MANDURIA. VERSO LO SCIOGLIMENTO PER MAFIA. VERGOGNOSO!

MANDURIA. VERSO LO SCIOGLIMENTO PER MAFIA. VERGOGNOSO!

Dopo sei mesi d’indagini, tre in più rispetto al minimo previsto, gli inviati del Ministero dell’Interno hanno concluso l’accesso ispettivo antimafia al Comune di Manduria

Da ieri la relazione dei tre commissari incaricati, il prefetto Angelo Ciuni, il viceprefetto Francesco D’Alessio e il maggiore Giuseppe Dell’Anna, comandante del Gruppo della Guardia di Finanza di Taranto, si trova sul tavolo del prefetto Claudio Sammartino. Il documento è ancora top secret ma più fonti molto accreditate danno per scontata la richiesta dello scioglimento del consiglio comunale messapico che per una fortuita coincidenza era stato già sciolto per motivi politici (era venuta meno la maggioranza di centrodestra) pochi giorni prima che Roma disponesse l’accesso ispettivo. Attualmente il municipio manduriano è diretto dal commissario prefettizio, Aldo Lombardo, di Roma. In questi sei mesi i tre commissari hanno passato al setaccio appalti, autorizzazioni e concessioni di beni pubblici realizzati nel corso delle ultime due legislature amministrate una dal centrosinistra (sindaco Francesco Massaro, del Pd) e l’ultima dal centrodestra (sindaco Paolo Tommasino del Pdl). I tre commissari avevano il compito di acclarare eventuali collegamenti diretti o indiretti con la criminalità organizzata e di verificare forme di condizionamento tali da determinare un’alterazione del procedimento di formazione della volontà degli organi elettivi ed amministrativi e da compromettere il buon andamento o l’imparzialità dell’amministrazione comunale.

Tutto era partito dall’inchiesta condotta dalla procura antimafia di Lecce, tuttora in corso, in cui si sospetta l’infiltrazione nel tessuto amministrativo municipale di elementi legati alla Sacra corona unita. Secondo la procura antimafia salentina, la ditta che gestiva le soste a pagamento per conto del comune era in realtà controllata dalla criminalità organizzata con legami, vecchi e attuali, nella Scu. Prove di tali interessi, secondo l’accusa, sarebbero contenute in diverse intercettazioni telefoniche tra pregiudicati, imprenditori e dirigenti di uffici comunali. Per questo è indagato il dirigente dell’Ufficio tecnico, Antonio Pescatore. Nelle carte dell’inchiesta emergerebbe anche l’interesse della malavita nel fare eleggere quello che sarebbe poi diventato presidente del Consiglio ed altri candidati non eletti. Ora la prossima mossa tocca al prefetto che entro 45 giorni, sentito il parere del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, trasmetterà la proposta di scioglimento al ministro dell’Interno che a sua volta la girerà al primo ministro.

Sarà il premier Mario Monti, infine, a firmare il decreto che conterrà anche i nomi dei politici che, ritenuti collusi o comunque responsabili dei collegamenti diretti o indiretti con elementi mafiosi, non potranno essere candidati per una legislatura salvo altre prescrizioni di natura penale emesse dalla procura che indaga. Nel frattempo una triade di commissari ministeriali amministrerà il comune per un periodo variabile che va dai 12 mesi sino a due anni. In Puglia sono sette i comuni sciolti per mafia, cinque nel barese e due in provincia di Lecce. Manduria sarebbe il primo della provincia di Taranto. In precedenza un altro centro del tarantino, Torricella, era stato sottoposto a verifica antimafia conclusa però con un nulla di fatto.

Nazareno Dinoi da lavocedimanduria.it

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