ESPOSTO. Esumazioni da “fosse comuni” Cimitero di Sava

ESPOSTO. Esumazioni da “fosse comuni” Cimitero di Sava

Al Signor Sindaco del Comune di Sava (Ta), Al Responsabile dell’Area SS-DD. del Comune di Sava (Ta), Al Responsabile del Comando di Polizia Municipale del Comune di Sava (Ta), All’ASL/TA/1 Servizio Prevenzione Igiene e Sanità Pubblica U.O. di Manduria (Ta), e  p.c. Al Comandante della Stazione Carabinieri di Sava (Ta)

“Si può chiedere scusa ai vivi, ma ai morti no!”

Hanno iniziato con questa imprecazione alcuni signori residenti al Nord che trovandosi in in vacanza a Sava erano andati al cimitero a far visita ad alcuni parenti defunti. La loro rabbia ha avuto inizio quando, giunti d’avanti al plesso dei “Combattenti e Reduci di Guerra”  non gli é stato consentito accedervi perché transennato. L’accesso al  manufatto dei “combattenti della 1^ Guerra Mondiale” fu  interdetto una prima volta  dopo il sopralluogo effettuato dai Vigili del Fuoco di Manduria (a seguito di mio esposto) nell’ottobre del 2011 (amministrazione Maggi) e successivamente riaperto senza aver eseguito i lavori di messa in sicurezza, dall’attuale amministrazione Iaia che, dopo un’ ulteriore intervento sempre da parte dei Vigili del Fuoco di Manduria (ottobre 2012) venne “richiuso”.

Il Sindaco propria  Ordinanza   (n.111 dell’8.11.12) indirizzata ai parenti dei 280 defunti  fissava il termine di  30 giorni affinché i parenti dei 280 defunti provvedessero a proprie spese alla messa in sicurezza del solaio ma,  nonostante  fosse stato  stabilito che nel caso in cui i parenti non vi avessero ottemperato, l’ amministrazione sarebbe subentrata d’ufficio con proprie maestranze o ditte private, con “addebito dei costi sopportati ai parenti dei defunti” seppelliti, ancora oggi a distanza di 10 mesi ne gli uni e ne gli altri  hanno provveduto a garantire la sicurezza strutturale ed il decoro del manufatto.

Ma questi nostri concittadini residenti al Nord non erano solo arrabbiati ma soprattutto indignati per ciò che casualmente hanno visto  mentre erano in giro nell’area cimiteriale. Mi sono state mostrate e consegnate  delle foto alle quali in un primo momento sono rimasto  “incredulo” nel vedere oltre ad un pezzo di legno di una bara (che sarebbe dovuto essere smaltito in discarica autorizzata), delle zolle di terra dalle quali spuntavano  “ciocche di presumibili capelli” residui di esumazione contenuti in un blocco di cemento rettangolare.

Personalmente mi sono recato sul posto dove, effettivamente ho potuto constatare quanto rappresentato dalle foto in questione.

Alcuni mesi fa a seguito di una mia denuncia riferita all’abbandono di sacchi in cellophan di ossa umane che per 17 anni erano rimasti dimenticati nell’ossario, di cui  la stampa (anche quella nazionale) diede ampio risalto parlando del cimitero di Sava classificandolo come il  “Cimitero degli orrori”. Faccio appello alle autorità in indirizzo affinché si provveda a far “repertare” i “presunti capelli” ed eventualmente far eseguire gli esami di laboratorio necessari all’accertamento se di provenienza umana.

Per quanto sopra Esposto, restando a disposizione per ogni eventuale evenienza, distintamente saluto.

Mimmo Carrieri   

viv@voce

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