SAVA. Regionali e referendum. E’ arrivata una scadenza elettorale e referendaria quasi inosservata

Cosa cambia nel nostro paese alla luce dei risultati che potrebbero ridisegnare un nuovo quadro politico?

Un palco collocato in Piazza e senza amplificazione a carico del nostro Ente pubblico. Questa anomalia è stata subito riscontrata, a differenza di altre volte, e disapprovata da chi credeva che almeno su questo il Comune di Sava avesse adempito.

Ma non è stato così. Per nulla. E allora viene lecito un dubbio o meglio una domanda: e se ci fosse stato qualcuno dell’amministrazione IAIA candidato al Consiglio regionale, sarebbe stata la stessa cosa? Andiamo avanti. Che è meglio.

Tanto, in questo paese, molti dubbi diventano sempre certezze e chi amministra questo paese fa sempre in modo per dimostrare che l’aggettivo possessivo è di sua pertinenza. Vediamo i risultati di queste elezioni regionali e le sue fasi preparatorie.

Si parlava, nei corridoi della maggioranza, che doveva essere IAIA il candidato alla competizione regionale ma poi, chi sa perché, la candidatura è sfumata ed ecco che viene messo sul tavolo quella di Mirko Piccolo. Ma anche questa potenziale candidatura viene messa in naftalina. E allora? Allora nulla. Il centrodestra savese, che si legge Dario IAIA, non presenta nessun candidato e avvia la sua campagna elettorale con diversi comitati nel centro urbano.

Ma qualcosa si rompe nel centrodestra, leggasi sempre Dario IAIA. E il candidato ufficiale che sembrava dovesse essere solo Perrini non è più il solo. Si affaccia l’altro candidato Mario Rigo, sempre di Fratelli d’Italia, supportato dall’assessore Toma e dall’assessore Saracino con al fianco l’ex Consigliere comunale Leonardo Franco. Segnali strani questi: voglia di contarsi oppure potenziale braccio di ferro per le prossime elezioni comunali del 2022 che vedranno, sicuramente, un candidato sindaco che non farà di nome Dario IAIA il quale ha portato avanti due mandati e quindi non è più candidabile a primo cittadino.

Le voci di corridoio ci dicono che il giocattolo si è rotto e che Dario IAIA non riesce più a gestire, come in questi passati 8 anni, la sua coalizione. Dall’altra parta, opposizione, è Giulio Rossetti che si candida con Italia Viva e dalla sua ha la fortuna di essere l’unico savese che compete. Da qui per Rossetti inizia la sua avventura nella Sava politica. Il responso elettorale è dettato dai numeri: Fratelli d’Italia si impone il primo partito a Sava, con il suo 27% e Giulio Rossetti conquista un dignitoso 15% che, tra l’altro, non gli permette di entrare nel Consiglio regionale. Come dobbiamo leggere queste elezioni?

E, su tutto, in che chiave savese nei prossimi mesi? Da premettere che Forza Italia e il Partito Democratico se continuano di questo passo, il primo con uno spregevole 7% e il secondo con un irriconoscibile e indecoroso 5,6%, non avranno più voce in capitolo e si squaglieranno come neve al sole. Questi due giganti non sono più malati ma, allo stato attuale, risultano moribondi.

Crediamo che necessitano di un cambio dei dirigenti locali, altrimenti le riunioni le andranno a fare nella cabina telefonica. La prospettiva che ci lascia questo responso delle urne, qual è? Il centrodestra comincia ad entrare nelle diatribe e nei conflitti interni che, miracolosamente, in questi passati anni non ha avuto e se li ha avuti è stato bravo a soffocarli sul nascere.

E su ogni cosa la corsa alla candidatura a sindaco nelle prossime elezioni comunali non sarà facile. Anzi, le voci di corridoio ci dicono che la classica “battaglia” è già iniziata. Quanto all’opposizione la chiave di lettura può essere Giulio Rossetti e il suo dignitoso risultato.

Già. Ma dove porterà questo?

I partiti o i movimenti che non si riconoscono nel centro destra, a trazione Dario IAIA, riusciranno a convergere ad un tavolo e organizzare una coalizione per poi competere nelle prossime elezioni comunali?

Questa è la sfida …

Giovanni Caforio

 

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