TARANTO. I costi della follia di San Silvestro

TARANTO. I costi della follia di San Silvestro

Altro che buona fine e buon principio, a Taranto nella notte di Capodanno ci sono stati interventi straordinari da parte dell’Amiu e dei Vigili del Fuoco, con tre feriti

Sono stati troppi i cassonetti bruciati. Se le strade sono state parzialmente risparmiate dall’inciviltà, non è toccata la stessa sorte ai contenitori per i rifiuti. Una prima stima, in via di aggiornamento, ne ha contati circa 75 tra danneggiati e bruciati.

Questi cassonetti sono stati già sostituiti, ma rappresentano un costo non preventivato per l’azienda, stimabile in circa 20mila euro.

L’Amiu che è diventata una società per azioni,  opera nel settore dei servizi pubblici locali, ed in particolare in quello della gestione del ciclo dei rifiuti.

Fra i suoi obiettivi vi è la salvaguardia dell’ambiente e del territorio, per il cui conseguimento svolge attività in materia di igiene e decoro urbano, raccolta, trasporto e smaltimento rifiuti.

Non ultima e di grande attualità, la selezione dei materiali provenienti da raccolta differenziata, il cui potenziamento permetterà di sfruttare in modo più efficiente gli impianti esistenti e di avviare un sistema integrato di gestione nel quale il conferimento dei rifiuti presso l’impianto di termovalorizzazione rappresenti soltanto una fase residuale.

L’Amiu svolge, inoltre, altre attività come la manutenzione ordinaria del patrimonio comunale e del verde pubblico, avendo assorbito, ad aprile 2006, le attività e i lavoratori della società “Taranto Servizi S.p.A.”.

E anche quest’anno, l’Amiu ha dovuto svolgere a Taranto un servizio straordinario di pulizia durante la notte a cavallo tra il 31 dicembre 2016 e il 1 gennaio 2017.

Gli appelli alla civiltà e gli specifici provvedimenti amministrativi varati dal Comune di Taranto hanno avuto il merito di ridurre l’incidenza degli episodi che, purtroppo, negli anni scorsi avevano ridotto alcune zone della città a luoghi privi anche del minimo decoro.

Al netto di alcune e ben note zone, quindi, la condizione generale della città è apparsa meno critica rispetto allo scorso anno.

In ogni caso, l’Amiu ha dovuto mettere in campo mezzi e risorse in numero considerevole per ristabilire in città le condizioni di vivibilità, già dalla mattina di Capodanno.

Tra la notte del 31 dicembre e la giornata successiva, sono stati impiegati circa 110 dipendenti, tra autisti, operatori e coordinatori, che attraverso 10 compattatori, un minicompattatore, 5 spazzatrici, una pala meccanica, un “ragno”, uno scarrabile con cassone e 2 mezzi per il trasporto dei cassonetti, sono intervenuti rimuovendo i rifiuti abbandonati per strada, o fuoriusciti dai contenitori danneggiati dalle esplosioni.

Proprio i cassonetti rappresentano la voce di danno maggiore. È da ricercare in questi numeri, se non dovesse bastare l’irrinunciabile aspirazione alla civiltà, la necessità di rispettare maggiormente i beni comuni.

A tal proposito, ricordiamo, un’altra cattiva abitudine del vivere incivile a Taranto, che riguarda una abbondanza di rifiuti ingombranti, lasciati in ogni dove presso i cassonetti.

In tutti questi casi, il servizio Amiu raccolta rifiuti ingombranti non viene utilizzato, nonostante sia tempestivo e ben gestito. Mi risulta così, avendone fatta esperienza diretta. La raccolta viene effettuata in serata della stesso giorno, in cui viene detto di depositare il rifiuto, riducendo al minimo lo sconcio della sua presenza in strada. Basta telefonare gratuitamente al numero verde 800013739, attivo dal lunedì al sabato dalle ore 8 alle ore 14.

In conclusione è bene ricordare che purtroppo ogni deroga al senso civico, costa risorse importanti che potrebbero essere impiegate altrove. Quei 20mila euro potevano servire a ben altro, ma anche tutti gli altri soldi andati in fumo coi petardi acquistati legalmente o no, e i 110 operatori e  i mezzi  Amiu utilizzati, e i Vigili del Fuoco e gli Ospedali, e così via.

Basta con gli sprechi, in una situazione  italiana ma ancor più  cittadina di estremo bisogno.

Vito Piepoli

viv@voce

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