SAVA. Sergio Sergio e i ricordi di quando, fino a 30 anni fa, viveva a Sava

SAVA. Sergio Sergio e i ricordi di quando, fino a 30 anni fa, viveva a Sava

Da muratore a panettiere, da barista a … reclutatore dell’ISIS!

I paesi, lo sappiamo tutti questo, sono una specie di famiglia allargata. Specie, 50 anni fa, quando le nostre mamme che ci vedevano uscire fuori di casa, dopo il periodo scolastico, con l’estate incalzante,  l’unica loro preoccupazione era “di non farci mettere sotto da qualche bicicletta”. Altri decenni. Altri tempi di mezzi di trasporto. Ma andiamo ai ricordi.

Cercando di saperli raccontare in base agli eventi della cronaca di oggi che vedono diversi scenari. Molto, ben più drammatici. Sergio Sergio, oggi arrestato per diversi reati attinenti al terrorismo internazionale, aveva poco più di 4 anni rispetto alla nostra età. La madre si separò dal padre, emigrato in Germania, e cominciò a vivere vendendo anche se stessa. Era il 1965. Lui, allora aveva ben 12 anni e risultava grande, molto più grande, rispetto a noi che ancora eravamo nell’inizio della seconda metà dei dieci anni.  

Era un giocherellone. Un classico bambinone. Il quale non faceva mai, dico mai, pesare il suo sviluppo fisico rispetto al nostro che, in base all’età, risultava mingherlino. Spesso, a quell’età, avere un fisico imponente può risultare sinonimo di sottomissione. Invece, con Sergio tutto questo non c’era. Era affettuoso con noi. Giocavamo con i bottoni per strada. E spesso perdeva. E allora in mancanza di bottoni che faceva, il nostro Sergio? La madre, Maria Pichierri, vendeva i suoi prodotti ai mercati settimanali dei paesi limitrofi a Sava.

Spesso erano robe usate ma, a volte, anche detersivi. E il nostro Sergio, quando perdeva tutti i bottoni che  aveva a disposizione, sapete cosa escogitava? Allora era in auge un detersivo che faceva tutto, Kid 44 si chiamava, e al suo interno c’era un bicchiere di vetro in omaggio. Il buon Sergio apriva lo scatolo del detersivo, estraeva il bicchiere e veniva a barattarlo con i bottoni che gli mancavano. Accettavamo anche questo baratto.

I pochi mezzi a disposizione, alimentavano la nostra fantasia. Scontata la tirata d’orecchi da parte della madre che, una volta accortasi della rottura dello scatola del detersivo, erano guai seri. Il tempo passa per tutti, per noi e per Sergio. Noi entriamo nel mondo scolastico e lui è alle prese con i lavori più umili. Quei lavori che mettono a monte la tenuta fisica. Infatti, facendo il muratore, la massa muscolare del buon Sergio si era sviluppata in modo esponenziale. Alla Rocky Balboa. Impressionante.

Sembrava che facesse culturismo, invece erano i blocchi di tufo i suoi “maestri”. E così, facendo il manovale con i muratori, Sergio portava a casa la classica giornata lavorativa. Dopo questa fase lavorativa, durata diversi anni, ecco che Sergio lo vediamo panettiere in un panificio.

Di seguito, per molti anni, anche barman in un bar pizzeria del centro del nostro paese. Passano gli anni e lui con il suo motorino si sposta tranquillamente da una parte all’altra del paese. Sempre solo. Maledettamente solo. Tutto d’un colpo non lo vediamo più. Sparisce.

Nessuno chiede di lui e alcuni di noi non sanno più a chi rivolgersi una volta che la madre è morta. Sergio aveva altri due fratelli, Romeo e Giuliano, e una sorella di nome Liliana. Romeo è morto quasi un decennio fa, di Giuliano non si sa nulla e tanto meno della sorella minore Liliana.

Ai giorni nostri notiamo questo arresto … ma lui era, ed è, un bambinone. Incappato in un contesto grande. Molto più grande di lui …

Giovanni Caforio   

 

viv@voce

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