“AL PITAGORA, PROGETTI DI NARRAZIONE IDENTITARIA PER TARANTO CON IL GIORNALISTA E SCRITTORE EMILIO CASALINI”

“AL PITAGORA, PROGETTI DI NARRAZIONE IDENTITARIA PER TARANTO CON IL GIORNALISTA E SCRITTORE EMILIO CASALINI”

Lunedì 27 novembre 2017, alle ore 10, nel Teatro “Emanuele Basile” di Via Pupino 10/A

Consegnare “le chiavi di casa” della narrazione del territorio a chi ne dovrebbe diventare un abitante attivo e scoprire nuovi punti di vista di una terra ancora tutta da raccontare.

Incontro con gli studenti dell’ITES Polo Commerciale “Pitagora” di Taranto con il noto giornalista e scrittore Emilio Casalini, vincitore nel 2012 del Premio giornalistico televisivo “Ilaria Alpi” con un’inchiesta sul traffico internazionale di rifiuti e nel 2010 del Premio giornalistico “Enzo Baldoni” con un documentario sulla condizione dei giovani in Iran.

Prende così il via nell’istituto Pitagora – evidenzia il Dirigente Scolastico Nadia Bonucci – una progettazione originale finalizzata a creare percorsi formativi innovativi e ad aprire finestre su scenari professionali, attuali e futuri, di cui la nostra terra ha un estremo bisogno.

I ragazzi che vivono in un determinato territorio nella maggior parte dei casi non lo conoscono se non in modo superficiale. I progetti di narrazione identitaria sono uno strumento per farlo raccontare direttamente da loro che, in questo modo, lo scoprono e ne offrono una visione per i viaggiatori e per i residenti che, spesso, ne ignorano il valore. 

I percorsi hanno origine dal libro di Emilio Casalini “Rifondata sulla Bellezza” (Spino Editore) in cui i progetti di narrazione identitaria sono uno dei principali strumenti, oggi spesso mancanti, di valorizzazione del nostro territorio e della nostra cultura.

Questo anche al fine di attirare un turismo di qualità, diametralmente opposto a quello “mordi e fuggi” e low cost. Il migliore viaggiatore che possiamo sperare di ricevere è quello che si ferma più a lungo sul territorio, lo impara a conoscere, prova esperienze reali, stabilisce un legame empatico con chi lo accoglie. La narrazione di ciò che siamo è la base da cui partire.

Il territorio e le sue strade, possono diventare la tela su cui raccontare le infinite storie e caratteristiche dei nostri luoghi e accompagnare per mano il visitatore. Fatti, persone, leggende che hanno attraversato il tempo creando una variegata stratificazione di cultura, folklore, enogastronomia, religione a cui affiancare il racconto delle peculiarità architettoniche, artistiche, naturali e paesaggistiche.

Perle che non attendono altro che essere condivise con chi desidera scoprirle. Un racconto che rafforza anche il rapporto tra gli abitanti e l’ambiente che li circonda, stimolando un orgoglio sano e virtuoso.

Aprire a idee innovative sia per i contenuti che per gli strumenti, stimolare la creatività dei ragazzi, offrire un contatto reale e tangibile tra abitanti e istituzioni conducono al radicamento empatico verso il territorio di appartenenza, a nuove prospettive occupazionali ancorate sui talenti personali degli studenti e indispensabili per affrontare la rivoluzione industriale 4.0., al coinvolgimento in prima persona e allontanamento dall’apatia riscontrata dagli psicologi dell’età evolutiva, alla riduzione della distanza tra giovani e società civile, diminuendo quel senso di sfiducia che pervade le recenti generazioni.

Soggetti coinvolti risulteranno la scuola, luogo in cui gli studenti divisi in piccoli gruppi lavoreranno per alcuni mesi nei progetti di narrazione identitaria, gli enti territoriali per la tutela, valorizzazione e promozione del territorio, gli esperti che forniranno gli strumenti necessari a esprimere al meglio le idee potenziali.

Una giuria composta da un esperto di comunicazione, un docente e un rappresentante istituzionale selezionerà e premierà in un’assemblea pubblica i lavori migliori che verranno consegnati alla collettività per essere concretamente realizzati. 

Narrare e conoscere il territorio vuol dire anche formare e sviluppare consapevolezza e coscienza nei ragazzi/cittadini del territorio stesso che ne diventano soggetti attivi del suo sviluppo.

 

Il Dirigente Scolastico

Nadia BONUCCI

viv@voce

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