Anche a Taranto una settimana di sciopero degli avvocati penalisti

Resoconto della conferenza della Camera Penale “Avv.Pasquale Caroli”

La Camera Penale di Taranto “Avv. Pasquale Caroli”, in piena adesione con l’astensione dalle udienze proclamata dall’Unione Camere Penale Italiane per tutta questa settimana (dal 21 al 25 ottobre), in relazione all’imminente entrata in vigore delle norme che di fatto abrogano la prescrizione del reato dopo la sentenza di primo grado (dal 1° gennaio 2020), ha inteso sensibilizzare l’opinione pubblica sul delicato tema, spiegando le ragioni di una protesta che riguarda la sostanziale abolizione di un principio giuridico di civiltà e che riguarda i diritti di tutti i cittadini che entrano in contatto con la giustizia, siano essi imputati o persone offese.

A tal fine la Camera Penale di Taranto “Avv. Pasquale Caroli” ha tenuto ieri, lunedì 21 ottobre, una conferenza stampa presso l’aula Miro del Tribunale di Taranto, per diffondere tra i cittadini la reale situazione di violazione dei diritti che questa norma comporterà per tutti i consociati.

Sono intervenuti in conferenza l’avvocato Egidio Albanese, Presidente della Camera Penale di Taranto “Avv. Pasquale Caroli”, l’avvocato Fedele Moretti, Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Taranto, il Giudice dottoressa Fulvia Misserini, Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati (Sez. di Taranto) e l’avvocato Gianluca Sebastio, Consigliere della Camera Penale di Taranto.

Nell’occasione l’avvocato Fedele Moretti ha espresso, a nome del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Taranto, solidarietà ai colleghi penalisti; con il presidente sono intervenuti diversi Consiglieri dell’Ordine degli Avvocati, tra questi Vincenzo Monteforte, Francesco Tacente e Nicola Basile

È tutta l’avvocatura nazionale a mobilitarsi a sostegno dello sciopero degli avvocati penalisti: l’OCF (Organismo Congressuale Forense), infatti, ha annunciato per venerdì 25 ottobre l’astensione dalle udienze e da tutte le attività giudiziarie, in ogni settore della giurisdizione, per manifestare contro la riforma che elimina la prescrizione.

In pratica gli avvocati penalisti sciopereranno per una intera settimana, mentre venerdì 25 ottobre tutti gli avvocati incroceranno le braccia.

È stato l’avvocato Egidio Albanese, Presidente della Camera Penale di Taranto “Avv. Pasquale Caroli”, a spiegare che «la sospensione dei termini di prescrizione, a seguito della pronuncia di primo grado, sia essa di condanna o di assoluzione, produce l’effetto reale di lasciare imputati e persone offese in balia della giustizia per un tempo indefinito, ovvero sino a quando lo Stato non sarà in grado di celebrare il processo che lo riguarda».

«Tale norma, a nostro avviso – ha poi detto l’avvocato Egidio Albanese – è palesemente in contrasto con lo sbandierato obbiettivo di ridurre i tempi di durata dei processi, essendo evidente che, escluso il rimedio della prescrizione dopo la sentenza di primo grado, non vi sarà più alcuna ragione, né logica, né di diritto, che impedisca, soprattutto a partire dal giudizio di appello, una durata indefinita ed indefinibile del processo, lasciando il cittadino al laccio di un giudizio penale senza alcun rimedio a tale scempio».

L’Avvocato Egidio Albanese ha concluso sottolineando come «considerare l’imputato, persino se assolto in primo grado, un eterno giudicabile, lasciare lo stesso e persino la persona offesa, in balia di un processo senza fine, rappresentano inaccettabili distorsioni del sistema giustizia in evidente conflitto con i principi della Carta Costituzionale!»

È poi seguito un incontro-dibattito al quale hanno preso parte i rappresentanti delle associazioni forensi che si occupano della materia del diritto penale. Tra gli altri sono intervenuti, con il Presidente Egidio Albanese, gli avvocati penalisti Gianluca Mongelli, Gianluca Sebastio, Carmine Urso, Carlo Raffo, Marco Pomes e Enzo Fumarola.

Negli interventi è stato sottolineato come l’azione, le proposte e le proteste delle Camere Penali hanno lo scopo di opporsi strenuamente ad inutili abolizioni dei diritti e delle garanzie che nulla hanno a che fare con i reali problemi della giustizia.

 

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