SAVA. Comunicare su facebook e i rischi che, a volte, si corrono

La differenza tra “soggetto privato” e “soggetto pubblico”

Quando commentiamo un post del nostro giornale, non scordiamo che bisogna rispettare la persona che, in un modo o nell’altro, è oggetto della discussione. Evidenziare un problema e metterci attorno allo stesso è una valida alternativa per confrontarsi e capire quello che succede e, fare in modo, di risolvere lo stesso. Questo è un modo valido di discussione su facebook. Certamente ci sono, e ci saranno, sempre modi diversi di risoluzione al problema. Ma quello che non dobbiamo mai scordare è il rispetto, pur se apparentemente il soggetto (privato, ndr) chiamato in causa sbaglia, e non bisogna andare oltre alla soglia dello stesso. Dicevo prima del “soggetto privato” in quanto questo giornale fa una netta distinzione tra “soggetto privato” e “soggetto pubblico”. Il primo può essere ognuno di noi, con i mille difetti e i mille pregi che possiamo avere e quindi siamo tutti vulnerabili negli errori che si possono commettere.

Questo è sacrosanto, in quanto non dovremmo sentirci migliori degli altri. Ma credo che evidenziare un’anomalia o un difetto, non deve portare a entrare nella soglia del ”privato”. Assolutamente. Esposto il problema, e la sua eventuale pericolosità, ognuno di noi spera nella sua risoluzione. Questo è per quanto riguarda il “soggetto privato”. Diverso è il discorso per il “soggetto pubblico”. Qui, è completamente diverso. Quest’ultimo, non può fare quello che vuole. Per  nulla! Ci sono le regole che disciplinano su tutto  il suo comportamento e, di rimando, la sua azione.

Stando a questo vuol significare che, per questo giornale, è importantissimo in quanto  il “soggetto pubblico” è pagato dal contribuente per esercitare la sua funzione e il rispetto che, in ogni società civile, ci vuole per il bene pubblico e per la nostra convivenza. E lui è chiamato, in primis, a questo. Rimarcando, fortemente, che è pagato con il denaro pubblico. Cioè, con il denaro, che in un modo o nell’altro, ognuno di noi contribuisce al mantenimento della macchina organizzativa, in questo caso del nostro Comune ma, in un altro caso, del nostro Stato. Il nostro, prendiamo atto, è uno “Stato di diritto” e non uno “Stato del dritto”. Non lo dobbiamo scordare mai. Mai!

E quindi ci sono dei diritti, oltre ai doveri, che ognuno di noi può essercitare quando vede che il “soggetto pubblico” non risponde a ciò che è predisposto, e ripeto ancora, e che è pagato. Quindi, quando vediamo un sindaco, o un assessore o un dipendente pubblico oppure un vigile urbano, che non si comportano come sono stati designati dalla loro funzione alziamo fortemente il nostro grido di indignazione. Oggi è 2 giugno, ed è la festa della nostra Repubblica.

Se oggi abbiamo queste libertà, e anche questo spirito critico, lo dobbiamo anche a chi, prima di noi, ha lottato per avere i diritti di cui, noi, oggi beneficiamo e che dobbiamo far valere nella nostra quotidianetà. Ricordiamoci sempre questo. E’ vitale per la nostra democrazia …

Giovanni Caforio

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