SAVA. Luce pubblica spesso e volentieri in tilt. Assessore Giuseppe Saracino, dobbiamo chiamare Federica Sciarelli?

SAVA. Luce pubblica spesso e volentieri in tilt. Assessore Giuseppe Saracino, dobbiamo chiamare Federica Sciarelli?

Un servizio pubblico in perenne disfunzione!

E’ da un anno e mezzo, per la precisione dalla passata primavera dello scorso anno, che il servizio della pubblica illuminazione è stato affidato ad un soggetto privato. In questi passati 18 mesi abbiamo visto di tutto: pali dell’illuminazione che funzionavano a intermittenza, luci che accendevano un giorno sì e l’altro no, Vie urbane completamente al buio e illuminate, in diversi casi, dalle sole insegne pubblicitarie delle attività commerciali.

E non è solo questione di alcune Vie. Insomma, tutto questo sembra che nel nostro paese è diventata che la norma. O meglio, essere costretti a subire i comportamenti balzani di tutto l’impianto elettrico pubblico. Ma già basta entrare nel paese ed accorgersi che qualcosa non va.

E allora c’è un contratto con il soggetto privato il quale prevede delle penali salatissime per ogni ora e per ogni palo che non immette luce. E qui si parla di sanzioni che vengono, o meglio dovrebbero, essere sanzionate nel momento in cui c’è il mal funzionamento. E chi controlla, o meglio ancora chi dovrebbe, tutto questo nell’interesse del nostro Ente pubblico?

I primi chiamati in causa sono i vigili savesi, i quali nel giro ispettivo serale nelle Vie urbane dovrebbero comunicare al dirigente al Patrimonio le anomalie riscontrate e da qui avviare il rispetto del contratto. Forse i contratti quando vengono stilati e firmati vanno rispettati?

Forse … E dove sta l’assessore Giuseppe Saracino, responsabile politico-amministrativo di questa branca, il quale è tenuto a far rispettare le norme contrattuali al soggetto privato che gestisce la pubblica illuminazione? Se qualche savese lo vede, lo fermi e gli dica: “Assessò, viti ca tu sì pajiatu cu controlli e datti na mossa …”.

A dire il vero, e amaramente pure, molti stanno rimpiangendo Pasquale Calasso che, a detta di tanti, pur con tutti i difetti che un amministratore può avere, almeno lui presenziava ogni giorno i luoghi di pertinenza del suo assessorato e dimostrava, discutibile anche questo, la sua operosità che pur andava avanti. E Dario IAIA, che dice o che fa alla luce di tutto questo?

Gli è passata la scoppola che ha ricevuto nella ‘trombatura’ nella passata competizione elettorale per la carica di Presidente della provincia jonica?

Ma viti nu picca: unu nò è cazzo cu giusta li cosi a casa sua e olà giusta li cosi a casa ti lotri!

“Comu stamu precipitati”, la bunanma ti Marcucciu Malandrinu ticìa cussini …

Giovanni Caforio

 

 

viv@voce

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