Confagricoltura Taranto, Lazzàro: «Il Psr Puglia 2014-2020 è in stallo. Bisogna rinegoziare con Bruxelles: la Regione acceleri»

Confagricoltura Taranto, Lazzàro: «Il Psr Puglia 2014-2020 è in stallo. Bisogna rinegoziare con Bruxelles: la Regione acceleri»

«Il Psr Puglia 2014-2020 proprio non va avanti: è come se fosse incagliato su una secca»

Luca Lazzàro, presidente di Confagricoltura Taranto, non riesce a mandar giù il fatto che si stia «rischiando seriamente di sciupare l’ennesima occasione per sostenere un settore in difficoltà e, contemporaneamente, creare le condizioni per un rilancio e ammodernamento».

«Nello scorso settennio – ricorda Lazzàro – la Puglia ha speso quasi tutta la dotazione finanziaria grazie anche ad un forsennato rush finale». E ora invece di far tesoro degli errori passati e delle precipitose rincorse, sembra che la Regione, alle prese con la nuova “lezione” dei fondi europei, abbia bisogno di un sostanzioso ripasso: «Abbiamo già perso due anni – spiega il presidente tarantino – dietro alle solite lentezze burocratiche e, ciò che è peggio, ad un Psr che non risponde alle reali esigenze degli agricoltori. Ed è per questo che chiediamo alla Regione di ascoltarci e di procedere rapidamente nel confronto con Bruxelles: bisogna rinegoziare il Psr, perché così com’è fatto ed è organizzato non serve. Scontiamo dei ritardi catastrofici nell’attuazione ed un impianto complessivo, almeno in alcune aree della regione, contorto che fa a pugni con la necessità delle aziende di investire per stare al passo con i rapidi cambiamenti e con le attese di un mercato che non ci aspetta».

Un Psr, insomma, che non serve agli agricoltori e non è utile per la Regione: «Questo Psr è in stallo e non aiuta l’agricoltura – rimarca il presidente di Confagricoltura Taranto – perché non scioglie i tanti nodi che abbiamo provato a far capire ai burocrati regionali».

Troppe, per Confagricoltura, le misure che non stanno decollando: miglioramenti fondiari, primo insediamento e settore biologico su tutti.  «Alcuni di questi capitoli – rimarca Lazzàro – con scadenze a sessanta giorni sono addirittura bloccati per la mancata entrata in funzione del sito internet che doveva velocizzare le pratiche e che, al contrario, le sta frenando. Non oso immaginare quanto sia costato agli agricoltori pugliesi, visto che queste infrastrutture tecnologiche vengono pagate con soldi europei. Il problema di fondo è che dopo una serie di rinvii e di attese generate, sta venendo a galla una certa incapacità nell’organizzare e affrontare le questioni, anche quelle specifiche di alcuni territori».

Il riferimento è ad una ferita ad oggi rimasta aperta e che riguarda le isole amministrative di Taranto e le sue aree periurbane che si estendono fin oltre Monteiasi e Montemesola, classificate come urbane sulla carta ma pienamente agricole nella realtà: «La disattenzione – sottolinea Lazzàro – con cui è stata archiviata una vicenda che penalizza centinaia di aziende tenendole fuori dalla possibilità di accedere ai fondi europei è disarmante: è urgente sanare questo vulnus affrontando la questione in modo definitivo e generale deperimetrando l’intero polo urbano di Taranto. Del resto, chiede vendetta anche il doppio danno che le aziende agricole ricadenti nelle aree colpite da Xylella stanno subendo, private dei fondi europei perché lì vige il divieto di reimpianto e beffate dalla mancanza di un reale capitolo specifico dedicato al loro sostegno, in questo caso con la complice miopia dell’Unione europea».

Un quadro a tinte fosche e che non promette nulla di buono. «Nella lunga marcia dei finanziamenti europei – è l’idea di Lazzàro – il Psr Puglia arranca col fiato corto già dopo i primi due anni. Non capire che bisogna cambiare marcia ora che ancora si può rimediare, sarebbe un delitto da parte di chi ha la responsabilità di gestire la politica agricola della Puglia.  Forse sarebbe il caso di fermarsi un attimo e fare il punto della situazione sull’andamento complessivo del Psr, ragionando anche sulle risorse umane ed organizzative che la classe dirigente regionale ha il dovere di chiamare in causa per risolvere i problemi. Noi di Confagricoltura – conclude il presidente Lazzàro – siamo pronti a discuterne e ad essere ascoltati».

https://www.youtube.com/watch?v=yevdVh0cisc

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