LIZZANO. “Poetica del tempo perduto”, il vernissage di Gaetano Tommasi

LIZZANO. “Poetica del tempo perduto”, il vernissage di Gaetano Tommasi

La mostra personale di pittura che concilia arte, pathos ed estemporanea di creatività visuale

Poetica del tempo perduto”, questa la denominazione della mostra personale di pittura dell’artista: Gaetano Tommasi.

Lizzanese di nascita, Tommasi, inizia a nutrire e a coltivare sin da piccolo la passione per l’arte, accrescendo le sue conoscenze artistiche, tecniche e pittoriche che determinano la “scelta stilistica” che contraddistingue l’animo di un artista.

La personale di pittura è stata ospitata presso la galleria “Le Nicchie” di Oronzo Corigliano (curatore del Museo Civico della Paleontologia e dell’Uomo); un contenitore culturale che armonizza, in maniera composita, l’arte nelle sue molteplici forme e sfaccettature, contemperando la storia delle civiltà passate, oltre alla peculiare presenza di oggetti d’epoca e, dunque, divenendo sede di mostre personali di pittura eseguite con diverse tecniche su superfici differenti.

In questo clima, ove l’arte prende vita, si colloca il vernissage di Gaetano Tommasi, “Poetica del tempo perduto”, inaugurato domenica 27 dicembre alle ore 17.00; in contemporanea con un’altra mostra di pittura a Nonantola, Modena, dove l’artista, assieme ad altri maestri contemporanei, ha esposto un cofanetto in legno dipinto interamente a olio, in merito alla rassegna artistica intitolata: “Cofanetti d’Artista”.

Eccelsa bravura, dote innata, pathos espresso mediante la corrente artistica dell’Impressionismo, nata in Francia (esattamente a Parigi) nella seconda metà dell’Ottocento, la quale contribuisce, come  lo stesso Tommasi evidenzia (anche nelle sue opere di incommensurabile bellezza), a incrementare la sensazione che un determinato momento dona al pittore, inducendo, lo stesso, a tradurre quell’emozione in un’opera pittorica ricca di simbolismo, la cui interpretazione resta del tutto soggettiva, incentrata su ciò che l’osservatore intravede tra i lineamenti, i chiaroscuri e i giochi cromatici concepiti, come forme, date dalle pennellate dell’artista e, infine, da ciò che percepisce in quel determinato momento.

Perchè, in fin dei conti, come espresso da Henry Ward Beecher: “Ogni artista intinge il pennello nella sua anima, e dipinge la sua stessa natura nelle sue immagini”.

La fotografia come espressione artistica che riproduce la realtà così come si presenta, ma solo attraverso la maestria e l’accuratezza di un bravo fotografo, si riescono a ottenere dei risultati in grado di comunicare e suscitare sensazioni in chi le ammira. Fascino e suggestione espresse nelle diapositive di Salvatore Lupo che ringraziamo per lo splendido servizio gentilmente concessoci.

Eleonora Boccuni

viv@voce

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