REPLICA AL CONSIGLIERE COMUNALE SUI FINANZIAMENTI PERSI

REPLICA AL CONSIGLIERE COMUNALE SUI FINANZIAMENTI PERSI

Non c’è altro modo per rispondere al consigliere Massarelli, a cui si consiglia prudenza prima di parlare della passata gestione se non si conoscono nel dettaglio i fatti

La replica del consigliere comunale Massarelli, pur legittima nelle sue osservazioni, non è convincente soprattutto nel merito delle argomentazioni. L’amministrazione pubblica è un ente erogatore di  servizi  per i cittadini e non un produttore di beni o manufatti, se volessimo ragionare in un ottica Keynesiana si dovrebbe rilanciare la domanda attraverso gli investimenti pubblici, purtroppo non è così. Il problema è strettamente di natura politica, basato soprattutto sulle scelte che un’amministrazione fa per il bene comune, in una prospettiva di programmazione o progettazione di interventi a medio o lungo termine. La retorica con la quale si vuole spiegare a tutti i costi i finanziamenti mancati non ha ragione d’essere, specialmente in  tempo di crisi, ricordando che la sede naturale delle discussioni politiche o di scelte amministrative è il consiglio comunale e non i giornali o portali digitali.

Solo attraverso un sano e  rispettoso confronto con le opposizioni  si possono capire i fatti nel loro complesso o comunque farsi un idea su come un’amministrazione agisce. Se non approfittiamo di interventi straordinari che ci offre, ad esempio,la Regione Puglia, con quali altri strumenti possiamo pensare di far ripartire l’economica locale? Considerata la risposta dell’Amministrazione sembra che non ci siano responsabilità politiche per cui è facile dedurre che il loro, ormai, è solo istinto di sopravvivenza che è però del tutto contrario agli interessi collettivi della città da tutelare.

Ma ritorniamo brevemente sulla questione dei finanziamenti persi;  sul bando regionale per gli interventi di urbanizzazione primaria e secondaria forse sfuggono alcuni passaggi importanti, facilmente reperibili sul portale della Regione Puglia o consultando direttamente  il responsabile del procedimento del servizio politiche abitative, ma se proprio vogliamo essere precisi basterebbe visionare la delibera  n.186 del 10.10.2012 della  Giunta Comunale di Sava con la quale si disponeva  l’atto d’indirizzo politico amministrativo  per la partecipazione al bando; successivamente, per motivi di opportunità legati all’impossibilità di rispettare i tempi  imposti dal bando, è stata presentata una determina n.1870 del 30/11/2012 di revoca d’incarico  alla ditta di progettazione ADVENCO srl di Noci, la domanda nasce spontanea, perché non usare i progettisti  sul territorio o riqualificare il personale dipendente? Come è stata scelta questa società? Dov’è l’atto si sottoscrizione della convenzione? Con quale criterio la società avrebbe sconsigliato di partecipare al bando? C’è una  relazione tecnica da parte della ditta  con la quale viene motivata la scelta di non procedere alla richiesta del cofinanziamento?

E quali sarebbero i punti di criticità della domanda? Dal resoconto stenografico del consiglio comunale 29 dicembre 2012 si evince, inoltre, che il consigliere comunale Massarelli  rispondendo all’interrogazione del Consigliere Ivano Decataldo sui mancati finanziamenti di tali opere urbane, spiegava che la ditta di progettazione aveva sconsigliato di procedere al bando per la mancanza di un requisito riguardante una percentuale di spazi di edilizia economica pubblica, purtroppo la spiegazione non è chiara per cui abbiamo consultato altri progettisti locali e di altri paesi i quali ci hanno riferito che nella maggior parte delle volte i bandi di finanziamento hanno caratteristiche tali che ogni criticità o mancanza di requisiti sono facilmente sanabili attraverso una preventiva analisi degli elementi strutturali che permettono l’accesso o il diniego al finanziamento, predisposti, ovviamente, non a ridosso dei termini di presentazione delle domande di partecipazione, che nel caso di specie era fissato per il 28 ottobre 2012. Con tutto il rispetto verso l’amministrazione, il cui impegno verso il raggiungimento degli obiettivi è al quanto  apprezzabile, non possiamo esimerci dal contestare scelte politiche che vanno in direzioni opposte a quelle di sviluppo e sostegno al territorio.

Il Comune, partecipando al Bando, non avrebbe dovuto contrarre nessun mutuo coprendo la spesa con i fondi di bilancio ( 20% di quota comunale, su un importo massimo richiesto di 400 mila euro, della somma finanziata ritenuta ammissibile). E’ questione di scelte politiche: meglio utilizzare risorse, per esempio, per alcune spese come lo staff di giunta, i contenziosi pari a 200-300 mila euro l’anno, consulenze esterne ecc?  oppure dirottarli a cofinanziare interventi per infrastrutture e servizi? Senza dimenticare che il cofinanziamento comunale poteva essere costituito anche dall’immobile oggetto della riqualificazione sulla base del valore immobiliare ai sensi del Decreto Legge n.41/2004. Una via d’uscita appositamente predisposta da parte della Regione per accedere a queste risorse pubbliche senza pesare sulle casse vuote dei comuni.

Il finanziamento regionale era proprio destinato per garantire un effetto diffuso sul territorio ed un sostegno immediato all’economia locale e soprattutto al sistema delle piccole e medie imprese particolarmente gravate dalla crisi economica in atto, attraverso la concessione di risorse finanziare che dovevano essere restituite al fondo di rotazione, ad interessi zero, entro dieci anni da quando veniva concesso il finanziamento. Questi interventi riguardano proprio gli enti locali che sono impossibilitati oggi a contrarre altri mutui tanto che il prestito sarebbe stato restituito solo entro due anni dalla data di inizio dei lavori, in definitiva tra appalti, esecuzioni lavori, collaudi si sarebbe dovuto cominciare a pagare il cofinanziamento nel 2015 se non oltre. Quasi tutti i comuni si trovano in queste condizioni e anche l’ANCI da tempo promuove queste forme di sostegno agli enti locali accanto alla battaglia per allentare la pressione del patto di stabilità e liberare risorse per investimenti immediati.

Per quanto riguarda il finanziamento delle zone rurali, la scusante dell’insediamento della nuova giunta non trova una  giustificazioni plausibile, in quanto l’attuale maggioranza è composta da 4 ex consiglieri di minoranza più 2 ex assessori della precedente amministrazione, totale 6 componenti dell’attuale amministrazione che appartenevano già al consiglio comunale ed alla giunta precedenti quindi se ne deduce che un minimo di esperienza dovrebbero averla nell’intercettare i finanziamenti. I conti sono presto fatti, ammettendo la buona fede degli amministratori che non potevano conoscere dell’esistenza del bando, la scadenza della domande era fissata per il 20 di giugno con  proroga fino al  9 di luglio per presentare la domanda telematica e 12 luglio per consegnare il progetto definitivo, la giunta si è insediata il 14 giugno circa mentre il Sindaco era già operativo dal momento dell’elezione, pertanto,  c’era tutto il tempo tecnico per venire a conoscenza del bando  e presentare il progetto, infine sui requisiti richiesti dal bando, a parere di esperti del settore,  il Comune di Sava li ha tutti ma questo è da appurare nel concreto.

Infine sui 100 mila euro di finanziamento per la rete commerciale, la minoranza di sinistra in consiglio comunale aveva posto la questione  ovvero che il comune di Sava era riuscito ad  ottenere il finanziamento (tramite la precedente amministrazione ) e che al momento il procedimento non era stato concluso con il rischio di una eventuale perdita del contributo. Per capire meglio l’iter procedurale abbiamo chiamato al telefono il responsabile del procedimento della Regione Puglia il quale ci ha confermato  l’avvenuto stanziamento di 50.000 euro con determina della regione del 15.12.2012 ma che l’inizio dei lavori non è ancora stato avviato, per via di un esproprio di un terreno previsto nel  progetto; inoltre, il funzionario  riferiva che l’ultimo contatto avuto con l’amministrazione comunale, nella persona del responsabile ai lavori pubblici, risaliva ai primi  giorni di aprile, in definitiva se non iniziano i lavori bisogna restituire i soldi, noi ci auguriamo che nei prossimi giorni  si possa sbloccare il tutto. Non ultimo e meno importante, il consigliere comunale non ha commentato la problematica della villa di Piazza Risorgimento che è ferma da un anno. Forse i cittadini aspettano della risposte in merito al prolungamento dei lavori.

Non c’è altro modo per rispondere al consigliere Massarelli, a cui si consiglia prudenza prima di parlare della passata gestione se non si conoscono nel dettaglio i fatti. Altre progettualità da lasciare in dote non se ne vedono all’orizzonte perché, lo ripetiamo, una programmazione al momento non esiste, speriamo in futuro..!!. Anche la politica dei cantieri aperti sono scelte che vengono da lontano e, certo, non una scoperta dell’attuale amministrazione: non potevano fermare un treno già in corsa. Ma tutto questo, oggi, non basta. Non solo sono inesistenti grandi idee o progetti ma si perdono anche le occasioni a portata di mano per azioni di rilancio immediate che diano sollievo all’economia.

Luca Lionetti

 

 

 

 

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