MANDURIA. “Tassa concorsi pubblici senza freni al Comune”

MANDURIA. “Tassa concorsi pubblici senza freni al Comune”

Intervento del Gruppo Consiliare Progressisti

Il concorso pubblico rappresenta una concreta possibilità di inserimento nel mondo del lavoro per tanti giovani, e meno giovani, ancora disoccupati. Proprio in queste ore il Comune di Manduria ha notiziato la cittadinanza della imminente pubblicazione di ben tre bandi di concorso pubblico volti a ricoprire specifiche posizioni all’interno dell’organico comunale.

In particolare, saranno a breve indette le selezioni per tre nuove figure da assumere a tempo pieno ed indeterminato. Certamente questa rappresenta una ghiotta opportunità per tutti coloro i quali aspirano ad inserirsi nel mondo del lavoro.

E capita spesso di rinvenire nei bandi pubblici di selezione per il reclutamento di personale l’indicazione dell’obbligo di versamento di un “contributo per la partecipazione al concorso” giustificato dalla necessità di coprire le spese di selezione.

Ebbene, anche il Comune di Manduria ha previsto tale onere, fissando un importo di ben 40,00 euro per ogni singola selezione.

In sostanza, chi vorrà partecipare alle prossime selezioni pubbliche indette dal Comune di Manduria dovrà preventivamente pagare la “modica” cifra di 40,00 euro che moltiplicata per tre – perché, in linea di massima chi ha i requisiti previsti, può astrattamente partecipare a tutti e tre i bandi – arriva alla ancor più esorbitante somma di 120 euro.

Stupisce l’esosità della cifra stabilita dal Comune di Manduria: per di più tale balzello non è previsto da una legge imperativa nazionale, ma è deliberato dall’Ente che indice la procedura pubblica di reclutamento, per coprire le spese della selezione.

E qui si palesa un’altra anomalia: nonostante nella determina di approvazione del bando sia menzionato il Regolamento per lo svolgimento dei concorsi pubblici, non sono specificati i criteri attraverso cui si stabilisce l’imposizione della tassa. Ed invero, l’ultimo concorso pubblico espletato sempre per categoria C da parte dell’Ente, prevedeva una tassa si concorso di 10 euro; quindi è legittimo chiedersi a che cosa è dovuto questo importo più alto per una medesima tipologia di concorso?

È vero che esiste una vecchia norma che prevede il pagamento di una tassa di partecipazione ai concorsi – e cioè la L.131/1983modificata poi dalla L. n.340/2000 – la quale, comunque, non può essere superiore a € 10,33, ma tale legge deve ritenersi implicitamente superata, in materia, dal Regolamento generale sui pubblici concorsi, al quale tutti gli Enti Pubblici devono conformarsi, poiché contiene i principi generali del settore, e ne detta tutti gli adempimenti rilevanti.

In tale regolamento – che costituisce norma di carattere superiore rispetto al regolamento locale – non è prevista alcuna tassa di concorso, e questo potrebbe essere già di per sé un ulteriore profilo d’illegittimità del contributo per la partecipazione ai concorsi.

Occorre infatti considerare che il concorso non è una prestazione resa dalla P.A. ai cittadini, per la quale, dunque, si può legittimamente domandare un corrispettivo, ma è il metodo previsto dalla Costituzione per reclutare i soggetti più meritevoli a cui affidare incarichi pubblici.

Pertanto, appare illegittimo caricare gli oneri della selezione su tali soggetti, nonché prevedere il pagamento di tali oneri quale requisito essenziale di partecipazione, per di più se tali oneri sono previsti in una misura economica a dir poco proibitiva e tale da creare verosimilmente una discriminazione tra chi può “permettersi” di partecipare al concorso e chi no.

Viene da domandarsi, allora: il sindaco Pecoraro vuole assumere al fine di rendere più efficiente e organizzata la macchina amministrativa manduriana o vuole guadagnare sulla pelle dei giovani cittadini che hanno giustamente fame di un posto di lavoro, caricando sulle loro spalle i costi da sostenere per lo svolgimento di tali procedure selettive?

Quando chi è chiamato a svolgere il ruolo di amministrare la cosa pubblica non ha una sensibilità sociale verso le varie classi reddituali di persone, allora la politica del welfare e dell’eguaglianza si trasforma in mera speculazione amministrativa che per noi è assolutamente inaccettabile.

Chiederemo subito che tale importo sia quanto meno modificato in una somma inferiore e più congrua a garantire il pari accesso tra tutte le fasce economiche dei nostri cittadini.

viv@voce

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