SAVA. Illudere è stata sempre la prerogativa del sindaco pro tempore savese. Ma la realtà è diversa. Molto ben diversa. E sulla realtà pesano le responsabilità amministrative

SAVA. Illudere è stata sempre la prerogativa del sindaco pro tempore savese. Ma la realtà è diversa. Molto ben diversa. E sulla realtà pesano le responsabilità amministrative

Il pensiero quotidiano di IAIA su facebook

Al nostro sindaco evidentemente piace scherzare, in quanto, i fans inquadrati dal basso di fronte al palco sembrano tanti ma visti da altra posizione si conferma che erano circa 300. Politicamente parlando poi diventano 1000, stando alle firme che il primo cittadino IAIA dice di avere raccolto in piazza, e si moltiplicano per 3 o per 4 allorchè si danno le notizie alla stampa su quella manifestazione replay sul solito argomento del depuratore, adoperato ormai come cavallo di battaglia elettorale.

PIAZZA SAN GIOVANNI ORE 17.30. VISTA FRONTALE

Con tutto il rispetto comunque per il resto dei 16mila cittadini che non erano in piazza. Siamo certi che anche a loro piacerebbe avere subito il depuratore, non piace affatto invece chi, dovendo fare il proprio dovere nel risolvere i diversi problemi della cittadina, si sente offeso allorchè qualcuno ha il coraggio civico porli in risalto. Metterci la faccia, carissimo sindaco pro tempore IAIA, le ricordiamo molto cortesemente che, per un amministratore dovrebbe essere una cosa normale ed obbligatoria, qualora dinanzi ad un problema anziché criticare chi lo pone in risalto, sarebbe logico e giusto risolverlo o almeno far finta di tentare.

PIAZZA SAN GIOVANNI ORE 17.30. VISTA DALL’ALTO

Lei dice che qualcuno “gode a mostrare continuamente i problemi, che certamente ci sono, come in ogni realtà ma non muovono un dito per risolverli”. Intanto lei ci spieghi perché si urta così tanto anziché assieme alla sua amministrazione impegnarsi a risolverli (come è suo dovere), visto che i cittadini l’hanno votata e la pagano per questo.

Per quanto riguarda poi la sua dichiarazione “ma perché non vanno via e lasciano la gente vivere in pace”, vorrebbe far intendere quindi che chi le sottopone i problemi sia un essere fastidioso, una specie di rompiscatole che se ne deve andare dal paese.

A questo punto le rivolgo una domanda, ma lei allora che ci sta a fare in Comune, a parte il riproporsi come sindaco?

I sistemi di escludere chi si ritiene scomodo perché usa i metodi democratici della libertà di espressione e cerca di migliorare la qualità ambientale e la vivibilità, fanno parte di un lontano passato che per fortuna non ci riguarda più.

Mimmo CARRIERI

viv@voce

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