MANDURIA. “Il Palazzo tace”

Nota stampa dei Verdi

“Otto partecipanti ad un pacifico sit-in, tra cui un manduriano, denunciati per violenza privata. Un imminente nuovo Consiglio Comunale, convocato presumibilmente per abrogare quanto approvato appena qualche giorno fa.

Una convocazione a breve da parte del Presidente Emiliano dei sindaci di Avetrana, Manduria e Sava. L’interruzione dei lavori ad Urmo, motivata da non si sa che.

Due città che attendono col fiato sospeso l’esito di una vicenda che si trascina da troppi anni.

Nulla di tutto ciò induce il sindaco Massafra ne’ alcuno dell’amministrazione in carica a rendere edotta la cittadinanza su quanto sta accadendo e su quanto si intenda fare.

Eppure un tentativo di chiarezza meriterebbe di essere fatto, stanti le numerose e contraddittorie prese di posizione cui abbiamo assistito, dopo tanto immobilismo.

Men che meno chi ci amministra sente il bisogno di chiamare a se’ tutti coloro che con grande sacrificio e rischiando in prima persona portano avanti una battaglia

che ha ben ragion d’essere, se a nulla sono serviti anni di promesse, rassicurazioni, intimidazioni. Non è giunto il momento di ascoltare queste persone?

Di concordare con loro le prossime mosse? I margini per una soluzione sono ormai estremamente ristretti, non c’è più tempo (se mai ve n’è stato)

per tirar fuori dal cilindro altri conigli, ne’ per dare prova di confusione o indecisione o mancanza di concretezza.

Vi è una delibera di Consiglio Comunale che indica una possibile alternativa e che pone in maniera chiara e definitiva la necessità di una dislocazione del

depuratore lontano dalle coste e di un suo ridimensionamento. Quanto richiesto dai 10.000 manifestanti del 7 aprile sulla base di un documento

condiviso da numerose associazioni e forze politiche, di cui Regione e AQP sono a conoscenza.

Perdersi ora in nuove ipotesi significherebbe a nostro avviso spostare l’attenzione da una resa dei conti non più differibile: verificare una volta per tutte se vi è la

volontà politica da parte del Presidente Emiliano di rivedere in maniera sostanziale l’appalto in essere e di conseguenza di dare mandato all’ufficio legale della Regione

affinché si attivi in quella direzione”.

 

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