TARANTO. Nasce “Think Tank made in Taranto”

E’ frutto dell’iniziativa di un gruppo di  professionisti tarantini

Un incubatore di pensiero civico, indipendente, autonomo e senza scopo di lucro, il cui scopo è quello di ascoltare, studiare e analizzare questioni e problemi di attualità che riguardano la città di Taranto al fine di individuare possibili soluzioni da tradurre in proposte realizzabili in concreto.

“Crediamo nel potere delle idee e della condivisione”, spiega in una nota il coordinatore di Taranto Think Tank, l’avv. Angelo Fanelli, che aggiunge “per questo abbiamo deciso di mettere a disposizione della collettività le nostre risorse e capacità intellettuali e professionali per il perseguimento dell’interesse comune”.

Gli obiettivi cui Taranto Think Tank tende sono quelli di contribuire a riqualificare il dibattito pubblico sulla città, facendone emergere un racconto positivo per rimettere in circolo la speranza necessaria a costruire un futuro differente; riavvicinare i cittadini alle istituzioni; promuovere il dialogo e la trasparenza nonchè la cittadinanza attiva e le forme innovative di partecipazione.

“La strategia è semplice”, prosegue il coordinatore Fanelli, dal momento che il fine è quello “di anteporre nel dibattito pubblico uno spirito costruttivo alla sterile contrapposizione, cercando di coinvolgere, di volta in volta, tutti i soggetti interessati, senza preclusioni di tipo ideologico o aprioristico”. Insomma, sottolineano i promotori dell’iniziativa, “all’elemento della protesta vogliamo unire costantemente quello della proposta attraverso la ripresa del confronto tra i diversi soggetti pubblici, privati e del terzo settore”.

La persona al centro delle cose, dunque, per smarcarsi dall’errore comune che porta troppo spesso “a cercare la politica nel luogo sbagliato” e per sfruttarne “le sue competenze e l’interesse comune, con la consapevolezza di dover trovare delle nuove case accomunate dal desiderio di diventare dei luoghi in cui discutere e formare una nuova classe dirigente, ovvero – conclude Fanelli –  nuovi leader capaci di comprendere e rappresentare le istanze e le spinte al cambiamento, e dalla volontà di instaurare dei processi di policy making”.

 

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