SINDACI DI SAVA NEI PASSATI DECENNI. Aldo Maggi. Diede per davvero un volto al nostro paese, ma non era facile andare d’accordo con lui

SINDACI DI SAVA NEI PASSATI DECENNI. Aldo Maggi. Diede per davvero un volto al nostro paese, ma non era facile andare d’accordo con lui

Per quasi un ventennio il giovane ingegnere laureato al Politecnico di Torino ha avuto in mano le redini del paese

Appena laureato Aldo Maggi, agli inizi degli anni 70, varcò la sede del PCI savese. Fu eletto Consigliere comunale nel partito di Enrico Berlinguer ma questa apparizione durò appena una legislatura per poi uscire immediatamente fuori e dedicarsi all’imprenditoria privata nel settore dell’edilizia. Da qui il suo letargo durò quasi ventanni per poi ricomparire nella scena politica savese.

Erano i primi anni ’90. Era il periodo dell’amministrazione composta dalla DC-PRI-PSI e che vedeva l’alternanza alla guida del paese dapprima con Rinaldo Rossetti (PSI) e poi da Tonino Fabbiano (PRI). Ma stavolta Aldo Maggi cambiò cavallo di battaglia: entrò nella DC di Salvatore Buccoliero, quest’ultimo assoluto leader dello scudo crociato savese. Timidamente, con la candidatura del fratello nelle liste elettorali della Dc, sondò il terreno e da qui, poi, la scesa in campo. Aderì ufficialmente nella Dc.

Consigliere comunale per poi essere insignito a primo cittadino savese. Ma nella DC savese non vedono di buon occhio la figura di Aldo Maggi. L’accusa è di poca collegialità. Viene dimesso dal suo stesso partito. Intanto nel panorama politico italiano imperversava come un ciclone “mani pulite” e lo scudo crociato è il primo partito che, con scandali, con arresti vari di molti personaggi di spicco, viene messo alla gogna. Ma a Sava non è così. Assolutamente. Aldo Maggi “dimesso” non si scoraggia. E con un “ripulisti” riprende in mano la DC savese, abbandonata del tutto dall’ex sindaco Salvatore Buccoliero che, assieme a Bruno D’Oria, fu travolto dallo scandalo dell’ASL TA7 di Manduria.

E in questo nuovo clima che Aldo Maggi sindaco comincia l’opera di “costruzione” della nuova Sava. In Consiglio comunale cominciano ad affacciarsi volti nuovi che svecchiano un vecchio modo di fare politica. E su questa onda di rinnovamento la Dc savese non subisce colpi rispetto alla DC nazionale. Anzi, è suffragata in modo bulgaro nella prima candidatura di Aldo Maggi eletto con il nuovo sistema maggioritario. Il paese comincia per davvero a cambiare volto.

Sono tante le opere cantierizzate da Aldo Maggi che, quanto a progettualità, resterà sempre il primo cittadino savese che ha avuto le capacità tecniche e operative giuste. Viene “costruita” la zona industriale, il paese viene servito dal metano, tanti tronchi di acquedotto vengono realizzati, il cimitero comunale viene ampliato. Insomma, per davvero, Sava si sta svecchiando. E questa idea di “svecchiamento” però, scivola nel classico “conflitto di interessi”. Sono tante le concessioni edilizie rilasciate ai suoi familiari, a scapito della libera concorrenza.

E mentre nel governo Berlusconi la sinistra grida al “conflitto di interessi” a Sava sapete chi grida? Luigi Lomartire, Consigliere comunale della neonata Alleanza Nazione del giovane Gianfranco Fini! Addirittura Luigi Lomartire fu denunciato da Aldo Maggi per questo ma il giudice lo assolse con formula piena anzi elogiò il coraggio del Consigliere Lomartire quasi da prendere per riferimento nel denunciare le malefatte che accadono nelle amministrazioni comunali.

Ma quanto a collegialità, e rispetto del parere altrui, Aldo Maggi non è mai stato una cima. Tutt’altro. E a dire che nella sua amministrazione, prima di ribaltarla e fare accordi con i Socialisti autonomisti e Forza Italia, c’era il PDS. E questo è un tutto dire. Ma andiamo avanti.

Dopo aver catapultato la coalizione che lo aveva insignito sindaco per la seconda volta, ed eletto direttamente nella consultazione elettorale, l’abbraccio fu mortale con Forza Italia e i Socialisti autonomisti. Questi due nuovi alleati gli fecero mancare i numeri in Consiglio comunale per l’approvazione del Bilancio comunale e da qui l’automatica dimissione da sindaco del paese.

In questa fase, conclusa con le dimissioni logiche di Maggi, si va alle elezioni anticipate. Viene fatta una coalizione di centrodestra che vede protagonisti assoluti Forza Italia e i Socialisti autonomisti e Aldo Maggi corre con una lista civica all’interno di questo raggruppamento. Risultato?

La coalizione vince la competizione elettorale ma la lista civica che vedeva alfiere Aldo Maggi prende poco più di 500 voti e un Consigliere comunale. Pochi, molto pochi per condizionare l’operato della neo eletta sindaco Alba Fasano Milizia. Da qui nascono i dissapori.

Aldo Maggi viene messo al cantuccio. Emarginato. Come un cane bastonato. Ma non si scoraggia affatto. Nel successivo rinnovo del consiglio provinciale, nelle file dell’Udeur di Clemente Mastella, viene eletto Consigliere. E’ la rivincita? Vediamo le fasi successive. La sindaca Fasano Milizia viene sacrificata sull’altare delle incomprensioni all’interno di Forza Italia. Dimessa, senza più avere dalla sua i numeri per continuare ad amministrare, ecco riaffacciate le ennesime elezioni comunali.

E’ la volta dell’enfant prodige Corrado Agusto, allora lo chiamavamo così prima di capire le sue notevoli incapacità amministrative, che sale le scale della nostra Casa comunale. Aldo Maggi in questa competizione corre come candidato sindaco supportato dai socialisti autonomisti e il risultato non fu magro. Pur mancando il ballottaggio, la sua lista prese due Consiglieri: lui e il fido, allora, Pasquale Calasso. I socialisti autonomisti prendono due Consiglieri.

Ma sappiamo bene come precipitò Corrado Agusto e in 18 mesi di sua gestione amministrativa buttò la spugna e consegnò il paese al Commissario prefettizio. Ecco le nuove elezioni comunali anticipate, tante care alla allora politica savese.

Aldo Maggi viene “rispolverato” e della serie “usato sicuro” rieccolo candidato sindaco. Al primo turno è sindaco di Sava, battendo la candidata del centrodestra che fa di nome Maria De Carlo. Intanto le sigle cominciano a scomparire e nascono i nuovi partiti nazionali: PDL e PD. Questi due contenitori annoverano i primi Alleanza Nazionale, i secondi i Socialisti autonomisti.

Nascono molti dissapori all’interno della maggioranza, Aldo Maggi è in continuo braccio di ferro con i Socialisti autonomisti i quali a Sava costituiscono il Partito democratico, nato dalle ceneri della Margherita e dai Ds. In questo scenario Aldo Maggi non riesce più a reggere le fila della sua amministrazione. Si rifugerà nel PD, la sua lista Udeur popolari è spappolata e ha perso quasi tutti i Consiglieri.

In questo nuovo panorama viene sacrificato il fido Calasso sull’altare della nuova maggioranza, allargata alla neonata “IO SUD” della salentina Adriana Poli Bortone che vede a Sava il suo referente in Luigi Lomartire. Finisce il mandato amministrativo nella giusta scadenza della legislatura. Nella successiva tornata elettorale non si candiderà più.

Ai giorni nostri possiamo ben dire che la sua amministrazione ha lasciato un tesoretto a Dario IAIA: la ristrutturazione di Piazza Risorgimento, il parco Cinieri, l’ammodernamento e la coibentazione degli edifici scolastici Gigante e Bonsegna, alcuni tratti di fogna bianca indispensabili per la zona Cimitero vecchio, l’allargamento di alcune strade nella zona industriale, il 90% del paese ha l’impianto della raccolta dei reflui.

Come possiamo definire Aldo Maggi? Caratterialmente irrascibile, vendicativo, per molti tratti cattivo ma alcuni punti a suo favore li possiamo annotare quanto a preparazione tecnica. I rapporti con il nostro giornale? Come al solito: all’inizio buoni poi via alle carte bollate. E’ un rituale questo a Sava, in cui anche Dario IAIA conferma la regola.

Ma sul banco degli imputati sale anche lui. E della serie “niscjiunu è fessa” viene condannato, definitivamente per diffamazione dietro la denuncia di Mimmo Carrieri.

Giovanni Caforio

 

 

viv@voce

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