TORRICELLA. Disabile da 3 anni prigioniero nella propria abitazione

TORRICELLA. Disabile da 3 anni prigioniero nella propria abitazione

Malgrado parole e promesse varie …

Un 78enne, D.I.C., pensionato ed invalido totale,  residente in via Svizzera 12 a Torricella, da tre anni affetto da paraplegia ed altre patologie collaterali che gli impediscono di deambulare e muoversi autonomamente,  è costretto a stare perennemente su una sedia a rotelle dalla quale si separa soltanto per farsi mettere a letto e circolarfe unicamente in casa.  Per l’anziano è impossibile uscire, neppure per potersi recare in ospedale o dal medico per essere sottoposto a visite mediche, poiché abitando al secondo stabile di una palazzina dello Iacp, la stessa non è munita di ascensore, tanto meno esiste un servo scala , malgrado sia  più volte stato richiesto. Inoltre, la casa è anche priva di impianto di riscaldamento, infatti, esistono gli allacci ma i termosifoni non sono stati mai installati. Ciò obbliga l’anziano ad effettuare il riscaldamento con stufe elettriche con aggravio di spese, visto l’alto costo delle bollette Enel.

Inoltre, anche se  tempo fa, dopo ripetuti richiami, la Asl provvide ad assegnare uno strumento che dovrebbe essere utilizzato per far scendere le scale in carrozzella, lo stesso, già usato e piuttosto sfruttato,  non ha mai funzionato correttamente poiché dopo un paio di gradini il motore non reagisce più. E’ stata anche effettuata la sostituzione della batteria ma la musica non cambia.

La situazione di disagio vissuta dall’anziano, di cui si è spesso occupato anche l’ecologista Mimmo Carrieri,  dopo vari solleciti avvenuti  perfino sui social network, è stata sottoposta all’attenzione del sindaco Emidio De Pascale, il quale, dopo tre anni ed esattamente in data 16 aprile 2014, ha inviato una missiva allo Iacp descrivendo lo stato in cui è costretto il pensionato, sottolineando testualmente “… sono a chiedervi urgentemente di attivare un procedimento per l’installazione di un ascensore, eventualmente attingendo a finanziamenti regionali e/o statali”. In risposta alla richiesta del sindaco, come riferisce la moglie del pensionato,  è intervenuto il direttore dello Iacp, avvocato Mauro Leone, il quale avrebbe dichiarato che il paziente non ha diritto ad ottenere l’ascensore in questione.

A questo punto, sarebbe stata ventilata una soluzione che consisterebbe nello scambio di appartamento con una inquilina del piano terra che ormai stabilmente e definitivamente risiede in Svizzera sin dal 2004 per ragioni di lavoro. Stando a quanto riferisce la moglie dello sfortunato 78enne, la stessa inquilina del piano terra, malgrado quell’abitazione rimanga perennemente chiusa e disabitata, ha fatto sapere di non voler cambiare alloggio. Trattandosi però di un  appartamento dello Iacp, data la situazione dell’emigrata non avrebbe più i requisiti per possederlo. Comprensibilmente irritata, la moglie dello sfortunato anziano, si è anche sfogata dicendo che “il comune si è impegnato al massimo sul progetto dei rifugiati, beneficiari di un progetto per l’integrazione nel tessuto sociale torricellese, mentre è dimentico nei confronti dei propri cittadini bisognosi di cure ed assistenza”. In sintesi, ad oggi, malgrado parole e promesse varie, la verità è unica e sola, il pensionato immobilizzato dalla grave patologia, da oltre tre anni non può uscire dalla porta di casa e, nel caso necessitasse di cure mediche, deve essere trasportato a spalla.

Gianluca Ceresio, dal “Quotidiano di Puglia” del 7 maggio 2014

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