MANDURIA. “Preoccupazione per l’edizione 2019 della Fiera Pessima. Necessario rivedere la gestione dell’evento”

Nota stampa di Manduria Lab, laboratorio politico progressista

Giunti alla fine di gennaio dobbiamo presumere, con rammarico, che anche quest’anno la Fiera Pessima non si farà. Troppo ristretti ci sembrano ormai i tempi per l’espletamento di una gara, il cui avviso è stato pubblicato appena due mesi prima della data che tradizionalmente dà inizio all’evento.

A nulla sono servite le esperienze pregresse, culminate nell’annullamento della scorsa edizione.
Che la Pessima vada ripensata totalmente nei contenuti e negli aspetti organizzativi è quanto noi di Manduria Lab andiamo proponendo da sempre.

In tempi di commercio globale e di diffusione capillare di ogni tipo di merce, l’offerta di prodotti generici non attrae il consumatore, non garantisce all’espositore la copertura delle spese e non rappresenta alcun valore aggiunto in termini di visibilità per la nostra comunità. Al contrario la Pessima dovrebbe essere una vetrina di ciò che la caratterizza in termini di unicità, garantendole “Reputazione” e quindi immagine di brand.

La Fiera dovrebbe essere una vetrina per le eccellenze e le tipicità del nostro territorio, un’occasione di verifica delle opportunità che settori in espansione come quello dell’enogastronomia, offrono in ambito turistico rappresentando lo snodo cruciale fra incontro e confronto di culture diverse, a partire dalle tradizioni alimentari legate al piacere dello stare a tavola, senza trascurare gli aspetti legati al folklore, con uno sguardo particolare al Mediterraneo e ai paesi emergenti.

Per tutto questo occorrono conoscenze, competenze, esperienze, una rete di rapporti, che operatori commerciali, esperti di marketing, organizzatori di eventi potrebbero mettere al servizio dell’economia manduriana, qualora si istituisse quell’Ente Fiera, pubblico-privato, che in tanti auspichiamo.

Nel frattempo, ogni tentativo va fatto per mantenere in vita una tradizione secolare e fortemente identitaria.

A nostro parere non si presenta altra soluzione che una gestione diretta dell’evento da parte del Comune, che dovrebbe limitarsi ad affidare ai privati solo gli aspetti meramente logistici della sua realizzazione.

Tale soluzione, evitando tra le altre cose, le spiacevoli conseguenze verificatesi negli ultimi anni, consentirebbe al Comune di ricavare degli introiti che potrebbero essere investiti nel rilancio della Fiera stessa.

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