SAVA. La politica sta come … d’autunno sugli alberi le foglie!

SAVA. La politica sta come … d’autunno sugli alberi le foglie!

Lo stato d’abbandono del nostro paese da parte dell’opposizione e IAIA ringrazia!

E così siamo arrivati a metà strada del secondo mandato di Dario IAIA e non sappiamo cosa deciderà della quasi imminente tornata elettorale della competizione regionale, se si candiderà o meno. Candidandosi, immediatamente, l’amministrazione cade e quindi toccherà al commissario prefettizio traghettare il nostro Ente fino alla consultazione locale popolare. Ma non è certo questo il tema di questo articolo.

Il tema è cercare di capire il perché non esiste, quasi più, una opposizione che tenga testa alla pubblicità elettorale permanente di questa amministrazione, sui social su tutto. E quello che ci chiediamo noi cercando di capire perché tutto questo è successo e di chi le colpe o le responsabilità politiche anche alla luce di fatti che hanno visto il nostro paese alla berlina nazionale con la gara taroccata e registrato anche alcuni arresti dei componenti della Commissione della gara d’appalto sui rifiuti della raccolta differenziata, la quale doveva garantire il giusto svolgimento della gara stessa. 

Ci troviamo oggi in una Sava irriconoscibile, sempre politicamente parlando, dove l’opposizione ha dato a IAIA una autostrada in cui può viaggiare tranquillamente con i suoi sudditi amministrativi, i quali scodinzolano al suo cospetto. E le colpe stanno tutte su chi ha deciso di mettere a capo di una coalizione, nella passata tornata elettorale, un candidato sindaco che è risultato, amaramente è così, fuori dai tempi ma, su tutto, fuori dal mondo politico. Certo i fatti cambiano, in genere, come d’altronde cambiano anche le opinioni di ognuno di noi. Ma in questa metà di mandato amministrativo di IAIA abbiamo visto il peggio di una opposizione che si è slabbrata immediatamente dopo appena sessanta giorni dalla fine della consultazione elettorale.

In poco più di due mesi, insigniti nel Consiglio comunale, il candidato sindaco e il suo Consigliere comunale gettano la spugna e passano  ad un ruolo autonomo in cui non devono più dar conto del loro operato agli ex compagni di coalizione: entrambi fanno quello che credono, agiscono come gli è opportuno. Insomma scordano che, grazie agli ex compagni di coalizione,  si trovano nella massima assise istituzionale. E poi è tutto un rompete le righe! Il PD, massimo responsabile di questo sfaldamento, perde anche lui perde i pezzi: il Consigliere Scardino passa all’UDC e diventa, di fatto, pedina dello IAIA. Che fortuna per IAIA!

Sfaldata l’opposizione resta la voce unica, quasi al limite del temerario, dell’ex sindaco Fabio Pichierri che, in Consiglio comunale cerca di essere pungolo verso una maggioranza arrogante  strafottente ma è pronta la serie “Parla tu che, qualcosa di più caro a noi maschi, ti sente”!

Ma andando ad analizzare, sempre politicamente parlando, c’è il ruolo ambiguo dell’unico Consigliere comunale di Forza Italia, che all’anagrafe fa Arturo De Cataldo, in quanto a coerenza è tutto un programma. Infatti, le voci di paese, lo danno sempre più isolato e con l’aggravante di aver perso il gruppo dei suoi sostenitori fino a ieri. Per De Cataldo la politica è cosa personale. La tratta come se fosse una cosa tutta sua. Ogni tanto alza la voce in Consiglio comunale e la volta successiva dopo diventa agnellino. E andando sempre al ritroso possiamo dire, francamente, che sono successe delle cose gravi, anzi gravissime, che avrebbero meritato maggiore attenzione verso il paese.

E nessuno, dico nessuno, dell’opposizione ha cercato di capire e di comunicare al paese la gravità del fatto. Senza scordare lo scandaloso affidamento, per la preparazione del bando di gara, guarda caso, ad un ingegnere per la “modica” cifra di ben 50mila euro quando, con l’indagine del nostro giornale, i Comuni limitrofi avevano speso meno della metà, altri ancora avevano fatto preparare il bando ai tecnici comunali!

Citavo prima la gara taroccata della raccolta differenziata: la Commissione era presieduta dalla reggente di P.M. Luigina Soloperto e, vista la gravità dei fatti, nessuno ha avuto il coraggio di chiedere le dimissioni della stessa dall’importantissimo ruolo che ricopre all’interno del Comando municipale. Pazzesco!

Ma ricordiamo ai nostri lettori, o a chi ha la memoria corta, che l’inchiesta della Procura tarantina è ancora in corso e molti devono ancora chiarire la loro posizione. In democrazia vige questo: uno amministra e l’altro controlla l’operato amministrativo di chi dirigere una comunità.

E se mancano queste regole, o meglio non vengono rispettate su tutto da chi è stato designato dall’elettore a rappresentarlo, è triste Venezia. Anzi, pardon. E’ triste Sava!

Giovanni Caforio

 

viv@voce

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