TORRICELLA. PROGETTO ESECUTIVO PER L’ATTREZZAMENTO DEL POZZO ED UTILIZZO DELLE ACQUE EMUNTE PER GLI USI IRRIGUI- IL DANNO E LA BEFFA!

Oltre 400 milioni delle vecchie lire buttati alle ortiche

Nell’anno 1999, al fine di sopperire alle ricorrenti siccità che avevano investito il territorio comunale di Torricella a causa della scarsezza di risorse idriche utilizzabili per gli usi irrigui, l’Amministrazione Comunale, aveva ritenuto di dover provvedere autonomamente al reperimento di fonti idriche idonee ad alimentare le aree interessate da intenso sfruttamento agricolo intensivo (vigneti DOC “Primitivo di Manduria”, oliveti, piantagioni di ortaggi ecc.), risorse primarie dell’economia toricellese.

L’Amministrazione Comunale nel 1993 realizzò a tal proposito, un pozzo per emungimento di acqua (estrazione di acqua dal sottosuolo) nel settore settentrionale del territorio comunale al confine con il Comune di Sava. Successivamente fu redatto apposito progetto per l’attrezzamento del pozzo (sistemazione dell’area, adeguamento della pista carrabile di accesso, realizzazione del vano per l’ installazione di tutta la necessaria attrezzatura) nonché la realizzazione di tubazione “ a vista” dal diametro di 200 mm. in ferro zincato con attacchi sferici, comprese le guarnizioni e curve per le deviazioni(idonea a sopportare pressioni di 6 bar) per il trasporto dell’acqua per complessivi metri 2.200(duemiladuecento metri). La scelta della tubazione “a vista” (fatta posizionare in aderenza ad antichi muri a secco e macchia mediterranea) si era resa necessaria per ovviare ad eventuali scavi in zone interessate da macchia mediterranea di notevole interesse. A  questo primo progetto dal costo di circa 200 milioni delle vecchie lire seguì un secondo progetto per  “Lavori di ampliamento della rete irrigua nel territorio comunale”  (questa volta con tubi in PVC posti in sede stradale ma interrati alla profondità di 0,70 cm.) la cui spesa aggiuntiva fu di euro 129.000-

 

Alla conclusione con propri fondi e mediante l’assunzione di un mutuo contratto con la Cassa DD.PP. , per una spesa totale di circa 400.000.000(quattrocento milioni delle vecchie lire) fu realizzata la condotta di distribuzione per complessivi metri 4.500 (di cui 2.200 a vista in sede stradale e in aderenza a muri a secco e macchia mediterranea). Certamente questa sarebbe stata un’opera di rilevante utilità qualora mai fosse andata in funzione! E già perché si dice che abbia funzionato solo per un’ anno ossia, dal 2003 al 2004 e poi da anni abbandonata.  Oltre due chilometri di tubi in ferro di zincato arrugginito (al quale sono stati asportati ad opera di ignoti tutti  gli di attacchi sferici) giacciono  abbandonati “a vista” in aderenza ai muri a secco, tra le erbacce infestanti e ricoperti in gran parte da macchia mediterranea deturpando il patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico del territorio. Il cancello in ferro dal peso di circa 10 quintali, che avrebbe dovuto impedire l’accesso ad estranei all’impianto di sollevamento delle acque e alle apparecchiature elettromeccaniche, è stato divelto e portato via anche questo da ignoti, mentre l’area intorno al pozzo e al quadro comando(a libero accesso) versa nel più totale stato di abbandono.

Il degrado derivante dallo stato di abbandono in cui versa quella che sarebbe dovuta essere un’opera di pubblica utilità, dimostra ancora una volta la superficialità da parte di chi avrebbe dovuto oculatamente amministrare il  denaro pubblico nell’interesse della collettività e non lo ha fatto!

Intanto il “rudere” Impianto Idrico con il suo pozzo e i tubi in ferro zincato che si articolano lungo la macchia mediterranea e i muri a secco, resteranno li a “futura memoria” (se non saranno tagliati e portati via) .

Mimmo Carrieri 

viv@voce

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