Sava. UN POPOLO DELEGITTIMATO

Sava. UN POPOLO DELEGITTIMATO

Comunicato stampa di “Fratelli d’Italia”

Questa è la storia, la triste storia, di un popolo, quello Italiano, che è stato delegittimato. Ciò che sta avvenendo in questi giorni è assurdo, ma ancora più assurdo è il clima di tranquillità, di ovvietà in cui tutto ciò avviene. Proviamo a riassumere i fatti: il 21 Dicembre 2012 il presidente del Consiglio Mario Monti si dimette; il 22 Dicembre 2012 le due Camere del Parlamento sono sciolte e sono indette le elezioni, che hanno luogo 24 e 25 Febbraio 2013. Dai risultati elettorali emerge che nessuna delle coalizioni ha potuto ottenere una vittoria netta, determinando un risultato senza precedenti nella storia delle elezioni politiche italiane: la coalizione guidata da Pier Luigi Bersani ottiene il 29,53 % dei voti, quella di centro – destra guidata da Silvio Berlusconi ottiene il 29, 18 % dei voti, il nuovo protagonista della politica italiana, il Movimento 5 Stelle, guidato da Beppe Grillo, ottiene il 25, 09 % dei voti.  Considerato il risultato del voto, la conseguenza fu l’idea di creare una governo dalle “larghe intese”: è così che nasce il Governo di Enrico Letta, in quel momento vice segretario del Partito Democratico, che accetta l’incarico di guidare un governo sostenuto da Partito Democratico, Popolo della Libertà e partiti di Centro, che il 28 Aprile 2013 presta giuramento di fronte al Presidente della Repubblica. Questo è un governo delle larghe intese, ma è anche un governo a tempo: il tempo necessario per cambiare la legge elettorale.

Passano i mesi, la fiducia nei confronti del governo diminuisce. Contemporaneamente alla vita del Paese, vive il Partito Democratico; l’8 Dicembre 2013, si svolgono le primarie per la scelta del segretario: sono in tre a contendersi l’incarico; Matteo Renzi, Gianni Cuperlo, Pippo Civati: vince Matteo Renzi con quasi due milioni di voti. Da segretario, Renzi sprona il governo Letta a fare di più, a fare in fretta, ma i suoi richiami, le sue parole, servono  a poco.

Arriviamo al giorno cruciale. 13 Febbraio 2014: la segreteria del Partito Democratico sfiducia Enrico Letta. Il 14 Febbraio 2014 Letta rassegna le dimissioni, e si aprono “veloci” consultazioni, che si sono concluse affidando a Matteo Renzi l’incarico di guidare un governo nuovo, in tutto o in parte. E allora bisogna porsi un po’ di domande:

Perché Matteo Renzi?  Chi lo ha scelto?

Sembra che qualcuno abbia una memoria debole, tanto da non ricordare che il primo articolo della Costituzione Italiana dice che “l’Italia è Repubblica Democratica e la sovranità appartiene al popolo”: sovranità significa scegliere chi deve rappresentarci, sovranità significa scegliere chi deve governarci, nessun altro è legittimato a farlo se non gli Italiani stessi. Andare a votare, quindi, avrebbe significato l’esercizio di un diritto riconosciuto a livello costituzionale; in secondo luogo potevano accadere due cose:

1.     Avrebbe vinto Matteo Renzi: la sua attività, oggi, sarebbe stata pienamente legittima perchè espressione della volontà popolare.

2.     Avrebbe vinto qualcun altro: il governo Renzi, appena insediato, non corrisponde alla volontà degli italiani.

Perché non andiamo a votare?

 Non si può andare a votare perché non abbiamo una buona legge elettorale, o meglio abbiamo la legge Calderoli, il cosiddetto Porcellum,  che la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale perché prevede il premio di maggioranza eventuale e  le liste bloccate. Vien da chiedersi: avremo mai una legge elettorale costituzionale?  La risposta è NO;  il cosiddetto Italicum, cioè la proposta della nuova legge elettorale,  NON CAMBIA CIO’ CHE DEVE ESSERE CAMBIATO; infatti seppur in maniera diversa, le liste bloccate rimangono e non è data al cittadino italiano la possibilità piena di scegliere i suoi rappresentanti; quindi  l’Italicum, prima ancora di nascere,  è sulla buona via dell’incostituzionalità.

È  normale che le vicende interne di un partito, qualsiasi esso sia, condizionino la vita di un Paese intero? 

Non è possibile che 136 persone si arroghino arbitrariamente un diritto che, invece, rappresenta un “compito” di circa 945 persone, tra deputati e senatori.  In una Repubblica Democratica e Parlamentare, qual è l’Italia, la crisi di Governo deve essere sancita in Parlamento, non nella sede di un partito politico, a meno che questa non sia divenuta la terza Camera del Parlamento. Essa,  poi, si risolve con nuove elezioni, e non con la “staffetta”: ma quale staffetta? Questa è una successione al trono, un atto proprio della Monarchia e non della Repubblica.

Supponiamo che tra qualche mese cambi nuovamente il segretario del Partito Democratico: cambierà ancora  il governo? 

Infine: è questo il nuovo che avanza?  

Matteo Renzi aveva promesso un forte cambiamento, la cosiddetta “rottamazione”, non basata sull’età anagrafica, bensì sull’impegno civico e sulla voglia di fare. Ma in verità tutto ciò  sembra  il peggio del passato, che a volte ritorna, come la gastrite!

Quando affermiamo che è fondamentale andare al voto lo facciamo perché siamo convinti che la politica è cosa di tutti, non cosa loro! Per questo il 22 e 23 Febbraio 2014 a Sava, in Via del Prete angolo Via Cugini Cinieri, il Gruppo Politico Fratelli d’Italia Sava terrà  le primarie per la selezione della leadership nazionale, dei dirigenti locali e per la scelta del simbolo. Siete tutti invitati.

IL COORDINAMENTO DI FRATELLI D’ITALIA SAVA

viv@voce

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