CEMENTIR: TASK FORCE REGIONALE PER L’OCCUPAZIONE
La soddisfazione e l’apertura delle trattative segue ad una lunghissima crisi delle relazioni industriali ed istituzionali
Ieri pomeriggio si è tenuto l’incontro per la vertenza Cementir, convocato dalla task force regionale per l’occupazione, nella sede dell’assessorato al Lavoro della Regione Puglia. Loredana Capone, assessore allo Sviluppo Economico, presente insieme all’assessore al Lavoro, Leo Caroli, ne ha sottolineato la positività. Hanno partecipato i Sindacati, il Commissario Prefettizio della Provincia di Taranto, il Sindaco di Taranto, il Presidente dell’Autorità portuale di Taranto. Anche i rappresentanti dell’azienda sono intervenuti alla convocazione istituzionale che ha cercato di recuperare un piano di sviluppo futuro per l’attività produttiva e per i lavoratori della Cementir.
Il sindacato si è reso disponibile ad interrompere il blocco dello stabilimento e dello sciopero; mentre, da parte loro, i rappresentanti dell’azienda hanno accolto la possibilità di congelare la richiesta di riduzione delle attività per le aziende dell’indotto, verificatasi già per alcune ditte, con l’invio delle lettere per la mobilità.
Gli assessori Capone e Caroli hanno dichiarato la loro soddisfazione per la ripresa del dialogo che nel prossimo incontro, il 23 gennaio, affronterà i temi fondamentali sulla gestione dell’accordo sottoscritto il 19 settembre, sul consolidamento ed il rilancio delle attività aziendali a Taranto, prevedendo investimenti per l’ambientalizzazione dell’area e della fabbrica, con il sostegno della regione. Tutto questo, evitando la perdita di posti di lavoro. E’ prevista, inoltre, la piena collaborazione con l’Autorità portuale per la logistica.
La soddisfazione e l’apertura delle trattative segue ad una lunghissima crisi delle relazioni industriali ed istituzionali, poichè da settembre scorso, i 98 dipendenti dell’azienda, erano in Cassa integrazione straordinaria per crisi aziendale, a turno per 12 mesi. Successivamente i dirigenti della Cementir avevano annunciato ai sindacati la cessazione delle attività dell’intera area a caldo che sarebbe avvenuta il 1 gennaio. Ovviamente il fabbisogno del personale, si preannunciava, avrebbe subito una riduzione da 98 unità a 42, restando in esercizio l’attività di macinazione del prodotto finale che rappresenta l’area a freddo. Nella prima settimana di gennaio i lavoratori della Cementir di Taranto hanno effettuato, insieme ai sindacati Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil, un presidio di protesta davanti ai cancelli dell’azienda, preoccupati per le informazioni, giunte dalla direzione aziendale, secondo le quali il forno per la macinazione sarebbe rimasto spento dal 1° gennaio fino almeno al 15 marzo 2014″.
Il ridimensionamento, ai lavoratori, era apparso fuori luogo, visto che la Cementir di Taranto non è solo un centro di macinazione, ma anche di produzione del cemento. Inoltre esistevano commesse gia’ ottenute, come quella delle 18mila tonnellate. Insomma i sindacati avevano chiesto maggiori chiarimenti ed i lavoratori, allora, avevano deciso di scioperare e sarebbero stati pronti a tutte le iniziative possibili per la salvaguardia del proprio lavoro.
Era stato richiesto, da più parti, l’impegno reale dell’azienda e delle istituzioni locali e regionali, per il futuro dei lavoratori, in una situazione già abbastanza drammatica, per una città che subisce il crollo di tutte quelle attività lavorative che ne avevano sostenuto l’economia per decenni. Ricordiamo che la Cementir, oggi Cementir Italia S.p.a, nacque, all’interno del gruppo Iri, negli anni 60. Proprio perché a ridosso dell’Italsider, la più grande acciaieria d’ Europa, essa potè utilizzare la loppa, un sottoprodotto della ghisa. La loppa viene usata anche per produrre il clinker, riducendo i consumi energetici; si tratta di un elemento usato anche per cementi non di tipo III e che offre maggiori vantaggi economici.
Le rappresentaze sindacali avevano affermato, nei giorni passati, che la Cementir ha un sistema di monitoraggio dei gas emessi al camino 24 ore su 24, con una centralina collegata direttamente con l’Arpa di Taranto che ne controlla le emissioni. Qualora i limiti non fossero rispettati, esistono sanzioni molto gravi nei confronti dell’azienda ed inoltre, si stanno adempiendo anche le ultime prescrizioni previste dall’Aia.
Nel 2011 l’azienda aveva deciso di effettuare investimenti, ma questi erano stati successivamente congelati, a seguito delle vicende Ilva del periodo 2012, ancora lontano da soluzioni effettive. Gli investimenti bloccati, attualmente, ammontano a 175 milioni di euro.
Loredana Capone e Leo Caroli, oggi hanno voluto dare prova della presenza attiva delle regione Puglia, attenta a risolvere le dinamiche complesse, create da una profonda crisi economica e da una mancata politica industriale.
MARIA LASAPONARA