AEROPORTO TARANTO-GROTTAGLIE. Mancano i treni e gli aerei e si pensa allo spazio

AEROPORTO TARANTO-GROTTAGLIE. Mancano i treni e gli aerei e si pensa allo spazio

“Oggi siamo qua per la proposta che è stata fatta sull’aerospazio da destinare all’aeroporto di Taranto Grottaglie” ha esordito Nicola Russo, presidente del comitato civico Taranto Futura e promotore della raccolta firme per il Referendum della Magna Grecia che propone l’ingresso della città di Taranto e provincia, nella Basilicata

Fino ad oggi ha raccolto 12mila e 300 firme, se il referendum avrà esito positivo l’aeroporto di Taranto Grottaglie sarà lucano.

“Noi siamo stati anche in Basilicata ed a breve ci sarà un grosso convegno a Potenza sull’uso di queste infrastrutture, attualmente il porto di Taranto è fermo e l’aeroporto di Grottaglie è chiuso ai voli passeggeri e quindi stiamo avendo riscontro e il dato è reale, dai cittadini che stanno approvando questa idea.

La cosa era iniziata in sordina, ora si è allargata comprendendo meglio l’aspetto economico della proposta del referendum – ha continuato – Grottaglie all’aerospazio ci fa ridere, prima di tutto per la mancanza attuale di mezzi di comunicazione riguardante il territorio tarantino, come treni ed aerei, che ci impedisce di andare a trovare i nostri figli e parenti in Italia e nel mondo, con l’aeroporto a 10 km dalla città di Taranto.

Quindi mancano le infrastrutture necessarie per la mobilità normale e il governatore della Puglia pensa di andare nello spazio. Questa è una cosa altamente assurda, ridicola che noi non approviamo proprio”.

Oltretutto quelli di Taranto Futura, stanno aspettando gli ulteriori sviluppi di una diffida già inoltrata ad AdP, che ha risposto con disponibilità e sono già pronti a continuare ad agire giudizialmente. Hanno risposto chiacchiere, secondo il Russo, perché nonostante la nostra diffida, non hanno adempiuto alle nostre richieste, non avendo ancora indetto un bando pubblico per l’aeroporto di Grottaglie. Se questo aeroporto rientra nella rete unica aeroportuale, “dove sta scritto che cento aerei devono partire da Bari e zero da Taranto Grottaglie?”

Anche questa è un’assurdità.

Per non parlare poi della delibera regionale che c’è stata, per quanto riguarda l’approvazione di 10milioni e 250mila euro per Ryanair da parte di Aeroporti di Puglia, perché è una delibera assolutamente illegittima e irregolare in quanto se queste somme si devono considerare contributi, vanno considerati aiuti di stato, e pertanto sono vietati, per questo Nicola Russo e Taranto Futura ricorrerà alla Commissione Europea.

Se invece devono si dovranno considerare somme destinate ai servizi,  allora non compete per legge alla Regione Puglia, pagare l’iva di AdP (è sempre Nicola Russo che ci riferisce) che è una Spa, ciò è vietato e in questo caso ricorreranno non solo alla Corte dei Conti, ma anche alla Procura della Repubblica, perché questi sono soldi pubblici, anche dei Tarantini che oltretutto non usufruiscono manco, ironia della sorte, dell’aeroporto di Grottaglie.

Per Russo la classe dirigente regionale è davvero da contestare per tutte queste irregolarità esposte.

“A maggior ragione, noi proponiamo Taranto in Basilicata e quindi il funzionamento dell’aeroporto di Grottaglie in Basilicata, perché sarebbe il primo aeroporto funzionante per questa regione, come avverrebbe per il porto di Taranto, per cui sicuramente l’economia andrebbe alle stelle, essendo gli unici aeroporto e porto per questa regione.

I lucani sono d’accordo e ci stanno aspettando, siamo alle fasi finali della raccolta firme per il referendum.

Non ce l’aspettavamo, devo dire che era nata come una provocazione ed è diventata una protesta democratica perché i cittadini vogliono cambiare regione e classe dirigente per far funzionare queste due infrastrutture importanti di Taranto”.

Quelli di Taranto Futura, di cui è referente Gaetano Leucci, si sono già più volte incontrati con  sindaci, con consiglieri regionali lucani e tra poco ci sarà un grande convegno in Basilicata, come già riferito, poi a settembre a Taranto.

Nicola russo ci tiene più volte a precisare che trattasi di un progetto economico, né partitico, né politico, che prevede anche l’ingresso di 15 comuni del Cilento oltre all’ingresso della provincia di Taranto. Il  tutto avrebbe due sbocchi  commerciali e turistici uno sullo Ionio, l’altro sul Tirreno, e la Basilicata potrebbe diventare la regione più importante del Sud. Questo può indurre timore nella classe dirigente pugliese, che temerebbe Taranto che potrebbe diventare una città funzionale, principale, dal punto di vista economico e turistico.

“Noi nella nostra umiltà stiamo veicolando i cittadini di Taranto verso il cambiamento, ma anche i Lucani vogliono cambiare – ha sottolineato Russo – sta sorgendo una preoccupazione da parte dei vertici regionali pugliesi in quanto Taranto è ritenuta un gigante anestetizzato e in Basilicata avremmo un ruolo principale, da Cenerentola diventeremmo Principessa”.

Il referendum si farà sia nella provincia di Taranto che nella regione Basilicata e ne vedremo delle belle. Non è quindi una questione di campanilismo, è un problema economico, per quanto riguarda le imprese e le famiglie. Taranto poi diventerebbe città metropolitana, perché ha requisiti demografici maggiori rispetto a Potenza e Matera, come è adesso Bari. Inoltre avrebbe un numero considerevole di consiglieri in regione, avendo più abitanti di Potenza e Matera.

Tratta inoltre la questione anche un saggio di Gaetano Fierro, ex sindaco di Potenza, edito da Ermes: Immagini e realtà del Mezzogiorno d’Italia. Basilicata in bilico.

L’alternativa è che scompaia la Basilicata. Una ipotesi per le macroregioni è che si divida in due, il potentino andrebbe con la Calabria e il materano con la Puglia. I Lucani hanno quindi ancora più motivazioni a rilanciare l’unità della loro regione ipotizzando la Grande Lucania inglobando il Cilento e Taranto, per cui anziché scomparire potrebbe diventare la regione più importante del Mediterraneo.

E ci sarebbero oltre a motivazioni economiche anche culturali. Nicola Russo per finire ricorda che stanno  tentando di rivalorizzare quella che è stata “la nostra cultura latino-greca che non è né pugliese, né foggiana, né leccese e né brindisina, né barese. È tarantina e Taranto era la capitale della Lega Italiota. In Puglia che è una invenzione politica dei Baresi, Taranto entrò come provincia nel ‘23, anzi io ho riportato su Facebook un documento della Prefettura di Potenza, dove era prevista la creazione della Provincia di Taranto con 51 comuni, tra cui quelli attualmente tarantini, altri lucani e del barese, come riportato in un articolo del Corriere di Basilicata del 26-27 agosto 1923 ”.

Vito Piepoli

 

viv@voce

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