SAVA. SEQUESTRATA L’AREA DELL’EX MACELLO COMUNALE NELLA ZONA INDUSTRIALE

SAVA. SEQUESTRATA L’AREA DELL’EX MACELLO COMUNALE NELLA ZONA INDUSTRIALE

Dopo l’incendio dello scorso martedi alle ore 21 e spento successivamente dai Vigili del Fuoco di Taranto, mercoledì 24 sono stati posti i sigilli, di tutta l’area dell’ex Macello comunale collocato nella zona industriale, da parte dei Carabinieri del Comando di Sava diretti dal luogotenente Edorardo Quaranta

Tutta l’area è stata sequestata in virtù della presenza di materiali pericolosi i quali andavano conferiti in discarica autorizzata. Tutti sappiamo che, quando viene effettuato un sequestro, è pronta l’ipotesi di reato, e di seguito accertare se ci sono gli indagati o meglio coloro che hanno permesso tutto questo. Questa area comunale è stata sottoposta diverse volte a sequestro da parte dell’Autorità giudiziaria e immancabilmente, una volta dissequestrata, è tornata ad essere sempre quello che era prima. Ovvero, un magazzino di materiali pericolosi i quali non potevano per nulla sostare in questo luogo. La domanda che ognuno di noi si pone è questa: di chi sono le responsabilità una volta che viene accertato il reato? Chi è stato autorizzato a depositare i vecchi materassi in quell’area? Oppure vedere all’interno del cancello principale ammassate diverse decine di gomme dismesse, certo quest’ultime potrebbero anche essere state buttate da fuori e senza aprire il cancello.

O vedere all’interno anche cassonetti rotti della raccolta dei rifiuti solidi urbani, sia in metallo  che in plastica, non è certamente un bello spettacolo. Ma andiamo a ciò che è materia di questo ultimo incendio. Materassi dismessi. Qualcuno avrà pur autorizzato questo, o no? Di questo dovranno accertarsi i Carabinieri nelle loro indagini. Da quest’ultimo incendio si evince che sono stati dati al fuoco vecchi materassi collocati da chi sà quanto tempo alle spalle del corpo di fabbrica principale dei locali dell’ex macello comunale. Chi ha autorizzato questo? Non credo che “qualcuno” si sia preso la briga di scalvacare il muretto di cinta, tra l’altro costituito da una protezione in tufi e a proseguire in altezza di circa due metri con rete metallica, e piazzare lì tantissimi materassi dismessi! Difficile questo, davvero. Qualcuno avrà avuto la chiave e comodamente ha piazzato lì, al nascosto, tutti quei materassi. Ci viene il dubbio: non è che questi materassi facevano parte di una raccolta differenziata da parte di qualche azienda che era convenzionata, o che è convenzionata tuttora, con il nostro Comune e che, magari, per sbarazzarsi sull’immediato ha “abusato” di questa “comodità” da parte di “qualcuno”? I dubbi sono tanti, ma davvero tanti. Resta sul tappeto la questione di questa area comunale: sequestrata diverse volte, dissequestrata molte volte. Pagati gli avvocati per riavere l’area comunale, pagata la successiva bonifica ad opera di ditte specializzate. Soldi su soldi. Sempre soldi spesi per una struttura che è diventata fatiscente sotto tutti gli aspetti. E stiamo sempre al solito punto di partenza.

A tuttoggi abbiamo un patrimonio comunale che è all’addiaccio e nella più completa incuria. Certo addossare la colpa a questa neonata amministrazione è ingeneroso, ma le responsabilità di questa incuria vanno cercate da chi è stato amministratore di questi passati cinque anni. Il tempo passato non lo recuperiamo più, questo è poco ma è sicuro. Quanto a questa amministrazione comunale è ora che guardi a questo patrimonio pubblico abbandonato e la lista è lunga: oltre i locali dell’ex Macello dell’area industriale, c’è il Parco pubblico alla Via per Francavilla fontana, il Campo di calcetto adiacente al Cimitero comunale, Villa di Piazza Europa, i locali dell’ex mercato ortofrutticolo di Via flli Bandiera. Se parte da questo, sull’immediato, fa una gran bella cosa … 

Giovanni Caforio

viv@voce

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