QUANDO FINISCE IL RISPETTO NEL DIALOGO, ALLORA SUBENTRA IL CODICE PENALE

QUANDO FINISCE IL RISPETTO NEL DIALOGO, ALLORA SUBENTRA IL CODICE PENALE

Due minuti di attenzione da parte dei lettori di questo giornale e degli amici di facebook che ogni giorno seguono le notizie, i fatti che Viv@voce descrive

Quello che sto per scrivere, spero, che serva a tutti voi. Da quando sono nati i network blasonati, facebook o tweet, è aumentata la nostra libertà di espressione. E questo, è un gran bene in quanto il confronto non avviene più per le vie che una volta erano le uniche, e spesso manipolate, dei giornali della carta stampata. Spesso molte lettere o molti argomenti venivano declassati per motivi “editoriali” e quindi tantissime cose, grosso modo, non venivamo a conoscerle.

Oggi invece, in tempo reale, un commento come viene messo su di un network è immediatamente leggibile da tantissime persone, addirittura milioni di persone, e quindi porta la nostra idea o il nostro concetto a conoscenza degli altri. Fin qui ancora bene, anzi benissimo. Dopo questa premessa, cronologica, andiamo a Sava, alla nostra Sava. Paese che amiamo tutti, credo, e che tutti lo vorremmo migliore di come viene gestito o amministrato da chi, a turno, si insedia nel nostro Palazzo municipale.

I fatti: un anno fa, il nostro giornale decise di scendere  nell’arena elettorale e di provare la sua prima esperienza “politica”. Fu creata una lista civica, con annesso un movimento denominato “SAVA UN FUTURO MIGLIORE” di cui è ancora in auge e che mi annovera ancora alla presidenza, e quindi questa scelta mia non fu condivisa, a torto o a ragione importava ben poco, da molti savesi. Su questi ultimi primeggiavano gli amministratori uscenti e di seguito i loro candidati i quali non trovavano giusto che un direttore di un giornale provasse l’esperienza politica, ma  a differenza degli amministratori uscenti (sui quali era imperniata tutta la nostra campagna elettorale, ndr) chi stava all’opposizione lodava l’impegno di questo giornale il quale era riuscito a  scoperchiare pentole e malefatte amministrative.

Insomma, il famigerato gioco delle parti: oggi sto all’opposizione elogio Viv@voce, domani quando amministro io se Viv@voce (il quale non ha mai cambiato comportamento o idea) mi rompe i coglioni non è più da lodare. Un balletto classico questo a Sava. Ma andiamo avanti. Lo scenario era la campagna elettorale, le critiche le ricevevo dai sostenitori degli amministratori uscenti e, amaramente, anche da chi poteva avere un‘idea, in astratto, simile alla mia. Si entra nell’arena e automaticamente, per ogni cosa che faccio o scrivo o linko su facebook, vengono sempre attaccato. Diciamo, grosso modo, che va bene. Tanto, sono abituato agli attacchi in quanto attacco anche io, ma di brutto. Almeno in questo caso con risposte degne e rispettose verso chi mi attacca. Ma ad alcuni non garba questo, non scende giù affatto.

Spesso ho ripetuto che sui network non bisogna prendersi molta licealità nel dialogo in quanto è pronto il Codice penale al suo seguito. Ma, parla tu che qualcosa di più caro ai noi maschi ti risponde! Le frasi ingiuriose, e indegne al massimo per me, furono: “Direttore lei è una persona indegna”; “Direttore lei si deve vergognare”; “Direttore lei è una persona corrotta”; “Direttore il suo giornale è un giornale corrotto”.

A postu, mo si ca nèrunu sistemati pi li festi! Non voglio mettere in risalto la mia persona, pur con tutti i difetti che ho, ma credo che queste classificazioni non le merito affatto. Ma non perchè voglio essere gratificato del lavoro di inchiesta o di informazione che svolgo a Sava, ma perchè non mi identifico affatto, neanche minimamente, in queste frasi. Ingiuriose su tutto, ma incredibilmente offensive verso la mia persona. Alla luce di queste accuse famigerate, presi carta e penna (come una volta si diceva) e consegnai tre denunce alla Procura della Repubblica di Taranto. A distanza di quasi un anno,  queste denunce hanno preso il loro corso di indagine. I Carabinieri di Sava, dietro le indicazioni della Procura tarantina, hanno cominciato a chiedere ai denunciati se fossero loro le dichiarazioni allegate (ovvero stampata la conversazione in chiaro, ndr) alla mia denuncia prima di avviare le indagini della Polizia postale. Risposta affermativa dei chiamati in causa. Non cito i nomi, in quanto credo che è più importante per questo giornale capire dove si sbaglia e cercare, in un eventuale futuro prossimo, di non commettere più simili “leggerezze”.

Qui si parla di “Diffamazione” e “Offese e ingiurie”, punite severamente dal nostro Codice penale. Ci sono stati, alla luce delle indagini in corso, i primi contatti tra i denunciati e il denunciante. Ho solo chiesto, in cambio (ma credo che sia il minimo che potessi chiedere) le scuse sui fatti che hanno visto i due attori sinistri.

In brevissimo tempo ho ottenuto ciò che chiedevo. Ho avuto da loro due dichiarazioni, firmate di loro pungo, in cui è nitidissimo il modo di scusarsi nei miei confronti. Ho ritirato le tre denunce davanti ai rispettivi avvocati e ci siamo salutati con una stretta di mano e un grazie ricevuto. Su questo vorrei aggiungere un particolare, il quale riguarda me personalmente ma annesso a simili circostanze, ovvero le denunce che ho avuto in tutti questi dieci anni di Viv@voce. Nessuno ha usato il garbo nei miei confronti, nessuno è stato “clemente” verso il direttore di questo giornale. Chi mi ha denunciato, e sono stati parecchi, hanno preferito vedermi davanti al giudice con la condanna pronta. Ma, ahimè, non hanno avuto questa “fortuna”. Ma non ho voluto chiedere scusa in quanto sono stato, fortemente, convinto delle mie ragioni supportate dai fatti. Mi attende solo in Appello una condanna ottenuta in primo grado. Ma vado avanti, con dignità e forza, le quali credo che mi caratterizzano e caratterizzano su tutto lo spirito di questo giornale, che ho creato con caparbietà e amore, al taglio dei suoi dieci anni di vita.

Delle oche, seppur accademiche  e magari titolate, non me ne faccio niente. Seppur ventilano che il giornalismo di Viv@voce non è giornalismo. A queste oche dico questo: seguite la cronaca nera o rosa, interessatevi se la chiesa del paese ha messo o meno la nuova campana, oppure seguite le partite tra gli scapoli e gli ammogliati. Ecco, questo è il vostro giornalismo. Oppure chiedete la collaborazione a “Cronaca vera”. E’ un consiglio …

Giovanni Caforio

 

 

 

 

 

viv@voce

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