SAVA. Comizio pubblico. Dario IAIA affronta la Piazza. Ma su tutto dica: “Io non centro niente!”

Sabato 13 aprile, in Piazza San Giovanni, il teatrino del primo cittadino savese

A meno di un mese dalla clamorosa inchiesta della magistratura tarantina, seguita da ben 7 arresti, sulla manipolazione della gara della raccolta differenziata nel nostro paese, Dario IAIA esce dal suo guscio dorato e, pare, si armerà di “coraggio” e darà la sua verità. Che noi senz’altro annoteremo.

Come, d’altronde, annoteremo anche la verità che emergerà dagli interrogatori degli arrestati che, a vario titolo, si sono resi protagonisti del disegno criminoso che ha messo alla berlina il nostro paese. E visto che il suo nome compare nelle intercettazioni telefoniche, il primo cittadino savese ha l’obbligo di dissipare ogni dubbio sul suo ipotetico coinvolgimento nell’inchiesta che i magistrati Carbone e Bruschi stanno conducendo in modo diligente e certosino.

Dario IAIA deve sgombrare il campo da ogni dubbio in quanto rappresentante di una intera comunità. E una intera comunità non deve avere dubbi sull’onestà di chi la rappresenta. Neanche minimamente. Tutto qui. Il resto, ma è normale questo, sarà dedicato a chi scrive. Tacciato di pseudo giornalismo, di sciacallaggio, addirittura nominato “miserabile” dai suoi afacionados che, stando alla finestra, aspettano sempre ad attaccarmi in qualsiasi modo per ogni cosa che io faccia o dica.

Ma accettiamo le regole del gioco, purchè portino al sollevamento delle tematiche che attanagliano Sava. In verità, in questo settennato made in IAIA abbiamo visto poco. Molto ben poco. Su tutto il niente nella risoluzione della mancanza della fogna pubblica, vero cavallo di battaglia di IAIA nelle passate elezioni comunali. E visto che gli amministratori savesi hanno un rapporto economico del loro operato devono dar contro al paese di come gestiscono la Cosa pubblica. Perché di Cosa pubblica si tratta e non privata.

Ma la propaganda, e questo si sa, ha le gambe corte. Può illudere. Può abbindolare. Ma non per molto. Alla lunga si sfalda ed emerge la consistenza dell’operato di chi amministra. Ma in questo articolo, visto che non appartengo alla categoria di Biagi, o di Montanelli o di Terzani (magari sapessero chi fosse quest’ultimo e un’altra nota: ho avuto la fortuna di conoscerlo Tiziano Terzani nel lontano 1977 a Bologna quando, chi mi cita non era ancora nato), rimarco solo una cosa.

Una cosa sola. Che Dario IAIA dica, a chiare lettere dal palco, che lui non centra nulla con tutta l’inchiesta e che il suo nome è stato sprecato invano nelle intercettazioni telefoniche. Se dirà questo, e credo che il paese ne prenderà atto, avrà fatto un sostanziale passo in avanti.

Non credo che ci voglia un grande atto di coraggio a dire questo. Deve dire solo la sacra santa, cosiddetta, verità.

Come lui spesso ha parlato di “trasparenza & legalità” tantissime volte, dimostri anche in questa occasione che il binomio non era fine a se stesso …

Giovanni Caforio

 

Lascia un commento