaccia in un mondo, quello musicale, molto ampio. Non ti ha scoraggiato, almeno nella fase iniziale, uscire fuori dalla classica boccia per cercare l’affermazione?

No, anzi questo è ciò che più mi ha dato forza. Le sfide fanno parte del mio essere ed in qualche modo allontanarmi dal mio paese per intraprendere questo percorso, per me è stato solo una carta vincente.

I primi studi musicali presso il Conservatorio “T. Schipa” di Lecce. Da subito hai capito che quella era la tua strada?

Si. Infatti mi ritengo una persona fortuna, al giorno d’oggi credo sia una fortuna poter fare ciò che più si desidera.

Un curriculum musicale di tutto rispetto: tante orchestre blasonate, tanti maestri di fama internazionale. Non ti sei mai sentita piccola piccola in un mondo così grande?

Certo, ogni qual volta mi sono sentita tale. Non nascondo che anche oggi è così. Credo che nel mondo musicale come in altri, ciò che ti rende diversa sia la modestia. Mai sentirsi arrivati, anche perchè di musicisti bravi ne è pieno il mondo.

La musica è un campo illimitato che non si ferma mai nella continua ricerca innovativa. Maria Michela Cerfeda, a che punto sta ora?

Potrei dichiarare silenzio stampa? Attendo che mi riformuli la domanda tra un paio d’anni. Spero che questo sia solo il mio inizio.

Ultima domanda. Se volessi lasciare una indicazione a chi sta per approdare in questo mondo, cosa gli diresti?

In questa  domanda mi viene in mente una frase che ho letto giorni fa e mi ha colpito:  ”Il dizionario è l’unico posto dove SUCCESSO viene prima di SUDORE”  … non mi resta che augurare il meglio  a chi crede fermamente in ciò che fa.

Giovanni Caforio

viv@voce

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