IL MARE E’ UNA TAVOLA AZZURRA. MA L’AFRICA E’ SEMPRE PIU’ VICINA!

IL MARE E’ UNA TAVOLA AZZURRA. MA L’AFRICA E’ SEMPRE PIU’ VICINA!

Le nostre marine sono un disastro. Ogni inizio di stagione estiva sempre con gli stessi problemi. Sempre!

Che venga decantata la bellezza del nostro territorio nelle locandine dei promotori turistici è un bene e questo ci fa un enorme piacere.  Dovrebbe dare sollievo alla nostra sofferta economia. Dovrebbe mettere in moto più di qualche spiraglio occupazionale nel momento in cui il turismo viene incrementato. Parte un meccanismo che dovrebbe coinvolgere tutti. Ma proprio tutti. Amministrazioni comunali in testa, le quali hanno l’immensa fortuna di avere marine così belle, con un mare pulitissimo e limpido, nonostante a pochi passi l’Ilva decreta la morte ambientale per il disastro che ha creato e che sta creando tutt’ora.

E invece, come un classico ritornello, siamo sempre qui a ripetere le stesse cose: il mare va bene, la bellezza della natura va ancora meglio, ma non va bene per nulla tutto il resto. Manca l’organizzazione dei Comuni che gestiscono le marine del loro feudo. Manca l’acqua potabile in quasi tutte le marine. E se qualche Comune (vedi Torricella, ndr) ha avuto la brillante “idea” di attivare il servizio di fogna nera ha “scordato” che di pari passo, all’impianto della fogna, va quello dell’acqua potabile! Ma si può? Certo che si può. Tutto si può. Ma da noi, però! Certo, impiantare un autovelox agli incroci delle marine è più redditizio.

Beh è naturale … si incassano soldi degli automobilisti, sopratutto di quelli di passaggio, per poi utlizzarli, se mai fossero capaci poi, a migliorare la vivibilità nei loro Comuni. Nella passata stagione il Comune di Torricella mise l’autovelox di ultima generazione all’incrocio  che porta a Campomarino, a sinistra a scendere partendo da Monacizzo, e a Trullo di mare. Costo dell’operazione? Circa 180 mila euro! Un vero e proprio “investimento”:  certo ripagato, alla grande, quando vengono incassate le multe. Con i soldi spesi per l’impianto dell’autovelox avrebbero potuto fare molto ma molto di più per migliorare la loro marina.

Ma da “noi” non si usa. Che so stì barbarisimi? Amministrazioni comunali che hanno 8 mesi di tempo per organizzare le loro marine. Ma chè! Non c’è verso di voler capire! Sulla carta, o meglio sulle cartine geografiche, notiamo che abbiamo diverse decine di chilometri  di costa meravigliosa pur se, in passato, è stata deturpata da un abusivismo primitivo. E intorno alla costa cosa vediamo? Spettacoli aberranti, scene di straordinaria follia per chi viene da fuori, di ordinaria per chi vive.

La pulizia delle strade somiglia a quella dell’800. Le spiagge poi sono sempre un ricettacolo di tutto. Mettendoci anche il poco civismo nostro. Marciapiedi che vengono invasi da tavoli e sedie, i quali non permettono neanche ai pedoni il passaggio. Il Codice della strada, spesso e volentieri, è un optional.  Una traffico indisciplinato, e caotico, che fa espellere fumi di gas di scarico che tutto hanno tranne che di salubre! Per non parlare poi dei cassonetti di raccolta dei rifiuti: sempre stacolmi, maleodoranti in virtù del forte caldo. Se va bene, i cassonetti, sono integri ma non ci meravigliamo affatto nel vederne più di qualcuno senza il fondo!  Ogni anno i residenti estivi delle nostre marine lamentano sempre gli stessi problemi. Sempre. E non a torto quando ci dicono che pagano i tributi per avere i servizi. Ah i servizi … che saranno mai costoro? Forse è … l’ICI e la TARSU?

Mancano i servizi che devono regolamentare la vita di tantissime migliaia di persone! Manca l’acqua potabile! Mancano i bagni pubblici. Marine che raggiungono diverse decine di migliaia di residenti nel periodo clou estivo e che si trovano accartocciati, compressi quasi. E’ questa la bellezza del nostro territorio? E’ questo il rispetto che abbiamo per rendere più bello e più vivibile ciò che la natura, con immensa fortuna, ci ha dato?

Il turista, o meglio colui che ha scelto il nostro mare, una volta andato via, si ripromette di non venire più da noi. E forse non ha tutti i torti …

Giovanni Caforio

viv@voce

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