A Taranto la grande musica classica con “Shakespeare in Music”

A Taranto la grande musica classica con “Shakespeare in Music”

Oggi, martedì 20 gennaio, alle ore 21.00 al Teatro Orfeo di Taranto

Tre splendide composizioni orchestrali di ispirazione “shakespeariana” che incastonano una gemma preziosa: l’esecuzione del più celebre concerto per pianoforte e orchestra di Sergej Prokofiev. Questo è “Shakespeare in Music”, il concerto con cui, dopo il trionfale concerto con Al Bano, torna al repertorio della grande musica classica la stagione orchestrale XXIII “Eventi Musicali” 2014-2015 dell’Orchestra Magna Grecia di Taranto. Sul palco del Teatro Orfeo ci saranno, con l’Orchestra ICO Magna Grecia, il raffinato direttore Luigi Piovano e il giovanissimo, ma già pluripremiato, pianista Leonardo Colafelice.

Il concerto “Shakespeare in Music” della stagione “XXIII Eventi Musicali” dell’Orchestra Magna Grecia si terrà oggi, martedì 20 gennaio, alle ore 21.00 al Teatro Orfeo di Taranto, un evento reso possibile da Oro 6 Fondazione per il Sociale. info: Orchestra Magna Grecia, via Tirrenia n.4 Taranto (099.7304422) e via Giovinazzi n.28 (cell. 345.8004520) o Basile Strumenti Musicali, via Matteotti n.14 Taranto (099 4526853), www.orchestramagnagrecia.it.

Sul podio in “Shakespeare in Music” ci sarà Luigi Piovano, il Direttore musicale dell’Orchestra Magna Grecia, musicista che, dopo essersi affermato come violoncellista solista, tra l’altro è il “primo violoncello” dell’orchestra di Santa Cecilia a Roma, si sta imponendo sulla scena internazionale come uno dei più raffinati e sensibili direttori d’orchestra.

In questo concerto Luigi Piovano dirigerà l’Orchestra Magna Grecia nell’esecuzione di tre brani di ispirazione “shakesperiana”: il primo è la overture da “Othello”, Op. 93 di Antonin Dvorak, una delle opere più rappresentative del compositore ceco che, disegnando tonalità intrise di tensione ed epiche, qui si ispira all’orchestrazione wagneriana. Sarà poi eseguita la overture da “Le allegre comari di Windsor” di Carl Otto Nicolai, il più celebre brano del compositore tedesco, opera che ne decretò il successo giusto otto settimane prima della sua morte per un colpo apoplettico. Del russo Sergej Prokofiev sarà poi eseguito il brano “Montecchi e Capuleti” Suite n.2, Op.64 dal celebre balletto “Romeo e Giulietta” che, ispirato alla tragedia immortale di William Shakespeare, ha una forte carica emotiva.

Di Sergej Prokofiev in questo concerto sarà eseguito un autentico capolavoro: il Concerto per Pianoforte e Orchestra n. 3, Op.26, il più famoso ed eseguito dei concerti per pianoforte del compositore russo; opera divisa nella forma classica in tre movimenti, segna il passaggio alla maturità creativa di Prokofiev che, mettendo in secondo piano quelle aggressive avanguardie pianistiche che lo avevano reso celebre, qui predilige un leit motiv più legato alla tradizione musicale russa del tempo.

Per eseguire alla perfezione questo concerto il pianista deve avvalersi di una tecnica eccellente e di un virtuosismo non indifferente: a Taranto sarà “affidato” al talento di Leonardo Colafelice: nel maggio scorso, a soli diciotto anni, è stato finalista alla XIV edizione della Arthur Rubinstein International Piano Master Competition di Tel Aviv, dove ha ottenuto ben 3 premi speciali, solo l’ultima in ordine di tempo delle numerose affermazioni di questo giovane pianista che è considerato come una delle maggiori “promesse” del pianismo italiano.

Il partner culturale e sociale dell’Orchestra della Magna Grecia è Ubi Banca Carime che conferma il suo sostegno convinto per corroborare sul territorio la funzione di una economia integrata al fine di garantire responsabilmente un’alta qualità della vita; l’orchestra è sostenuta da Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e Turismo, Shell Italia E&P S.p.A., Fondazione Cassa di Risparmio di Puglia, Camera di Commercio di Taranto, Regione Puglia, Provincia di Taranto e Comune di Taranto.

Guida all’ascolto di Stefano SERIO

Concerto “Shakespeare in music”

(brani in ordine di esecuzione)

 

Sergej Prokofiev (1891-1953)

da “Romeo e Giulietta” Suite n.2, Op.64

Montecchi e Capuleti

Il brano, Montecchi e Capuleti, tratto dal celebre balletto di Prokofiev, è ispirato alla tragedia immortale di William Shakespeare, Romeo e Giulietta. La storia d’amore più famosa di tutti i tempi, coronata e consumata nella splendida cornice veronese rinascimentale, riprende vita nel balletto del compositore russo, il quale aggiunge un ulteriore tocco di personalità e modernità alla tragedia di Shakespeare. Il balletto infatti ha una forte carica emotiva dovuta soprattutto alla teatralità dell’opera, in un miscuglio di sentimentalismo, ironia e drammaticità, facendo trasparire, specialmente nel brano in questione, la tensione esistente tra le famiglie dei Montecchi e dei Capuleti, le quali si opponevano fortemente alla storia d’amore fra Romeo e Giulietta, perché rivali da secoli. E’ curioso, ma importante, sapere che Prokofiev, da buon modernista, in una prima versione dell’opera, aveva previsto addirittura un lieto fine, sconvolgendo totalmente la genesi e il contenuto della tragedia Shakesperiana. Tuttavia le pesanti critiche e sanzioni delle autorità russe verso altri modernisti quali Shostakovic, lo fecero desistere dal suo intento. Settant’anni dopo, nel 2008, con l’approvazione della famiglia Prokofiev e il permesso dell’Archivio di Stato Russo, la versione originale venne rappresentata per la prima volta, in anteprima mondiale. La versione che ascolteremo questa sera è quella classica ma immortale, che tutti ricordiamo, per il grande trasporto emotivo che trasmette, fin dalla prime note.

Concerto per Pianoforte e Orchestra n°3 di Sergej Prokofiev

Sergej Prokofiev (1891-1953)

Concerto per pianoforte e orchestra n.3, Op.26

E’ il più famoso ed eseguito dei concerti per pianoforte del compositore russo Sergej Prokofiev. E’ sicuramente la composizione che segna il passaggio alla maturità creativa del russo: musicalmente parlando, infatti, Prokofiev mette in secondo piano quelle aggressive avanguardie pianistiche che lo avevano reso celebre prediligendo un leit motiv più legato alla tradizione musicale russa del tempo. Alla maturità creativa si accompagna una maturità personale e un repentino cambio di vita, infatti il compositore russo, da poco emigrato negli Stati Uniti per sfuggire alla guerra civile russa, ebbe grosse difficoltà economiche e non riuscì a far breccia nel pubblico americano attraverso la sua musica. Il Concerto è suddiviso in tre movimenti: Nel primo, l’apertura è affidata ad un dolce clarinetto, a cui in seguito si accompagnano gli archi per poi essere completamente dominati dal pianoforte, la cui vivacità e trasparenza aumentano il dinamismo della composizione, sempre in bilico tra tradizione e modernità. Questa contrapposizione è ancora più  marcata nel secondo movimento, nel quale variazioni del tema e virtuosismi del compositore danno vita a episodi di grande tensione lirica. L’ultimo movimento è un tripudio di vitalità e nostalgia per la terra natìa grazie anche al tema fremente degli archi e degli ottoni ma soprattutto del pianoforte che man mano diventa più intimo e nostalgico.

Carl Otto Nicolai (1810-1849)

Overture da “Le allegre comari di Windsor”

E’ di sicuro la più celebre opera del compositore tedesco Otto Nicolai, tratta dalla commedia omonima di William Shakespeare nella quale Sir John Falstaff, in cerca di denari e fortuna, manda la stessa lettera d’amore a due donne sposate di Windsor: Le due donne, con l’aiuto di un’ amica, decidono di dargli una lezione. Parallelamente la figlia di una delle tre signore cerca di sposare l’uomo che ama, a discapito della famiglia e degli altri corteggiatori. L’opera venne rappresentata per la prima volta a Berlino nel 1849 e decretò il successo di Otto Nicolai. Circa 50 anni dopo anche Giuseppe Verdi si ispirò all’opera di Shakespeare per mettere in scena il Falstaff. Seppur la commedia Shakesperiana abbia ampi rimandi alla società londinese del tempo, c’è anche un pizzico d’italianità, di cui andare orgogliosi, senza fare campanilismo. Studi recenti infatti, ipotizzano che le origini dell’immortale Shakespeare vadano ricercate proprio in Italia e, in particolare, a Messina; dove il celebre autore insieme alla famiglia risiedeva, prima di fuggire in Inghilterra per scampare all’inquisizione spagnola. Piccole curiosità: il suo vero nome doveva essere Michelangelo Florio. William Shakespeare invece, fu il risultato della traduzione in inglese del nome e cognome della madre, Guglielmina Crollalanza. Sta di fatto che, escludendo questa ipotesi storica molto fantasiosa, è altrettanto vero che in almeno 15 opere di Shakespeare c’è un piccolo grande pezzo di Italia. L’ouverture in questione, è una delle più apprezzate e rappresentate al mondo.

Antonín Dvorák (1841-1904)

Overture da “Othello”, Op. 93

L’Ouverture dell’Otello è una delle composizioni più rappresentative del compositore ceco Antonin Dvorak. Il brano in questione fa parte della trilogia di Ouverture sulla natura, intesa non solo come forza benevola e creatrice di vita, ma soprattutto come forza distruttrice. Nell’Ouverture dell’Otello questa natura contrastante, si riversa sul tema della passione amorosa e soprattutto dell’ossessione. Ossessione innestata dall’antagonista Iago che sparge il seme del dubbio nella mente di Otello nei confronti della moglie Desdemona, la quale viene uccisa da Otello per un presunto tradimento che si rivelerà infondato e lo porterà al suicidio. Musicalmente parlando, l’amore malato e la gelosia ossessiva si trasformano in un tripudio orchestrale, dominato da archi e ottoni, che deve molto alle atmosfere e alle composizioni Wagneriane. Infatti Dvorak, pur essendo stato sempre fedele al classicismo del suo mentore, Johannes Brahms, in questa composizione, dalle tonalità intrise di tensione ed epiche, trasse ispirazione dalle sbalorditive potenzialità orchestrali di Richard Wagner. In questo viaggio Shakesperiano tra sentimenti contrastanti e personaggi di caratura differente, è utile riflettere sull’attualità dei temi affrontati dal genio della letteratura inglese e sulle diverse sfaccettature che uno stesso sentimento può avere, anche dal punto di vista musicale. Al pubblico l’arduo compito di individuarle e di farle proprie. La bellezza della musica, forse, è proprio questa,  Nel 1982 ritira anche il “Golden Europe” quale artista che ha venduto il maggior numero di dischi, mentre nel 1984 vince il Festival di Sanremo con “Ci sarà”, interpretata assieme alla

Ufficio Stampa Orchestra ICO della Magna grecia

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