SINDACO IAIA? NON FACCIA … L’INDIANO!

SINDACO IAIA? NON FACCIA … L’INDIANO!

Ovvero, quando si passa dall’opposizione alla guida di una comunità …

Il gioco delle parti si sa come funziona: quando si è martello si batte, quando si è incudine bisogna incassare. Quindi, quando si passa dall’opposizione alla guida di un paese le cose diventano diverse. A volte completamente diverse da come si vedevano prima. Certo, è facile quando si è all’opposizione criticare tutto ciò che la maggioranza fa. E quando si amministra un paese, una comunità o una cittadina allora le cose che vengono fatte, o non fatte, risultano evidentissime e alla classica luce del sole. Sava ha tanti problemi che non è stato certamente Lei a crearli, ma Lei signor Sindaco ha seguito attentamente la vita politica savese da oltre dieci anni e quindi, se possiamo dire, “è abbastanza vaccinato” e si sarà fatta anche una sua idea del come le cose non funzionano nel nostro paese.

Quando il nostro giornale parla della vivibilità parla di tutto ciò che il cittadino vede ogni giorno a suo stretto gomito. Un giornale, o un’associazione, hanno il compito (se vogliono, ndr) di fare il termometro del momento e di seguito elencare le cose che non vengono fatte o se vengono fatte male. Ad esempio, ultimamente, fresco fresco, l’inspiegabile autorizzazione al taglio di un imponente albero di Pino D’Aleppo vicino allo stadio solo perchè non garbava, per comodità commerciale, al gestore del chiosco. Il funzionario addetto al ramo non ha specificato, assurdo questo, il motivo per cui è stata data questa autorizzazione. Ma questo, diciamo, potrebbe fare parte delle frivolezze. Diciamo così, dai. Questo giornale è nato quando Lei, signor Sindaco, faceva parte dell’amministrazione Fasano-Milizia. Di seguito abbiamo avuto quella breve di Corrado Agusto e in penultimo quella Maggi, ovvero quest’ultima che credeva di essere il padre.padrone-padreterno del nostro paese.

Dalle scorse elezioni il savese si è liberato di queste “catene” e l’ha insignita con grande gradimento alla poltrona municipale. Quindi Lei, signor Sindaco, ha inseguito come noi e affrontato anche nelle sedi istituzionali, dai banchi dell’opposizione, tutta la “querelle” dei parcheggi pubblici a pagamento sin dalla loro nascita. Da attento osservatore, e studioso delle carte, Lei ha capito (credo anche come noi, ndr) dove stava il problema o meglio i problemi in questa gestione privata delle aree di sosta a pagamento. Io credo che non basta capire un problema e poi dirsi, o dire, che il problema è risolto. Assolutamente. Siamo convinti che i problemi si affrontano di petto e se la loro risoluzione può portare al miglioramento della vita della nostra comunità, allora ben venga il “muso a muso”. Purchè le azioni siano, alla fine, supportate dai risultati. Andiamo al tema cruciale di questi ultimissimi giorni: la fine del rapporto contrattuale del nostro Ente pubblico con la compagnia privata dei parcheggi pubblici.

Il servizio in questi oltre tre anni è stato pessimo, in tutti i sensi. Sono state fatte multe “a tremula terra” a tutti e bastava solo sostare qualche minuto e “tratatacchete” pronta la multa. Spesso ci siamo recati nell’ufficio di Polizia Urbana per evidenziare un pò di tollerenza su questo. Ci è stato detto questo: la Compagnia non è tenuta a questa tolleranza. Quindi, se si sosta anche per un solo minuto, ecco pronta la multa. Certo, lei una volta insignito a primo cittadino  ha messo la tolleranza dei 10 minuti (e questo è anche da discutere operativamente in quanto con un suo Consigliere comunale sono stato testimone di come questi ausiliari bypassano questo, ndr) ma come giornale, o associazione, abbiamo raccolto tante ma tante lamentele. Abbiamo trovato un muro di gomma su questo. Inverosimile. Quando un cittadino lamenta un disservizio, o un servizio che funziona male, gli viene detto “è così e basta. Bisogna pagare”. Multe che nei paesi limitrofi si pagano, per la stessa infrazione, 24 euro ma a Sava si pagano 41 euro! Alla faccia del cavolo. E’ questo il rapporto tra amministrato e amministratore? Lei sa come noi, signor Sindaco, quello che c’è nel settore della Polizia municipale nel nostro paese.

Lo sa bene, molto bene. E sa anche le diverse inchieste del magistrato che vertono su quell’ufficio, non ultimo il vigile incriminato dal magistrato per truffa e danni allo stato e che lei tiene ancora in servizio proprio in quell’ufficio! Lei, signor Sindaco aveva il potere, e lo ha tutt’ora, di poterlo spostare quel vigile incriminato e di metterlo in qualche altro ufficio. Non lo ha fatto, non lo ha voluto fare. Lei è liberissimo di fare ciò che vuole, noi siamo liberissimi di dire ciò che vediamo e ciò che vorremmo che fosse. Andiamo a questa revoca “imposta” dall’Ufficio Territoriale del Governo della Prefettura di Taranto alla sua amministrazione, ovvero la rescissione immediata del contratto tra l’Ente pubblico e la Compagnia privata dei parcheggi. Anche noi, purtroppo, come lei leggiamo le carte. E leggiamo questo nella determina numero 1271 del 16 agosto 2012 in cui il dirigente di Polizia municipale autorizza il proseguo contrattuale con la Global Work (Compagnia privata dei parcheggi, ndr)  dicendo, anzi scrivendo, testualmente questo: “Accertato il permanere dei requisiti nei confronti della Global Work …”. Siccome siamo rompicoglioni, forse anche nati così, ci viene naturale la domanda: a quale organo ha chiesto informazioni il dirigente della P.M.? Non è scritto e, al momento, non ci è stato fatto sapere. Ma può anche non rispondere a noi, ma al magistrato dovrà anche spiegarlo!

Bene, andiamo avanti: è bastato che Mimmo Carrieri  inviasse una email alla prefettura e alla DDA di Lecce, oltre ai vari organi competenti nazionali su questo tema, e immediatamente c’è stata la comunicazione di revoca del contratto della Prefettura il giorno dopo l’invio! Immediatamente! Quindi, signor Sindaco noi come Lei ci teniamo a questo paese, gli vogliamo bene anche come Lei. Oggi è Lei, come Sindaco, e la sua amministrazione osservati speciali per migliorare questo paese. Lo faccia, ha il diritto e dovere di farlo. Ma lo faccia. Quanto a noi, mi creda, saremo sempre così: cacacazzu, rompipalle o rompicoglioni. E il bello sa qual è? Che rappresentiamo una speranza per tutti e che non guardiamo in faccia nessuno. Purchè questo porti alle migliorie che tanto aspetta questo nostro paese, paese che è stato spolpato in tutte le sue arterie da spregiudicati volponi e marpioni che hanno fatto crescere i loro profitti a scapito del bene comune …

Giovanni Caforio

viv@voce

Lascia un commento