IL SAVESE, QUELLO CLASSICO, E’ STRANO. MOLTO STRANO. SI LAMENTA DEI PROBLEMI DEL PAESE MA NON HA IL CORAGGIO DI MOSTRARE IL SUO VOLTO

IL SAVESE, QUELLO CLASSICO, E’ STRANO. MOLTO STRANO. SI LAMENTA DEI PROBLEMI DEL PAESE MA NON HA IL CORAGGIO DI MOSTRARE IL SUO VOLTO

Con questa triste realtà, ci misuriamo tutti i giorni a Sava

Da quando è nato questo giornale, circa dieci anni fa, la cosa che più è risultata “strana” è questa: il savese ti espone il problema ma, raccomanda a te che scrivi, di non fare il nome suo nel caso in cui il problema viene messo in evidenza. Siamo nella seconda decade del terzo millennio e, amaramente, ci misuriamo con questo dato di fatto. Scontato, verificatissimo in moltissime occasioni e che, credo è un bene mettere a conoscenza dei nostri lettori.

Possono sembrare “spigolature” oppure “pettegolezzi” ma seguendo i due diversi casi che sto per elencare vi accorgerete, cari lettori, della bontà di questo articolo. E forse, non è sbagliato consigliarvi, se il paese sta in queste condizioni è proprio grazie alla mancanza del coraggio da parte del savese classico. Il rapporto savese-amministratore poi è dei più ruffiani, o meglio questi ultimi danno l’idea, per davvero, che la nostra Casa comunale è loro. Ma per davvero, sa! E quindi, per qualunque cosa che passa attraverso il nostro Comune il savese si rivolge all’amministratore di turno per ricevere la “grazia” che, in altri modi (secondo lui) non si può ottenere affatto. E questo famigerato rapporto viene spesso e volentieri tramandato di amministrazione in amministrazione. Non parliamo poi se qualche savese parla male di chi amministra, non ne parliamo affatto.

Subito lo vanno a riferire al chiamato in causa e subito o gli levano il saluto oppure subiscono ritorsioni, magari con la compiacenza, e la complicità, di squallidi personaggi collocati alle dipendenze del nostro Palazzo municipale. Spero solo che questo “mito” si possa sfatare nei ricambi generazionali in cui, onestamente nutro molta fiducia, emerga un nuovo modo di affrontare e denunciare le cose che non vanno nella nostra comunità. Ma non mi allontano dal tema primitivo di questo articolo, cioè quello di alcuni casi che hanno, per come li volete vedere voi, del grottesco. Ecco pronti i due casi, citare tutti gli altri sarebbe fare annoiare il lettore! Il primo: un savese di oltre 60 anni, ex sottoufficiale dell’aviazione, ci fermava spesso e ci incoraggiava nelle nostre battaglie e nelle nostre denunce.

“Bravi, siete davvero bravi (io e Carrieri, ndr). Ce ne fossero tanti di voi a Sava e staremmo senz’altro meglio. Continuate, il paese vi segue e vi stima. La mia stima verso di voi è immensa”. Fin qui tutto bene, ma non molto nel proseguo. Torre ovo: Carrieri in un suo Esposto alla Procura della Repubblica di Taranto mette in evidenza lo scempio fatto nei lavori sulla spiaggia al confine tra il feudo di Torricella (Torre ovo) e il feudo di Maruggio (Torre saracena). Si avviano le indagini e chi viene indagato per truffa e danni ambientali, in quanto uno dei tanti direttori dei lavori? Il figlio di chi ci elogiava! Dopo aver divulgato la notizia, al primo incontro occasionale avuto con questo savese che prima si sprecava di elogi nei nostri confronti, ci leva il saluto! Secondo caso, qui è ancora più assurdo: vengo fermato da un savese, in pensione ed ex autista di pulman, il quale mi dice che il giorno prima si trovava nella sua campagna e, a distanza di 50 metri, ha visto una autobotte di liquame scaricare il suo contenuto nella sua, sottolineo sua, campagna o meglio nel suo terreno.

Mi dice che ha preso il numero della targa del camion. Bene, gli dico io. Ora bisogna fare la denuncia ai Carabinieri in cui devi raccontare i fatti. Apriti cielo! “Noni Ggiuà, lassà perdiri. Nò fa nomi mia!” Pazzesco questo, per un motivo soltanto (oltre tutti gli altri credo): poteva anche essere comprensibile che lo stesso avesse visto lo scarico del liquame in un terreno adiacente o vicino al suo, della serie “Nò sò cazzi mia e quindi nò mì nteressa” e diciamo che poteva anche andare (anche se, secondo me, non poteva andare affatto minimamente). Ma il liquame lo hanno scaricato nella sua campagna, nel suo terreno e quindi hanno contaminato le sue olive o le sue viti. Ma chè, non ci fu verso di farlo desistere dalla sua cocciutaggine! Molti sono i savesi, tra l’altro, che si rivolgono a noi in modo da sollecitare la pulizia delle erbacce dai loro marcipiedi (cosa che potrebbero fare benissimo loro, ndr) o nella pulizia dei lotti abbandonati vicino alle loro abitazioni. Scordano, o fanno finta di scordare, che ci sono gli uffici preposti per parlare di questo.

Ma forse per loro la via più “facile”  è esporre a noi il problema, tanto siamo diventati una speranza per tutti. Vai da Caforio o da Carrieri, vedrai che le cose le risolvono. E su tutto, non fare il nome tuo! Ci vuole solo un pò di coraggio, solo questo … se stiamo in queste condizioni a Sava è perchè al savese “classico” è mancato questo. Già il coraggio …

Giovanni Caforio

viv@voce

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