Taranto dei due mari … quello del parco eolico e quello dello scarico del depuratore

Taranto dei due mari … quello del parco eolico e quello dello scarico del depuratore

Taranto Futura presenta il suo ricorso

Il Comitato cittadino Taranto Futura, porta avanti una nuova lotta. L’avvocato Nicola Russo, su suggerimento dell’architetto Carlo Boschetti, presenta un ricorso al Capo di Stato straordinario avverso l’istallazione di un parco eolico in Mar Grande, autorizzata dal Ministero dell’Ambiente. Una violenza per il territorio quest’impianto, che conta dieci torri eoliche alte 135 metri, pari quindi, a uno stabile di circa quarantacinque piani, a 100 metri dal molo polisettoriale e 10 metri dalla costa. Dopo la concessione dell’autorizzazione unica da parte del Ministero dell’Ambiente, anche il Comune di Taranto presenta un ricorso, nella cui delibera però, a dire dell’avvocato Russo, non compaiono motivazioni circa il parere sfavorevole; il Comune tra l’altro, invia comunicazioni alla Regione Puglia, la quale sulla base di queste ultime, esprime anch’essa parere contrario seguita dalla Provincia.

Il ricorso di oltre trenta pagine del Comitato cittadino Taranto Futura, è stato presentato sulla base degli ultimi provvedimenti amministrativi del 2013, sull’ottemperanza data dal Ministero dell’Ambiente, all’accertamento della compatibilità dell’insediamento delle torri eoliche con l’avifauna e tutto l’ambiente circostante. Occorre quindi, compiere vari passaggi, che permettano un’accurata analisi dei rischi. Tra i motivi del ricorso emerge la violazione della oramai nota e non rispettata Convenzione di Aarhus recepita dalla legge italiana 108 del 2001, la quale prevede che prima di tali provvedimenti, debba essere messa a conoscenza la cittadinanza, così come previsto dagli articoli 6 ed 8 della stessa, i quali stabiliscono precisamente quali sono le informazioni di cui mettere a conoscenza il pubblico.

Altra motivazione, la violazione della tutela del paesaggio, poiché le ultime sentenze del Consiglio di Stato dei vari Tar, stabiliscono che nella comparazione tra tutela del paesaggio e interesse economico, a prevalere sia l’aspetto ambientale. Oltretutto, non si è tenuto conto nella istruttoria, del piano dei rumori, stando ad una legge regionale che prevede proprio per la città di Taranto, un piano dei rumori, un’autorizzazione acustica, che è stata completamente disattesa. Deturpamento del paesaggio, e messa in pericolo delle rotte migranti, non è il solo problema di una Taranto oramai abbandonata a se stessa. C’è molto di più, se non di peggio. Altro punto saliente emerso nell’incontro con la stampa, è la questione del depuratore idrico di Pulsano e Leporano non funzionante ma che presto sarà ripristinato, con un’importante novità.

La conclusione dei lavori, fissata entro i prossimi 150 giorni, e la conseguente rimessa in funzione dell’impianto, prevedono lo scarico nel canale maestro situato nella zona industriale di Faggiano, con terminale nel Mar Piccolo, sembra essere questa, a parere degli addetti ai lavori l’unica soluzione possibile per risolvere il malfunzionamento. Scaricare liquami nel primo seno del Mar Piccolo, area per la quale si prevede la bonifica. “E’ Inaccettabile” commenta l’Avvocato Russo. Inaccettabile e improponibile rispetto ad una realtà importante nella storia tarantina, che si sta cercando in ogni modo di bonificare e ripristinare. Tra decreti salva-Ilva, e situazioni di questo tipo, Taranto sicuramente non vede una luce nella sua drammaticità. E a proposito di decreti salva-Ilva, il Comitato Cittadino Taranto Futura, è in attesa della prossima udienza al Tar Lazio prevista per il 23 gennaio, in merito al ricorso con motivi aggiunti, presentato contro questi decreti.

Il ricorso fu presentato per motivi aggiunti, tra cui la violazione della Convenzione di Aarhus; la violazione del principio di precauzione, il quale prevede una rigorosa e valida valutazione scientifica, con analisi dei rischi ed esclusione degli stessi prima dell’emanazione di una legge in materia ambientale, per non influire in maniera negativa sull’ambiente e sulla salute dei cittadini. Il Comitato Taranto Futura, contesta questa violazione, poiché accertato il nesso causale tra l’inquinamento Ilva, le malattie e la contaminazione negli ambiti dell’attività produttiva; e infine, la compatibilità della nomina di Bondi a commissario straordinario.

Non solo Ilva e ambiente, altro punto saliente dell’incontro con i giornalisti, riguarda il pagamento del Canone Rai. L’Avvocato Russo, in rappresentanza di Codacons Taranto Futura, invita i cittadini abbonati Sky, Mediaset Premium, Tv Sat e quant’altro, a non pagare il Canone Rai, stando ad una sentenza del Consiglio di Stato n°4336 del 30 agosto 2013, la quale conferma la sentenza del Tar Lazio n°6320 dell’11 luglio 2012, per quanto riguarda l’annullamento della delibera dell’AGCOM, la quale permetteva alla RAI di trasmettere i programmi sul satellitare tramite la piattaforma di distribuzione TV-SAT, e quindi permettendo ai suoi utenti, tramite l’utilizzo di una smart card di accedere alla programmazione.

Avverso questa delibera dell’AGCOM vi è stato un ricorso di sky, in base alla convenzione interna tra il Ministero delle comunicazioni e i titolari degli impianti di distribuzione. Dunque, il Tar Lazio prima, e il Consiglio di Stato in seguito, hanno stabilito che gli impianti di distribuzione come Sky, Mediaset Premium ecc, possono trasmettere sui loro satellitari i programmi RAI gratuitamente e senza costi aggiuntivi per l’utente. Essendo l’informazione un diritto, e dovendo essere il cittadino tutelato poiché non può pagare due volte l’avvocato Russo rimarca: “La questione è limitata al momento. Ci assumiamo la responsabilità di invitare gli abbonati Sky, Mediaset o altro a non pagare il Canone Rai, sulla base di questa sentenza”.

Elena Ricci

viv@voce

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