A PROPOSITO DI GIUSEPPE LOMARTIRE (PEPPU SCIACALLU) …

Chi amministra Sava oggi deve assumersi le responsabilità di questo emarginato e diseredato sociale …

Dallo scorso ottobre, il nostro giornale con Mimmo Carrieri in testa, ha cercato in tutti i modi possibili e immaginabili, una soluzione al problema “Sciacallo”. E quindi è giusto che il nostro lettore conosca tutti i retroscena, e la cronistoria, di questo caso che, a dire il vero, non è stato voluto risolvere dall’amministrazione IAIA. I fatti, che poi sono quelli che per davvero contano. Prego il nostro lettore di seguire attentamente l’evolversi di questo scritto.

Peppo Sciacallo è quello che è, e tutti lo sappiamo: è inaffidabile, a volte è bugiardo, ma questo non deve distogliere il rispetto della dignità umana, la quale è in ognuno di noi. Andiamo ai fatti: viveva lui e la sua compagna in un casa di campagna in Contrada Archignano. Un rudere senza porte e senza finestre. In pieno inverno si può immaginare in che stato potevano trovarsi. Da questo punto è partita la nostra campagna di sensibilizzazione sul web ma anche stimolando l’amministrazione IAIA a trovare una sistemazione dignitosa. Molti lettori e amici di questo giornale si sono precipitati a portarci coperte, viveri e tanto altro, verso i due. Bellissima questa gara di solidarietà. Qualche esercente del centro gli ha dato da mangiare ogni mezzogiorno, insomma i savesi sono stati toccati, al cuore, da questi due diseredati. Fin qui, al momento, andava tutto bene. Giuseppe Lomartire, in virtù di sue pendenze penali, ha avuto in passato come difensore l’avvocato Dario IAIA, attuale sindaco di Sava.

Quindi aveva il gratuito patrocinio che lo Stato dà a chi non ha nessuna forma di reddito. Inoltrata in passato la domanda per la pensione di invalidità, è diabetico, dopo qualche mese questa è stata accettata dall’istituto di previdenza sociale. Giustamente l’allora avvocato Dario IAIA ha conservato su di un libretto la somma di 4.900,00 euro. Detta somma, ripeto giustamente, poteva servire per qualsiasi evenienza di cui il Lomartire avrebbe potuto avere bisogno. L’assegno mensile dell’INPS verso Lomartire è di modeste 272 euro mensili. Nel frattempo, prima del passato Natale, si liberano dei locali commerciali sotto casa mia di proprietà dei miei familiari. Decidiamo, io e Mimmo, che alla luce di ciò possiamo fare facciamo alloggiare temporaneamente Lomartire e la sua compagna. Provvisoriamente in questi locali in attesa che la situazione si sblocchi. Ovvero, che si riesca trovare una casa in cui il Comune di Sava dovrebbe farsi carico del canone di affitto.

Nelle fasi successive il Lomartire dichiara che l’attuale sindaco IAIA ha soldi che gli appartengono. Alla luce di questo, immediatamente, il sindaco IAIA conferisce direttamente il libretto, con i 4.900 euro al Lomartire. Quindi il Lomartire e la sua compagna abitano sotto casa mia per circa due mesi e mezzo. Il Lomartire ci consegna il libretto di risparmio, a me e Carrieri, e comincia a bussare spesso e  volentieri a soldi. In un primo momento, io e Carrieri, abbiamo deciso di prelevare (con il Lomartire presente, ndr) la somma di 500 euro. Dopo questo primo prelievo, saranno passati si e no altri 10 giorni, ecco pronta la seconda richiesta del Lomartire per i soldi. Con Mimmo Carrieri decidiamo che questo secondo prelivero (di altri 500 euro, ndr) deve essere l’ultimo e che Lomartire deve imparare ad amministrarsi. Obbligatoriamente. Di questi 1000 euro prelevati complessivamente per il Lomartire, sono stati pagati i debiti che aveva, rifornito di alimenti e derrate alimentari varie, abbigliamento nuovo,  e poi tanto altro. La nota è lunga, ma credo che Lomartire si ricorda benissimo tutto quello che gli è stato dato in quei giorni. 

Lomartire si sente stretto da questa nostra decisione e decide di volere lui il libretto a lui intestato. Assolutamente diciamo di si, io e Carrieri, tanto lui è in grado di intendere e di volere e quindi non è stato dichiarato incapace. Il libretto torna al suo proprietario leggittimo e quindi ci chiamiamo fuori da eventuali mosse del Lomartire o della sua compagna ai futuri prelievi. Nei lassi di tempo il sindaco IAIA mi dice che se possiamo trovare una casa per Sciacallo il Comune si farà carico del canone di affitto. Bene. Mi metto all’opera e trovata la casa. In quei giorni che seguono il rapporto con il primo cittadino e questo giornale, Carrieri compreso con la sua Associazione, si raffreddano in virtù di decisioni “strane” (vedi il cartello sulla bacheca del cimitero il quale vieta di fare foto o riprese, ndr) prese dal sindaco IAIA. Eh già, se si parla bene ci salutano bene, se si parla male allora è seria la cosa. Il cimitero di Sava su questo è testimone. Ma andiamo avanti.

Trovata la casa chiamo l’assessore ai Servizi sociali, Corrado Agusto, e gli dico che l’alloggio è pronto per Sciacallo e che necessita di un contratto di locazione. L’assessore Agusto mi manda dal funzionario dei Servizi sociali il quale mi dice, per giusta formalità, che il contratto lo deve fare Sciacallo e che il Comune, con i fondi della Regione Puglia, darà il 50%. Si ma questo, avverrà dopo un anno. Il tutto si blocca in quanto il proprietario dell’abitazione non vuole fare il contratto con Sciacallo (comprensibilissimo questo, ndr) e quindi dovrebbe essere il Comune di Sava a farsi carico del costo della locazione. Si blocca tutto. Ma tutto per davvero. Intanto Sciacallo, con in mano il libretto che aveva i restanti 3900 euro, si reca spesso e  volentieri all’Uffico postale, con altri suoi due conoscenti, e prosciuga tutta la somma restante. Io  e Carrieri restiamo allibiti ma al tempo stesso ci siamo chiesti questo: “In tutti questi mesi, perchè nessuno è venuto a trovare Sciacallo mentre stava nei locali commerciali sotto casa mia?”

Nessuno di loro, sindaco e assessore Agusto, si è degnato a vedere come stavano alloggiati. Se stavano bene o se stavano male. Inverosimile questo! Per davvero! Eppure i Servizi sociali servono, soprattutto, a chi non sta bene in tutti i sensi. Vado avanti. I locali commerciali non possono più ospitare Sciacallo per ragioni di utilizzo della proprietà e quindi i due si spostano presso un loro conoscente. Una settimana o meno, ecco che la coppia si divide e Sciacallo è sbattuto fuori da questa casa. Dove deve andare a dormire Sciacallo? E chi lo sa dove andrà. Intanto si alloggia presso i locali fatiscenti del campetto di calcio adiacente al nostro cimitero comunale, locali che sono di proprietà del nostro Comune. Anche qui è pronto il rituale degradante per la dignità umana: mancano le porte e le finestre, materiali di risulta sparsi qua e di là, preservativi che danno il benvenuto a chi varca la soglia dell’entrata.

Intanto Sciacallo ci richiama e chiede, per l’ennesima volta, aiuto. Nel nostro piccolo, a volte anche grande, facciamo quello che possiamo. Per davvero. Sciacallo ferma il sindaco IAIA per strada e gli spiega che la sua situazione sta peggio di prima. Lapidario, il primo cittadino savese gli dice: “Mò rivolgiti a Giovanni Caforio e a Mimmo Carrieri!” Ti sobra puru! Nonostante tutto quello che abbiamo potuto fare, ci siamo sentiti dire questo per bocca di Sciacallo. Che bella figura che ha fatto il sindaco IAIA. Bella proprio. Ma oltre il sindaco IAIA c’è un’altra figura amministrativa (politica non so se è il suo caso) che davanti a questa emergenza si è defilato. Immediatamente. Ed è l’assessore ai Servizi sociali, Corrado Agusto, il quale avrebbe dovuto prendere di petto immediatamente il problema “Sciacallo”! E non lo ha fatto, ha creduto che noi, io  e Carrieri, potevamo essere titolati alla risoluzione di questo problema. Alla faccia di qualche cosa che è caro a noi maschi.

Tutti immobili e fermi, incapaci di dare un tetto a questo diseredato ed emarginato savese. Nel suo ultimo video ( http://www.youtube.com/watch?v=orN6-_qp2j0), Giuseppe Lomartire ha detto testualmente questo: “Se continuo a stare così male, io prendo una corda e mi impicco!” Se è questo che vogliono, chi è designato alle tematiche sociali, stiamo lì per lì. Regolatevi. Se va a succedere un gesto scriteriato di Sciacallo noi saremo pronti a denunciare al magistrato chi aveva il compito di alleviare le sofferenze di Sciacallo e non lo ha fatto.

Qui, se malauguratamente, dovesse succedere l’inverosimile (impiccandosi) si parla di “istigazione al suicidio”.

Si regoli, per davvero, chi ha voce in capitolo in questa amministrazione …

Giovanni Caforio

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