SAN PIETRO IN BEVAGNA (Marina di Manduria). IL PONTE PERICOLANTE E L’IMPIANTO “ECOMOSTRO SUL CHIDRO”

SAN PIETRO IN BEVAGNA (Marina di Manduria).  IL PONTE PERICOLANTE  E L’IMPIANTO “ECOMOSTRO SUL CHIDRO”

E’ mai possibile che per ottenere dei risultati si debba ricorrere sempre all’ Autorità Giudiziaria?

Cosa che nei prossimi giorni sarò costretto a fare considerata la totale indifferenza sin’ora dimostrata da parte di coloro che da tempo ormai sarebbero dovuti intervenire (e non lo hanno fatto) per  rimuovere le  tanti potenziali situazioni di pericolo presenti all’interno e all’esterno dell’area di proprietà dell’ Arneo, adiacente al Fiume Chidro” facente parte di un sistema ad alta valenza naturalistica in quanto “Sito di Importanza Comunitaria” facente parte delle Riserve Naturali R.O. del Litorale Tarantino Orientale.

Ma nonostante il fiume Chidro e la zona ad esso circostante costituiscano una risorsa di notevole bellezza naturale, meritevole di essere preservata, in quanto zona considerata come “area di particolare interesse ambientale e paesaggistico”,  nel suo interno tantissimi  anni fa,  su volontà dell’Acquedotto Pugliese, il Consorzio di Bonifica dell’Arneo realizzò un impianto idrico –dissalatore “ecomostro” mai utilizzato e ormai ridotto in totale  stato di abbandono dove la natura con la folta vegetazione fatta di erbacce infestanti sta prendendo il sopravvento sul cemento e su ciò che resta dei silos e carri ponti erosi dalla ruggine (porte in ferro e quadri elettrici asportati da ignoti).

Il totale degrado ambientale ed igienico sanitario e la mancanza dei più elementari accorgimenti di sistemi di sicurezza, derivanti da molteplici profondi anfratti sprovvisti di copertura, e dalla presenza di una massiccia colonia di piccioni che hanno trasformato gli interni di alcuni locali in un vero e proprio “colombaio” ormai impraticabile a causa di massicci strati di escrementi nocivi per la salute pubblica(soprattutto nel periodo estivo quando la gente si riversa in spiaggia distante circa 100 metri in linea d’aria), alcuni mesi fa mi portò a chiedere(con un Esposto) l’intervento dei Vigili del Fuoco di Manduria i quali attestarono il pericolo in essere e successivamente, il Comando Provinciale di Taranto con proprio Fonogramma trasmesso per altro anche al Sindaco di Manduria, ne chiedeva la messa in sicurezza.  Nel mese di febbraio 2013 il Direttore delle Riserve Naturali del Litorale Tarantino, con propria nota mi informava che: “per gli interventi urgenti da svolgere nell’area dell’ex dissalatore, i primi lavori dovremmo iniziarli a partire dal 16 dicembre del 2013Previsione venuta meno!

Lo stesso dicasi per il “ponte sul Fiume Chidro”  dove per ben 2 volte ho chiesto ed ottenuto il sopralluoghi dei Vigili del Fuoco e dei Tecnici del Comune di Manduria ma… anche in questa circostanza, come per il “dissalatore”, NESSUN INTERVENTO E’ STATO MESSO IN ATTO PER RIMUOVERE IL PERICOLO e la situazione é ulteriormente peggiorata tanto da farmi decidere ad informare la Procura della Repubblica di Taranto affinché valuti se vi siano dei reati perseguibili penalmente.

E’ mai possibile che prima che si intervenga debba per forza accadere qualcosa di irreparabile? Ma a chi il compito e l’obbligo di tutelare la sicurezza e la salute dei cittadini?

Mimmo Carrieri


viv@voce

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