MANDURIA. OSSERVAZIONI E PERPLESSITA’ DEL PARTITO DEI VERDI IN MERITO AL NUOVO REGOLAMENTO EDILIZIO

Lettera al Commissario prefettizio e Al Commissario prefettizio del Comune di Manduria Dott. Aldo Lombardo

Oggetto: osservazioni del Partito dei Verdi in merito al nuovo Regolamento Edilizio per il Comune di Manduria, in via di approvazione

Egr. Dott. Lombardo,
le alleghiamo le osservazioni e i suggerimenti da noi presentati alla passata amministrazione, anche per il tramite della presidenza della Commissione consiliare che esaminava la bozza di regolamento approntata dagli uffici. Di tali suggerimenti non vi è traccia nella presente bozza, così come resa pubblica per mezzo dell’Albo Pretorio on-line, che ripropone, senza significative variazioni, la precedente. Li riproponiamo pertanto alla sua attenzione, tutt’ora convinti della loro validità , confidando in una maggiore considerazione da parte sua.
Cordiali saluti,

Manduria, 27/ 11/2011

Il Presidente dei Verdi di Manduria Michele Matino  e i Verdi di Manduria rispondono all’appello del Commissario Prefettizio ed inviano osservazioni e suggerimenti in merito alla nuova bozza di Regolamento Edilizio in via di approvazione. Essi furono proposti alla passata amministrazione, nel corso dell’esame che la Commissione consiliare preposta fece della precedente bozza , approntata dagli uffici. Quella attuale, resa pubblica al fine di raccogliere le osservazioni da parte dei soggetti interessati, se ne discosta in misura pressoché impercettibile e , in particolare, non tiene in alcun conto ciò che i Verdi all’epoca proposero. Ritenendo tutt’ora più che valide le indicazioni contenute nel documento a suo tempo presentato, i Verdi le ripropongono , sperando in una maggiore considerazione.

Il parere dei Verdi è che i Regolamenti edilizi siano in questa fase storica uno strumento formidabile per il conseguimento di quegli obbiettivi fissati dall’U.E. per il 2020 in termini di risparmio energetico, emissioni di CO2, utilizzo di fonti rinnovabili, che tutti conosciamo. La Direttiva 31/2010 (non sappiamo se sia nota all’estensore del regolamento che abbiamo in lettura) fissa per il 1° gennaio 2021 (2018 per gli edifici pubblici) una scadenza epocale per l’edilizia, poiché da quella data sarà possibile costruire solo edifici “neutrali” dal punto di vista energetico, ossia dotati di un involucro le cui prestazioni siano tali da poter fare a meno di apporti esterni per il riscaldamento e per il raffrescamento, a meno che non siano derivanti da fonti rinnovabili. I Comuni sono dunque posti nella condizione di dover governare questa fase di transizione verso un’edilizia sostenibile, e possono farlo non solo rispettando gli obiettivi fissati dalle norme oggi in vigore, ma andando oltre.

Infatti, sono 855, secondo il rapporto ON-RE 2012, per un totale di 20 milioni di abitanti, distribuiti in tutte le aree geografiche del paese, i Comuni che si sono posti all’avanguardia dell’innovazione energetica e ambientale, ponendo criteri più severi di quelli indicati dalla normativa nazionale e regionale.
Tra le altre cose, si suggerisce di aderire al Protocollo di Itaca, che contiene i criteri e le metodologie per valutare complessivamente, e conseguentemente certificare, le prestazioni energetico-ambientali dei nuovi edifici. Di questo Protocollo non vi è traccia nella bozza di Regolamento, laddove esso è stato adottato in via definitiva nel 2010 dalla stessa Regione Puglia, dopo una fase sperimentale ( vedi delibere di G.R. 2272/2009, 2581/2010, 731/2011, ecc.) ed è già parte integrante del Regolamento edilizio di alcune città pugliesi. Lo scopo ultimo della certificazione non è punitivo-ostativo, come forse qualcuno può essere indotto a credere, ma viceversa premiale nei confronti di quei progetti che presentino prestazioni pari o addirittura superiori a quelle previste per legge, attraverso una serie di bonus ed incentivi di vario genere, che vanno dall’abbuono dell’occupazione di suolo in fase di cantiere, alla riduzione degli oneri concessori, alla concessione, sia pure in misura lieve, di bonus volumetrici, ecc.

Inoltre non si comprende perché tra i fondamenti normativi del presente Regolamento non venga citata la Legge Regionale n°13 del 10/06/08, che avrebbe dovuto esserne, a nostro avviso, il criterio ispiratore principale. Da questa legge, ad esempio, si sarebbe potuta trarre la motivazione per l’introduzione di prescrizioni relative alla costruzione di cisterne per l’utilizzo delle acque meteoriche ( per innaffiare giardini, lavare auto ecc.) e il riutilizzo di quelle grigie , con creazione di circuiti idraulici alternativi.
L’impressione complessiva che si ricava, dunque, è che il regolamento si preoccupi piuttosto di aggirare o mitigare la normativa, piuttosto che interpretarla nel suo spirito e trarne ispirazione per una seria politica ambientale..

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