MANDURIA. La straordinaria esperienza degli alunni dell’IC don Bosco nella visita all’impianto di fitodepurazione di Melendugno

E’ stato lo scorso 21 aprile che, grazie all’iniziativa proposta dal locale circolo Legambiente Manduria approvata dalla dirigente Anna Cosima Calabrese, gli alunni dell’IC Don Bosco si sono trovati circondati dalla natura e dalla biodiversità creata in modo assolutamente naturale all’interno dell’impianto di fitodepurazione di Melendugno

Gli alunni avevano in precedenza seguito incontri informativi tenuti presso l’istituto con la collaborazione dei volontari del Circolo Legambiente Manduria.

In particolare la scolaresca – che partecipava ad un più ampio progetto scolastico sulla tutela dell’ambiente che aveva come docenti referenti per la scuola primaria la maestra Rosetta Fanuli e per la secondaria di primo grado la prof.Grazia Buccolieri e la prof. Marino – aveva preliminarmente incontrato Giuseppe De Sario e Giuseppe Brunetti quali referenti del Circolo Legambiente Manduria che avevano loro illustrato attraverso video e slide le peculiarità dell’impianto.

Agli incontri formativi ebbe a partecipare il Consigliere Regionale Cristian Casili che con la sua preparazione professionale e concreta conoscenza dell’impianto ha illustrato agli alunni tutte le caratteristiche dell’impianto ).

L’impianto di Melendugno, è finito dunque sotto la lente di ingrandimento di insegnanti e alunni per riscoprire la fitodepurazione nelle zone umide.

L’idea di coinvolgere insegnanti ed alunni sulla fitodepurazione, – ha dichiarato l’Avv.Giuseppe De Sario – sulla scoperta dell’ambiente palustre e sull’importanza che rivestono le zone umide sono le finalità del progetto didattico di educazione ambientale che Legambiente Manduria (grazie al contributo dell’Assessore Maurizio Cisternino del Comune di Melendugno e di Acquedotto Pugliese) intende proporre a tutte le scolaresche con l’invito agli amministratori del Comune di Manduria a fare altrettanto.

Sarebbe auspicabile che gli amministratori che non conoscono la realtà della depurazione reflui a Melendugno approfondissero il proprio sapere, perchè con la visita al depuratore appare chiaro e lampante che lo stesso possa essere realizzato senza problematiche anche nel nostro Comune di Manduria o nel vicino comune di Sava.

La fitodepurazione è una tecnologia che usa la capacità depurativa degli ecosistemi naturali mettendola al servizio delle attività umane. «Il ricorso a tecniche di depurazione naturale per il trattamento dei reflui costituisce ormai una scelta ampiamente diffusa – spiega Giuseppe De Sario, presidente di Legambiente Manduria – Gli impianti di fitodepurazione rappresentano un’alternativa ai sistemi di depurazione tradizionali, con vantaggi dal punto di vista economico (risparmio di energia elettrica, limitati costi di gestione) ed ambientale (eliminazione dei trattamenti di disinfezione e dei relativi sottoprodotti, miglior inserimento paesaggistico e anche miglioramenti climatici), e non richiedono grandi superfici. Con questo progetto didattico -aggiunge De Sario – Legambiente vuole, sia illustrare le peculiarità dell’impianto di fitodepurazione di Melendugno e descrivere i concetti base legati alle acque reflue e ai nuovi trattamenti depurativi naturali (best management practices), che approfondire gli aspetti legati agli ambienti umidi per promuovere una fruizione responsabile e consapevole del territorio».

L’impianto di fitodepurazione di Melendugno si estende su una superficie di sette ettari di cui cinque occupati dai bacini di lagunaggio, e si colloca in una zona di particolare valenza ambientale, caratterizzata da aree naturali e da una posizione strategica nella dinamica dei flussi migratori dell’avifauna.

Il Servizio Tutela della Acque della Regione Puglia, che ha coordinato questa esperienza di recupero delle acque affinate ai fini ambientali intese avviare un progetto pilota di monitoraggio e valorizzazione ambientale dell’area umida ricostruita presso le aree dell’impianto di Melendugno, con l’obiettivo di comprendere a pieno l’efficacia del progetto e, più in generale, il ruolo ecologico delle aree umide artificiali.

È un tentativo di “Ri-pensare” al valore dell’acqua come lo era per le generazioni passate, ricucendo il rapporto tra noi cittadini ed il nostro territorio, perseguendo uno sviluppo il più possibile equilibrato tra le attività umane e la conservazione delle funzioni ambientali del nostro ecosistema.

Il progetto dell’impianto, si configura dunque come primo esempio, su larga scala in Puglia, di un sistema naturale ed eco sostenibile, caratterizzato da una ridotta complessità tecnologica e da una spiccata semplicità gestionale.

Lascia un commento