SAVA. Come ereditare un parco verde degradato e imbruttirlo maggiormente

SAVA. Come ereditare un parco verde degradato e imbruttirlo maggiormente

Quell’immensa immensa area verde confinante con la Via per Francavilla e la Via per la stazione che non è restituita alla nostra comunità

IAIA ha ereditato un parco comunale per molti versi degradato. E questo, non ci sono dubbi. Francamente. E l’elenco dei beni comunali che stavano più che di qua li conosciamo bene: il mai entrato in funzione macello alla zona industriale, gli ampi locali del mai messo in moto mercato ortofrutticolo in Via Fratelli Bandiera, il campetto di calcetto con annessi ampi spogliatoi e area verde circostante adiacente al cimitero comunale, il completo abbandono del cimitero dell’800 vera opera da destinare ad un itinerario turistico.

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Insomma, se avesse voluto IAIA, prendendo un plesso o area all’anno, in 5 anni, li avrebbe potuti riqualificare. E invece no. Per nulla. Sono ancora più imbruttiti. E vederli oggi in che condizioni stanno fa rabbia, e tristezza al tempo stesso, nel vedere questi beni pubblici buttati lì in un cantone quasi dimenticati. Il parco alla via per Francavilla vede un attore principale, sempre presente in questi quasi 10 anni: Pasquale Calasso, già assessore ai Lavori pubblici con Maggi e in continuità con IAIA.

AREA PARCO

Furono ben 80 mila euro spesi per creare al suo interno dei vialetti costeggiati da pali di legno devitalizzati e un percorso ben delineato che portava da un ingresso all’altro passando tra i pini d’Alleppo. E allora sembrava per davvero che stesse per rinascere questa area di circa 40mila metri quadrati. Imponente e accessibile da due strade extraurbane importanti. E come ogni cosa, in genere, ci vuole la cura del bene.

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Immancabilmente, nel mese di maggio di ogni anno, qualche imbecille mette fuoco alle erbacce alte quasi un metro e il fuoco completa l’opera dei balordi. A scapito di chi?

Oltre a quella del vicinato, che vede invase le proprie abitazioni di fumo, anche quello di una intera comunità che non può beneficiare di un bene così grande. Area che si presta a tutto, a tutto ciò che può essere ricreativo.

E se il nostro Comune non è in grado di gestirla la dia in comodato gratuito per un tot di anni al privato, magari facendo gara d’appalto e non come IAIA ha fatto con il chiosco di Piazza Risorgimento, dandolo in gestione per 30 anni a un costo irrisorio. Ma irrisorio per davvero.

Quanto?

800 euro all’anno …

Giovanni Caforio

viv@voce

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