LA SUPERBIA DEI POLITICANTI

LA SUPERBIA DEI POLITICANTI

Qualche giorno fa ho assistito, casualmente, ad un convegno avente come tema” l’affermazione dell’io nella società moderna”, non ero molto interessato al dibattito fino a quando il moderatore dell’incontro ha parlato della SUPERBIA, a quel punto la mia curiosità è diventata attenzione ed il mio interesse si è trasformato in ascolto e la prima cosa che mi è venuta in mente è stata “Politicanti superbi”. Ma cos’è la superbia?

E’ Il primo della lista, il peggiore di tutti i vizi capitali, all’origine dei nostri guai. Il peccato della superbia è anteriore all’uomo, lo commise un angelo il più luminoso delle schiere alate, Lucifero che si ribellò a Dio e divenne il capo degli spiriti malvagi; con la tentazione della superbia egli ingannò la prima coppia umana, Adamo ed Eva, insinuando che sarebbero potuti diventare come Dio. Poco più avanti Nimrod, il nipote di Noè, volle costruire una torre che arrivasse a Dio, la Torre di Babele, i cui risultati sono noti a tutti.

Insomma, secondo la Bibbia la superbia ovvero questa espansione dell’ego che non rispetta i propri limiti è il vizio capitale per antonomasia, esso era noto anche agli antichi Greci; che cos’era Agamennone se non un grande superbo, quando litigò con Achille. Nei nostri tempi, la superbia si è frammentata in tanti rivoli, dalla boria all’alterigia, alla spocchia, alla vanità. E’ un vizio di posizione la pratica più spesso chi occupa gradini sociali elevati, scalati per la maggior parte delle volte senza grandi meriti.
Ognuno di noi prima o poi incappa in esempi di arroganza quotidiana, di supervalutazione di se e disprezzo altrui. Ma è anche un vizio che ama travestirsi e la sua maschera preferita è la falsa modestia.

Dal punto di vista psicologico, gli studiosi la considerano come un tratto della personalità che conduce ad una smisurata o dilatata considerazione di se. Il cervello del superbo è dominato da una sorta di ossessione, quella di un autocommozione, di autoreferenzialità che lo conduce ad essere in possesso di un fascino o un carisma irresistibile. Il cervello del superbo ha una ridotta visione del mondo, gli impedisce di guardare oltre se stesso. Il superbo si trova in uno stato di profonda solitudine perché crea un enorme distanza fra se ed il mondo. Il leader, il capo, il boss superbo, colui o colei che è a capo di qualcosa rappresenta il leader peggiore, perché un leader deve saper ascoltare, deve avere una mente aperta, una capacità empatica di ascolto, ciò che non sono più in grado di fare coloro che arrivano ad occupare gli scranni alti del potere, soprattutto quello politico.

Nella nostra società basata sull’apparenza, sempre più distaccata dalla realtà, la superbia trova terreno fertile, un amore smodato per la propria eccellenza è la presunzione di possedere doti tali che colloca il superbo al di sopra degli altri, verso i quali manifesta disprezzo, è un atteggiamento rozzo, incolto, un detto popolare recita così: “ la superbia è figlia dell’ignoranza”, infatti i superbi non sono persone intelligenti, sono persone che presuppongono di se quello che non hanno, quindi una persona intelligente di fronte al superbo non ha che disinteressarsi e lasciarlo presumere di essere quello che non è, e che poi la realtà verificherà che in verità non è assolutamente nulla.

Per demitizzare il superbo bisognerebbe seguire l’esempio di Eduardo De Filippo che nella parte del “O Professore” dispensava consigli a chiunque ne avesse bisogno, suggerendo di rispondere all’arroganza e superbia del Duca Alfonso Maria d’Agata dei Fornai con un bel….. “PERNACCHIO..!!!!!”.
E voi a quale politico o amministratore nostrano rispondereste con il Pernacchio?

Luca Lionetti

viv@voce

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