“IL TRACOLLO DEL MODELLO EMILIANO E L’AFFANNOSO TENTATIVO DEI SUOI COMPLICI DI PROVARE A RIFARSI UNA VERGINITÀ POLITICA”

“IL TRACOLLO DEL MODELLO EMILIANO E L’AFFANNOSO TENTATIVO DEI SUOI COMPLICI DI PROVARE A RIFARSI UNA VERGINITÀ POLITICA”

Il post del Movimento La Puglia in Più sulla propria pagina Facebook

Il titolo di personaggio politico dell’anno va certamente al Segretario Regionale del PD, On. Marco Lacarra, capace – dopo essersi assicurato il seggio in parlamento appaltando le decisioni del Pd a Michele Emiliano e Francesco Boccia – di umiliare in un’intervista militanti e iscritti che hanno contribuito a eleggerlo e sono quotidianamente in prima linea e continuano a subire le scelte di vertici del tutto inadeguati.

Più bizzarre e stravaganti sono le lacrime di coccodrillo dei dirigenti democratici locali che oggi chiedono a gran voce un azzeramento o un modello di partito nuovo, cercando di rifarsi una verginità politica e sono invece i co-autori di questa disfatta: hanno avallato su tutta la filiera le decisioni dei soliti non opponendosi mai veramente alle forzature e infilando, ove possibile, qualche candidatura di riferimento.

Ma lo schianto è troppo grosso per poterlo nascondere. In Puglia il pessimo risultato del centrosinistra è ancora più significativo se si considerano gli assessori regionali impiegati direttamente come candidati per intercettare il consenso degli amministratori locali che però ottengono pressoché la media degli stessi risultati degli altri collegi, nonostante la mobilitazione del sistema regionale ben al di là della soglia etica, come raccontato sulla stampa.

Il dato politico è chiarissimo e parla, come avevamo provato a dire, di scelte inopportune, errori gravi e interpreti non all’altezza del compito. Il “modello emiliano”, oltre a aver risolto molto poco i problemi dei pugliesi, non ha prodotto alcun vantaggio elettorale per il centrosinistra che anzi ha avuto un tracollo perché questo Pd voluto in Puglia, anche questa volta, è crollato, dimostrando – se ancora ce ne fosse bisogno – di essersi relegato al ruolo di strumento funzionale alle ambizioni di Emiliano e al civismo (o cinismo) di convenienza.

Qualcuno ci dovrà spiegare dove sono finiti i 100.000 voti che il governatore ha promesso in dote dal civismo pugliese per strappare al Segretario Nazionale Letta la candidatura del suo capo di gabinetto Stefanazzi. Noi immaginiamo si siano persi per strada.

Siamo ansiosi di conoscere le prossime traiettorie degli ultimi rappresentanti di centrodestra che oggi gravitano intorno al modello Emiliano. Pensiamo che torneranno alla propria casa politica non appena si insedierà il governo Meloni e non appena ci saranno anche i suoi nuovi riferimenti in Puglia avendo solo pochi strumenti o postazioni istituzionali negoziali a disposizione.

Vorremmo conoscere la differenza tra una candidatura in Puglia come quella di Rita dalla Chiesa operata da Forza Italia e quella di Francesco Boccia per il PD. Entrambe secondo noi lasciano il territorio privo di figure di rappresentanza riconoscibili. Però almeno una delle due è donna.

Queste elezioni che hanno lasciato l’amaro in bocca a molti elettori di centrosinistra almeno sono state utili a aprire il vaso di Pandora di quel modello di governo costruito in questi anni da Emiliano che in tv continua a gloriarsi di essere l’unico governatore ad aver coinvolto il M5S nella propria giunta a elezione già acquisita ma omette di dire che lo ha fatto nell’incertezza numerica della sua maggioranza, dovuta al risultato reale ma anche ai ricorsi dei non eletti.

Per tornare alle questioni nazionali, un premio speciale con menzione merita, poi, chi ha interpretato a modo suo il significato della riforma che ha ridotto il numero dei parlamentari e candidamente ha preteso e ottenuto uno spazio per la propria moglie o la propria compagna o per il proprio segretario. Ci è sembrato il modo migliore per rispondere alla richiesta di cambiamento del Paese.

Per concludere, ci sentiamo di augurare buon governo a Giorgia Meloni, quasi sicuramente prima donna della storia a Palazzo Chigi. Ce l’ha portata il centrodestra mentre il #PD discuteva di partito femminista e in Puglia, grazie agli assist di Emiliano, Boccia e Lacarra (insieme a qualche dirigente silente che solo oggi recupera la voce) ha candidato solo uomini nelle prime posizioni utili.

Anche questa volta, il cambiamento lo faremo la prossima.

 

viv@voce

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