PELILLO, PD: “GRILLO STA DIMOSTRANDO LA DEBOLEZZA, LA FRAGILITA’ DEL SUO PROGETTO”

PELILLO, PD: “GRILLO STA DIMOSTRANDO LA DEBOLEZZA, LA FRAGILITA’  DEL SUO PROGETTO”

E ricorda: “La politica è responsabilità ed esercizio della responsabilità nel momento che ti è dato. Non in un momento futuro”

Onorevole Pelillo, prima elezione al Parlamento: che effetto fa passare dai consigli provinciali, dall’assessorato regionale  e varcare le soglie della massima istituzione italiana?

E’ certamente una certa emozione, in quell’aula che è stata la storia della nostra democrazia. Ti guardi intorno e sembra che non sei tu, che non sia vero. E’ una profonda emozione. Peccato che, la confusione di questo momento, la confusione politica sta appannando questa emozione e questa voglia di fare. C’è molta incertezza in questo momento e chiaramente stiamo tutti in trepidazione per capire se questa legislatura riesce ad avviarsi e soprattutto se riesce ad avviarsi bene.

Parlamento rinnovato al 60%. Facce nuove che entrano per la prima volta. La sua come la vede?

La mia entrata la possiamo classificare come una faccia nuova, una faccia nuova che porta con se un bagaglio di esperienza notevole. Fare il Consigliere regionale, come l’ho fatto io e fare l’assessore regionale al Bilancio per cinque anni alla Regione Puglia, primo tarantino ed unico nella storia della nostra Puglia, è un esperienza, diciamo, di non poco conto. Per cui è una vicenda nuova in cui cercherò di esprimere l’esperienza e la competenza che sono riuscito a mettere insieme in questi anni.

Legge elettorale: ha prodotto ciò che tutti prevedevano prima delle elezioni. Ovvero, maggioranze diverse nei due rami del Parlamento …

E puntualmente si è verificata questa previsione. Quindi, la cosa che diventa indispensabile per tutti quanti è dotarci di una legge elettorale che porti, chi vince le lezioni, a dover tranquillamente governare. In realtà questa legge elettorale non solo ha strappato ai cittadini la volontà di eleggere chi vogliono. E’ difficile in questo momento storico. Quindi non è oggi una questione del PD ma è una questione che attiene proprio alle nostre istituzioni.

Andiamo ai giorni nostri. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha incaricato il leader del PD Bersani di formare un nuovo governo. Lo scenario è questo: ottenere la maggioranza anche al Senato, scontata quella alla Camera dei deputati. Può sembrare un suicidio questo incarico oppure è  l’ultimo baluardo di un temerario?

Ma io penso che è un atto doveroso, Bersani si è trovato a percorrere in questo momento, come sta facendo, ad una strada molto stretta, proprio perchè siamo stati costretti a votare con una legge elettorale sbagliata. Un strada stretta che nella quale si è illuso forse in un primo momento di trovare un minimo punto di contatto con il movimento di Grillo, con questa nuova grande forza politica. Lì ci siamo resi conto che la volontà di Grillo non è certo quella di dare una mano al paese ma  è certo quella di assumere, anche se in parte di responsabilità,  soltanto quello di sfruttare oggi una rendita di posizione, la quale cerca di canalizzare tutto il dissenso, tutti i mal di pancia, tutti i problemi della gente verso una forma esasperata. In ultimo oggi Grillo, nei titoli dei tg,  dopo l’incontro con Bersani si è lasciato andare agli insulti a Bersani. Io penso che così non si va da nessuna parte avanti, si va solo al vilipendio delle istituzioni e sopratutto non si costruisce nulla. E’ troppo oggi facile cavalcare la protesta, perchè questo è un momento di recessione e la gente ha tanti problemi, la difficoltà è proporre la possibilità qualcosa per costruire e Grillo sta dimostrando in questo momento la debolezza, la fragilità del suo progetto, perchè non sono in grado di dire neanche una parola su quello che si dovrebbe  fare nei tempi che occorrono al paese. Il paese non può aspettare la prima la seconda la terza  elezione finchè  Grillo non riesce a trovare i voti sufficenti per poter governare da solo. Non è questo. La politica è responsabilità ed esercizio della responsabilità nel momento che ti è dato. Non in un momento futuro.

Questo era il momento in cui dovevano assumere responsabilità e non lo vogliono fare. Non lo vogliono fare  alla faccia dei bisogni del paese. L’altra strada sarebbe  quella di trovare un accordo con il PDL: soluzione molto stretta ma non solo per quello che si dice sui pregiudizi su Berlusconi. Non entro in merito su questo. Perchè obiettivamente ci sono nei programmi elettorali e nella strategia propria dei due partiti ci sono molte divergenze. Come si fa a governare insieme, ad esempio, sulla questione del Mezzogiorno? Il PD pensa una cosa che il PDL non ha mai praticato perchè è stato sempre ostaggio della Lega. In questi anni il Mezzogiorno è stato dimenticato perchè la Lega ha posto la condizione prima il Nord, che poi è il suo slogan elettorale. Se parliamo del recupero dell’evasione per abbassare le tasse a chi già le paga mentre dall’altra parte si parla di condoni le due cose sono praticamente  inconciliabili. Se parliamo di conflitti di interessi, se parliamo di legge contro la corruzione, ci rendiamo conto che nel merito delle questioni parliamo due linguaggi diversi. Allora un conto è trovarsi sulle scelte istituzionali e su quello si può convergere: legge elettorale, modifica della Costituzione, riassetto dell’organizzazione dello Stato.  Su questo credo che sia doveroso coinvolgere la gran parte del Parlamento. Ma condividere un programma di governo degno di questo nome, che possa dare risposta e stabilità, penso che sia troppo complicato. Comunque siamo arrivati  e penso che tra oggi e domani avremo un responso ufficiale. Vedremo cosa riuscirà a portare a casa Bersani, cosa riferirà a Napolitano e le scelte che il Capo dello Stato assumerà.

Classica ultima domanda: se il Parlamento dovesse presentare la proposta di ineggibilità di Silvio Berlusconi?

Mah, vedremo se questa arriverà. In questo momento non mi sembra il problema prioritario. Io metterei davanti a questo altri problemi che sono innanzi tutto la condizione economica e il lavoro del paese. Poi la legge elettorale, in quanto abbiamo capito quanto, fino in fondo,  la legge elettorale possa decidere sull’assetto democratico del paese. La legge elettorale non è una legge come le altre. La legge elettorale è una materia molto delicata e dobbiamo fare in modo di dotarci di una legge che possa soddisfare il cittadino elettore e assicurare al paese una stabilità governativa soprattuto in questa fase così delicata e desta moltissime preoccupazioni

Giovanni Caforio

 

viv@voce

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