Taranto polo di eccellenza per lo sviluppo digitale e informatico

Avanti ieri incontro CGIL con i colossi dei call center e la Regione Puglia

Un polo di eccellenza per lo sviluppo digitale e informatico. La CGIL di Taranto rilancia e mentre si parla di diversificazione, insieme alla SLC, il sindacato che si occupa dei lavoratori della comunicazione, traccia una strada che potrebbe costruire nella città che ancora non ha deciso del suo futuro, un vero e proprio centro di attrazione per gli investimenti e l’occupazione nel settore delle telecomunicazioni, cominciando proprio dalle realtà già esistenti: Teleperformance, System House, Covisian, Systema Data Center e Linkem.

E’ quanto emerso avanti ieri nell’incontro che il sindacato ha organizzato insieme agli amministratori dei cinque grandi call center con sedi a Taranto e a cui hanno partecipato Rocco De Franchi, incaricato dal presidente della Regione Puglia, e il segretario nazionale della SLC CGIL Riccardo Saccone.

L’intuizione della SLC è giusta – spiega Paolo Peluso, segretario della CGIL di Taranto – cioè restituire dignità ad un settore che prima dell’emergenza Covid veniva considerato alla stregua di una occupazione di passaggio. Oggi che lo smart working, le modalità di interconnessione da remoto, la digitalizzazione dei servizi sono, invece, emersi agli onori della cronaca come condizioni basilari di sopravvivenza, quel settore non solo torna utile ma va addirittura rilanciato.

La pandemia ha accelerato un percorso che fino a qualche mese fa sembrava insormontabile – dice Andrea Lumino, segretario della SLC CGIL di Taranto – favorendo, anche a seguito delle stringenti normative sulla sicurezza, la diffusione di una nuova modalità del lavoro come quello, appunto, da remoto. Modalità che va certamente regolamentata all’interno della trattiva in corso per il rinnovo del Contratto nazionale di lavoro del settore.

La CGIL dunque apre una prospettiva che non riguarda solo i lavoratori dei colossi del call center presenti nel quartiere Paolo VI di Taranto, ma indica una strada che riguarda un nuovo rapporto tra azienda e territorio.

Pensiamo a tutto quello che attraverso quel know how o l’implementazione di altri servizi finanziati o sostenuti dal pubblico si potrebbe realizzare in termini di efficienza territoriale – dice Peluso – dalla sanità, ai servizi della pubblica amministrazione, passando per i servizi alle imprese e alle istituzioni formative.

Parliamo di collaborazioni, investimenti e progettualità su cui come sindacato siamo disposti a svolgere il nostro ruolo promuovendo anche un tavolo operativo di confronto che possa puntare a un nuovo pragmatismo sul tema dell’innovazione e della ricerca – spiega Lumino – che faccia leva sulla qualità del lavoro e la formazione mirata dei lavoratori.

 

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