CAMBIARE TUTTO PER NON CAMBIARE NULLA

Un conto è fare politica, altra cosa è amministrare. E questo il Sindaco Iaia lo sa bene. Forse perché sembra aver vissuto come un travaglio personale il passaggio da capogruppo d’opposizione a Sindaco. La sofferenza della responsabilità pare averlo recluso in una gabbia contenitiva. Sembra si sia arenato il pensiero della rigorosità etica e morale che ha contraddistinto la dimensione politica  di opposizione, quando l’immobilismo amministrativo era, invece, una prerogativa dell’ex sindaco Maggi. 

La politica locale, come quella nazionale, dimentica molto spesso, peraltro volutamente, l’art.1 della costituzione che prevede la partecipazione del popolo alla vita politica. Purtroppo il vecchio modo di fare politica con il pallottoliere alla mano, chiudendosi e sigillandosi, non fa altro che escludere quella parte di cittadinanza attiva che suggerendo o criticando l’operato di chi governa, mette in risalto le reali criticità del sistema politico locale, che per motivi di equilibrio numerico non riesce a cogliere quelle sfumature necessarie a far  raggiungere l’obiettivo del benessere e della giustizia sociale  a tutti i cittadini.

Cambiare faccia per poi lasciare dietro lo stesso manovratore, o gruppo di manovratori, non è sinonimo di cambiamento e successo, bensì di miraggio collettivo.

Ben vengano i cittadini come Mimmo Carrieri o Giovanni Caforio che denunciano le anomalie del territorio, ben vengano gli assessori che si prodigano a ripulire il paese sulle loro segnalazioni, ma il punto critico è sempre lo stesso dove sono gli eletti e cosa fanno? Dove sono i dipendenti pubblici preposti al controllo e alla verifica degli obiettivi di programma? In un sistema politico che non premia i meritevoli  e che basa il valore aggiunto degli individui  soltanto sul consenso numerico o sull’appoggio politico, trova  il vuoto immenso di una società che si allontana sempre di più da quel sistema, rimanendo in disparte, nell’ombra, illudendosi che prima o poi  avvenga il miracolo di un reale cambiamento ma che, inconsciamente, sa già dell’impossibilità di tale prodigio in quanto è  consapevole  dell’abisso che c’è  tra la demagogia della politica e i bisogni del territorio e dei cittadini stessi.

La gente chiede coraggio, lungimiranza, buonsenso ma, soprattutto, consapevolezza, risolutezza, capacità di gestione e programmazione.  Non vuole ascoltare silenzi e neppure leggere i comunicati di facciata, purtroppo il motto è sempre lo stesso cambiare tutto per non cambiare nulla …!!!

Luca Lionetti

 

viv@voce

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