Sava. Dopo il comizio show del sindaco IAIA, del 22 dicembre scorso, andiamo alle “inesattezze” / 3

Sava. Dopo il comizio show del sindaco IAIA, del 22 dicembre scorso, andiamo alle “inesattezze” / 3

IAIA: “Non è bello vedere le auto del vostro sindaco distrutte e un fabbricato distrutto per aver difeso gli interessi di questa città … noi la legalità la paghiamo sulla nostra pelle. Io non mi pento di aver detto quei no. Ricevere lettere anonime, l’auto di mia sorella a cui sono stati svitati i bulloni …”

In apertura di questo articolo è a monte la condanna di simili attentati, ma noi cerchiamo di ragionare sul perchè simili attentati avvengono e se ci sono anche delle responsabilità magari anche indirette di chi, in genere, subisce un attentato. Non si fanno attentati così cruenti se non c’è una ragione, o meglio un motivo, che può spingere i criminali ad effettuare attacchi così scriteriati. Un cronista si pone queste cose. Un giornalista non prende mai per buono tutto ciò che gli viene detto a meno che non sia di parte o di partito.

E questo può succedere, e questo è successo spesse volte. Finita la premessa andiamo all’attentato subito dal primo cittadino savese nell’aprile di quest’anno. Nella frase del sottotitolo in cui IAIA dice testuali parole “Io non mi pento di aver detto quei no” questa lascia intendere che sa benissimo chi può avere fatto l’attentato alle sue auto e al corpo di fabbrica in cui le stesse erano a dimora. Più chiaro di così. Certo, le indagini sono ancora in corso e nel passato autunno un articolo della Gazzetta del mezzogiorno, su questo oggetto, metteva in risalto che era questione di pochi giorni e poi erano pronti i provvedimenti ristrettivi verso gli autori. Peccato che sono passati diversi mesi e ancora di questo non si sa nulla. La stampa amica del primo cittadino savese ventilò diverse ipotesi sul perchè di questo attentato.

La prima fu che lo stesso era opera di chi non voleva il cambiamento a Sava. Strana, stranissima questa analisi … La seconda fu che c’erano interessi urbanistici, o meglio speculazioni edilizie, nel nostro Comune. Nulla di tutto questo è stato accertato con le indagini ancora in corso. Erano ipotesi e restano ancora ipotesi nell’attesa che il magistrato incaricato dia un volto a tutto. Siccome noi, purtroppo, diamo sempre ascolto a quello che i chiamati in causa dicono e al tempo stesso verifichiamo ciò che dicono. Quindi le ipotesi del post attentato. Al sindaco IAIA restano solo ipotesi in attesa di riscontro. Ma se IAIA dice che “io non mi pento di aver detto quei no” ciò significa che lui sa tutto. Un mese dopo l’attentato a IAIA fui convocato dalla Procura tarantina nella Caserma dei Carabinieri di Sava.

Viv@voce lo leggono in tanti, anche fuori di Sava e questo mi fa un enorme piacere. Andiamo al motivo?  Gli ispettori volevano sapere in che clima era maturato questo attentato e cosa io pensassi di questo. Non ebbi dubbi a dare la mia analisi franca a chi mi chiedeva lumi su questo quel giorno. Cosa che tra l’altro riportai sul mio giornale. Secondo la mia analisi, supportata sempre dal clima di quei mesi, le indagini avrebbero dovuto dare uno sguardo a chi, nella passata tornata elettorale, aveva promesso posti di lavoro a chi non li avrebbe dovuti promettere. Certo, in genere, quando c’è una promessa di un qualcosa, e può essere  l’occupazione, si parla di voto di scambio. O meglio, ti voto in cambio di lavoro. E questo è un reato. In genere il candidato onesto, il politico obiettivo, non promette nulla di tutto ciò ma a volte pur di sbaragliare la concorrenza politica capita che si scivola su queste bucce di banana. Sommariamente possiamo dire che un conto è prometterlo a un certo Paolo Rossi e un altro conto è prometterlo a un certo Angelo Bianchi. I due senz’altro possono essere  ben diversi in tutto. Per indole e per posizione giudiziaria.

Ipotizziamo che Angelo Bianchi è un tipo irrascibile, scontroso, violento e tanto altro, e che davanti a un diniego fa esplodere tutta la sua rabbia. Gli ispettori non furono meravigliati di questa mia analisi, francamente. Ma Dario IAIA è convinto di sapere a chi detto di no. Allora il dado è tratto. Ma sarà così? Dubito che possa essere così. E sapete perchè, cari lettori? Perchè se fosse stato come dice IAIA a quest’ora le indagini sarebbe state belle e buone chiuse e già individuati gli autori dell’attentato e capire il perchè di un simile gesto criminale. Quanto alle lettere anonime non ci vuole molto che qualche imbecille si armi di “buona volontà”  e spedisca di tutto a chi vuole lui. Su questo tema, io  e  Carrieri, ne sappiamo un bel pò in quanto siamo stati anche noi due destinatari di lettere minatorie. Quindi, se vogliamo, fa parte del gioco questo. Condannabili gesti senz’altro ma non da enfatizzare oltre il dovuto.

ATTENTATO ALL’AUTO DELLA SORELLA DEL SINDACO

Fu nello scorso agosto che rimbalzò sulla cronaca cittadina questo “attentato”. Certo essere la sorella del sindaco, e tra l’altro corrispondente di Quotidiano di Puglia a Sava, la notizia fa pìù clamore. Alla sorella di IAIA, come riporta la cronaca, sono stati svitati i bulloni della sua autovettura e sulla salita della strada provinciale Sava-Torricella ha dovuto fermarsi in quanto l’auto sbandava. O meglio così è stato riportato.

Pare che l’auto sia partita da Torre ovo e dopo un bel pò di chilometri ha dovuto fermarsi in quanto sbandava e di rimando ha notato, la sorella del sindaco, che i bulloni erano stati svitati. Certo non ci vuole molto, in genere, trovare un imbecille che magari ti vuole rubare le ruote e che non fa in tempo a farlo in quanto sopraggiungono  altre persone e con la paura di essere scoperto se la da a gambe. Può succedere questo. Certo che può succedere. Ma un dubbio venne a un nostro lettore, provando a spiegarci una eventuale  dinamica, che si può verificare in casi simili a questo. Quale?

Come fa un auto dopo aver fatto un certo numero di chilometri accertarsi, dopo un pò di tempo che cammina, che i bulloni delle ruote sono stati svitati? Se i bulloni sono stati svitati, in genere, l’auto  sbanda subito e non dopo aver fatto un bel pò di strada. Certo dubbi del nostro lettore.

Giovanni Caforio

viv@voce

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