A San Pietro in Bevagna un evento in memoria di Paolo Borsellino

A San Pietro in Bevagna un evento in memoria di Paolo Borsellino

In occasione del trentesimo anniversario della morte del giudice Paolo Borsellino, per ricordare la strage di Via D’Amelio si è svolta, nella piazza delle Perdonanze, la manifestazione “30 anni dopo: il vivo ricordo di Paolo Borsellino la paura è umana combattetela con coraggio”

L’evento è stato organizzato dal presidio dell’associazione Libera Associazioni, nomi e numeri contro le mafie di Manduria (2018) in collaborazione con Pro Loco di Manduria, Associazione Solirunners, la Compagnia del Ciambellano, A.S.D. Manduria Skating, la parrocchia San Giovanni Bosco; vi hanno partecipato Maria Grazia Trotti e dell’avvocato Erminio Marsella che rispettivamente hanno testimoniato per le vittime e la difesa dal racket.

La serata ha avuto inizio con la presentazione del professore Vincenzo di Maglie, referente del presidio dell’associazione Libera di Manduria, che ha voluto ringraziare tutti coloro che hanno partecipato all’evento e i presenti ricordando lo slogan che caratterizza il loro lavoro “insieme si è una forza, da soli si è un bersaglio” che tiene salde le coscienze di tutti coloro che si impegnano con coraggio a fare le cose per bene, riuscendo a bloccare l’illegalità che ostacola la libertà.

Accanto al professore Di Maglie il Sindaco di Manduria Gregorio Pecoraro ha, subito dopo, dedicato alcune parole ai presenti e con immensa gratitudine ha voluto affermare che rivivendo le memorie del passato di grandi uomini, che hanno rispettato prima se stessi e poi anche gli altri attraverso le regole morali, ci riportano all’umanità e all’unione che ci danno la forza di costruire un futuro migliore.

Hanno preso la parola i giovanissimi moderatori Mattia, Flavia, Emilia e Luigi, componenti del presidio dell’Associazione Libera, che hanno presentato i vari interventi.

La Compagnia del Ciambellano ha proposto, con la regia di Luciana Stavo, un reading teatrale del libro “Paolo Borsellino. Per amore della verità” di Piero Melati, attraverso la quale ha mostrato l’umanità che si celava dietro il magistrato che tutti noi conosciamo.

Rivivendo attraverso le letture di Maria Pichierri, Daniele Gennari e Maria grazia Filograno, le memorie dei figli di Borsellino Lucia, Manfredi e Fiammetta, che hanno sempre visto il padre, lontano dai riflettori, portare con sé la verità, diventando ai loro occhi non un eroe, ma uomo giusto, fedele allo Stato ed al suo lavoro. 

Molto importante è stato il dibattito che si è svolto tra i giovani componenti dell’associazione Libera Mattia Stefanelli, Luigi Tundo e  Maria Grazia Trotti con l’avvocato Erminio Marsella.

Durante il dibattito Maria Grazia Trotti ha raccontato la sua esperienza da vittima di racket avvenuta intorno agli anni ’90 quando era imprenditrice di una oreficeria di Vigevano e di come un anno dopo, sentendosi privata della sua dignità, prima di essere umano e poi di imprenditrice, ha deciso con coraggio di ribellarsi ed affidarsi allo Stato per poter fare giustizia contro chi all’epoca la ricattava. Lei, insieme alla sua famiglia, ha deciso di alzare la testa e di non abbassarla più, questa lotta continua ancora oggi per Maria Grazia Trotti che si ripete ogni giorno le parole “non mollare” lasciate scolpite nella sua coscienza dal figlio morto di incidente stradale nel 1994, colui che ha trasformato con coraggio l’evento negativo della mafia, avvenuto quando lui era appena diciassettenne in qualcosa di positivo, decidere di diventare magistrato.

Maria Grazia Trotti è stata affiancata e supportata anche dall’avvocato Erminio Marsella, presidente dell’Associazione antiracket e antiusura di Maruggio, che ha ribadito il concetto dell’unione tra associazioni e cittadini che passano dalle parole ai fatti, costruiscono muri della legalità ed aiutano chi è a terra a rialzarsi trovando dentro di sé la forza ed il coraggio.

Questi interventi sono stati intervallati da esibizioni di giovanissimi artisti che, cercando di uscire dalla zona d’ombra, hanno fatto emergere le proprie passioni che li portano verso un futuro migliore. Attraverso il ballo con Stefano Dabramo che ha voluto trasmettere il senso di libertà, per poi passare al canto con delle cover profonde che hanno segnato più generazioni e continuano a farlo perché piene di significati universali tra cui “Imagine” di John Lennon interpretato da Evelyn Petrachi accompagnata dal dolce suono del flauto traverso suonato da Alessia D’Uggento, oppure Creep dei Radiohead interpretato da Zaira Schiavone; ma anche spazio al cantautorato con Cristiano Doria in arte ADOC che attraverso i suoi inediti Triangolini e Jordan 4 retro Grey ha messo in risalto la situazione negativa di Manduria e, con una penna cruda e diretta, ha puntato alle coscienze dei suoi coetanei.

L’evento in memoria di Paolo Borsellino ha sensibilizzato i presenti a non fermarsi, a continuare a spianare la strada con coraggio e con l’unione di tutti coloro che vogliono un futuro libero per sé stessi e per tutti coloro che verranno.

 

 

viv@voce

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