La politica: utopia e parvenza del popolo

La politica: utopia e parvenza del popolo

Oggi come oggi, sembrerebbe notare solo una situazione di disagio che, pian pianino, sta sfociando in una vera e propria crisi nazionale, sia in campo finanziario che culturale

Credere fino alla fine affinché non si precipiti nella rassegnazione di darla vinta a coloro che distruggono le nostre vite. La politica dal greco “polis” (città) dovrebbe rappresentare, attraverso il suo sistema governativo, il popolo, in maniera onesta, attenta alle esigenze dell’individuo e, soprattutto, all’avanguardia per migliorare le condizioni del Paese. Tutto questo che dovrebbe rappresentare la realtà dei fatti, purtroppo, sprofonda nell’imperterrita banalità che nuoce tutti i cittadini che credono che un qualcosa di buono è sempre lecito aspettarselo da chi amministra il Bel Paese.

Questo fattore è indice di lotta continua, di spiraglio di luce, di credere fermamente che il popolo, prima o poi, si faccia sentire magari con delle manifestazioni, con bandi lungo tutto lo stivale, chiedendo maggiore tutela, protezione, coinvolgimento nelle attività che li riguardano in prima persona e, soprattutto, per ciò che riguarda la salute, l’economia e il futuro dei nostri figli. Oggi come oggi, sembrerebbe notare solo una situazione di disagio che, pian pianino, sta sfociando in una vera e propria crisi nazionale, sia in campo finanziario che culturale.

Molti stanno abbandonando la cultura del nostro Paese, molti deturpano la bellezza innata della nostra Terra, troppi tacciono sull’ignoranza collettiva e sugli atteggiamenti negativi che molti giovani e non solo stanno assumendo nell’epoca contemporanea. Infatti, concepire all’unisono tutto ciò potrebbe rendere l’idea di ciò che è effettivamente la politica dei nostri giorni. Non bisogna usare la violenza per far cambiare le cose, non bisogna creare rivolte o guerre civili, non vi è utilità in tutto questo, non si può arrivare ad un fine se si elogiano e approvano tali condizioni.

C’è bisogna di moderazione, di raziocinio, di retorica, di dialogo per poter affrontare i problemi in maniera aperta con tutti, senza nascondere nulla e, soprattutto, per cercare di salvare ciò che ancora può essere recuperato, senza andare a discapito delle nostre condizioni, affinché non si raggiunga il totale favoreggiamento legale e finanziario dei politici che emanano norme solo per i loro interessi. L’Italia è terra di storia, di arte ed è patrimonio di un’immensa cultura, perciò sfruttiamo il buono che vi è, valorizziamo il territorio e non facciamoci prendere più in giro con le solite promesse illusorie.

Siamo cittadini e siamo gli artefici della nostra vita, perciò non permettiamo di farci manipolare e di farci togliere ciò che ci appartiene, come, ad esempio, la nostra stessa vita. IL NOSTRO DOVERE PRIMARIO E’ DARE VALORE AI NOSTRI DIRITTI, ma per fare ciò bisogna ampliare la nostra conoscenza ed essere sicuri, solo questo renderà coloro che ci governano timorosi di chi li ha eletti! La nostra voce è ancora un nostro diritto irremovibile. Usiamolo!

Eleonora Boccuni

 

viv@voce

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